“le voci di dentro”, quando ascoltate, perdono il rombo di tuono e diventano balli
Le effimere e la fortezza
Questa volta la mia rubrica leggera ha da dire una cosa importante. Ma mi piace che resti diafana.
… forse non è vero che esistono “il” Maschile ed “il” Femminile.
Forse non è vero che esistono I MASCHI e le FEMMINE.
Perché neuroscienze e musica pop lo dicono chiaramente: esistono soltanto quelli che noi abbiamo incontrato.
E dunque: gli uomini e le donne della nostra singola, e singolare, autobiografia.
Tutti con un preciso nome, un indimenticabile volto, un vestito particolare, un accento curioso, un tic vezzoso, un difetto insopportabile, una tenerezza irripetuta, una ruga curiosa.
Quelli di carne.
E poi quelli di carta, di cellulosa, di sogno, di seconda mano, di musica.
Incancellabili.
Incancellabili le donne e gli uomini della nostra storia, coloro che abbiamo guardato, imitato o fuggito: che ci piaccia o no, la nostra identità si è costruita mossa da loro, siamo i maschi e siamo le femmine che su di noi hanno lasciato tracce.
Buone, bellissime, orribili, atroci, poetiche, strazianti, dolorose, benedette: tutte tracce sacre.
Ritrovare me stesso nella trama dei miei incontri e delle tracce che porto e trasformo: tessere scritture e canti, teatralità e movimenti, per rivedermi e… rivederli.
Questo possiamo fare.
Attraversare i PICCOLI MUSEI SENTIMENTALI CHE SIAMO e diventarne i curatori.
Perché i “fantasmi”, quando li chiami per nome, perdono la veste spettrale e diventano numi.
Perché “le voci di dentro”, quando ascoltate, perdono il rombo di tuono e diventano balli.
2 commenti
Carissima Caterina
che bell’articolo! Che idea profonda e nuova che eradica le banali generalizzazioni delle categorie.
Persone siamo, uniche, certamente sessuate, ciasun* a suo modo,
Capolavori unici di un universo in cui anche le foglie sono individui unici e irripetibili.
Grazie Caterina, a rileggerla presto.
Grazie Loredana! Ad aprile ci sarà un Laboratorio Musical-Autobiografico a partire da questa introduzione.
E tu ne hai colto benissimo il senso: non vuole, infatti, annullare i generi. Anzi! La differenza è il senso della vita stessa.
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