”Il contrario dell’amore” di Sabrina Rondinelli, è una storia di stalking subito che l’autrice ha voluto mettere per iscritto per aiutare le altre e se stessa.
Sabrina parlaci di te…
Sono nata a Torino, il 12 giugno 1972 (ho quasi 43 anni, già…). Mi sono laureata in Materie Letterarie con indirizzo teatrale. In seguito ho frequentato diverse scuole di scrittura, come la “Holden” di Alessandro Baricco a Torino e la “Bottega di Narrazione” di Milano, curata da Giulio Mozzi. Mi sono state molto utili, mi hanno aiutata ad acquisire gli strumenti fondamentali che adesso mi servono per raccontare le mie storie.
Mi piacerebbe poter vivere soltanto di scrittura, ma al momento non mi pare possibile. Quindi insegno in una scuola elementare.
Sei sposata, hai figli?
No, sono single (abbastanza) convinta.
Perché hai scritto il romanzo “Il contrario dell’amore”?
Non esisteva un romanzo italiano che parlasse di stalking – intendo che parlasse di stalking mettendo la tematica al centro della storia, esplorandola fino in fondo.
Per quale motivo hai scelto questo titolo?
Perché il contrario dell’amore è la violenza. E lo stalking è una forma di violenza devastante, che però si traveste d’amore. Uno stalker non fa che ripetere che ama la sua vittima. In realtà ama soltanto se stesso.
Come si sente una vittima di stalking?
Sola, innanzitutto. Sola, e fragile, e indifesa. Non c’è nessun supereroe che venga a salvarti – il tema dei supereroi nel romanzo è molto importante.
Si sente impaurita, angosciata, sfiancata, impotente. Ecco, il senso di impotenza rischia di schiacciarti. Per questo è importante reagire, chiedere aiuto.
La protagonista del tuo romanzo, Eva, incontra il suo persecutore su Internet, in una chat.
Ritieni i social network più una risorsa o una minaccia?
Li ritengo una risorsa, un modo come un altro per allargare la cerchia delle proprie conoscenze.
Le minacce sono ovunque. Non c’è modo di difendersi dalle delusioni o dai pericoli. L’importante è non confondere la realtà con il mondo virtuale. Credo che essere prudenti significhi questo.
Eva potrebbe essere definita un’anti-eroina. Perché l’hai scelta come protagonista?
Ci sono già troppi romanzi che hanno come protagoniste donne perfette: belle, intelligenti, colte, sicure di sé, mamme modello, magari anche ricche, che non sbagliano mai. Di plastica. Io invece volevo raccontare la storia di una donna imperfetta, che proprio in quanto tale è una donna vera. Che fa degli errori, sbaglia i congiuntivi, sbaglia a scegliersi gli uomini, che inciampa e cade e poi cerca di rialzarsi.
E Sergio è il suo principe azzurro?
I principi azzurri con il cavallo bianco e il mantello che svolazza nel vento esistono soltanto nei film della Disney. E le donne non hanno bisogno di essere delle principesse per essere felici. A volte, basterebbe un po’ più di rispetto da parte degli uomini per i nostri desideri più autentici.
Nina, la figlia di Eva, è una bambina ribelle…
Sì, è l’unica donna ribelle del romanzo. Lei non ci sta a vestirsi di rosa e giocare con le bambole, come la famiglia e la società vorrebbero imporle. Lei da grande vuole fare il supereroe e sono sicura che ci riuscirà.
Trama.
Qual è il confine tra una struggente passione e un’ossessione morbosa? Quand’è che l’amore si trasforma nel suo contrario? Come molte giovani madri single, Eva conduce una vita frenetica nel tentativo di gestire una figlia testarda e un lavoro duro ma che le piace e l’appassiona. Nel raro tempo libero, alterna serate in discoteca a notti sulle chat per cuori solitari, nella speranza di riscattarsi dalle delusioni amorose di una vita. È proprio in un sito per incontri che Eva conosce un uomo. Dopo un paio di mesi, si accorge che la storia non funziona: nonostante l’amore che l’uomo sembra riversarle addosso, lei non riesce a ricambiarlo. Ma lui è certo della sincerità dei suoi sentimenti, ed è pronto a tutto per riconquistarla. In un crescendo inarrestabile, la delusione del rifiuto si trasforma in una rabbia dilagante, un’altalena tra richieste supplichevoli e attacchi di ira, intrusioni e appostamenti, mentre una pioggia di telefonate mute, email e sms scandisce le paure di Eva. Come tutte le vittime di stalking, anche lei comincia a sentirsi colpevole: convinta di essere sbagliata, inadatta, tentata dalla fuga anche davanti al vero amore, Eva troverà il coraggio di reagire solo grazie all’esperienza di altre donne come lei