Perché una persona si senta realizzata è necessario che possa scegliere, che sia dona o uomo, sia che lei faccia la tranmviera o lui il casalingo.
Di questo tratta Eleonora Lanfranchini nel suo ultimo libro “Corse di tram” Edito da Mammeonline ed. Cambio di ruoli eliminando gli sterotipi.
La trama scorre su due binari paralleli, in due epoche diverse: i giorni nostri e gli anni della Seconda Guerra Mondiale. Lara, la cui famiglia sta attraversando un periodo difficile a causa del licenziamento del padre, non riesce a rassegnarsi alla scelta condivisa dei genitori di lasciare al padre il ruolo di casalingo
Com’è arrivata a concepire un libro così bidirezionale? Riferito alle donne che smettano di essere autoreferenziali nella conduzione della casa e donne partigiane che invece avevano il coraggio di un uomo?
L’idea di scrivere qualcosa sulle pari opportunità mi era venuta da tempo, ma era rimasta lì, latente. Poi, un giorno, sfogliando una rivista, ho visto alcune foto d’epoca del periodo della Seconda Guerra mondiale. Una ritraeva una donna, in divisa, davanti ad un tram. Era giovane, alta, fiera e visibilmente felice. Mi colpì lo sguardo, che la foto in bianco e nero rendeva particolarmente intenso. Le si leggeva negli occhi un orgoglio profondo e una determinazione quasi “militaresca”.
Così ho iniziato a pensare a come si potesse sentire una persona che, fino a poco prima era “naturalmente” relegata in casa, con mille mansioni da sbrigare, a poter uscire e prender parte ad un mondo che non era mai stato suo. Forse, si sarà sentita paradossalmente libera, al di là delle costrizioni, degli orari, delle disparità (lo stipendio, ad esempio, che era molto inferiore rispetto a quello di un pari grado uomo). Si sarà sentita felice di vedersi comunque riconosciuto un ruolo, non scontato e obbligatorio come quello di “angelo del focolare”. E tutto questo nonostante la guerra, la paura, la miseria attorno. Ecco cosa avevo letto, o immaginato, in quello sguardo in bianco e nero.
La parola è forse esagerata, visto il periodo storico, ma quella mi parve l’immagine di una donna “realizzata”. E a mio avviso perché una persona si senta realizzata è necessario che possa scegliere. Sicuramente, molte donne trovano, allora come oggi, la propria realizzazione anche fra le mura domestiche, ma un ruolo non deve essere imposto. Ecco perché ho voluto “controbilanciare”, nel mio romanzo, il personaggio della donna tranviera durante la guerra, con il personaggio, nel presente, del padre casalingo della protagonista. Lei cerca un lavoro che la faccia sentire parte di un “mondo da tirare avanti”, e si trova addirittura “invischiata” nella Resistenza, dimostrando un coraggio che neppure lei sapeva di avere; lui si trova casalingo, a causa della perdita del lavoro, quindi apparentemente viene espulso proprio da quel mondo da “tirare avanti”. Prima accetta questo ruolo per necessità, ma poi lo sceglie e lo fa suo con soddisfazione e coraggio, nonostante le resistenze che incontra intorno a sé e nella sua stessa famiglia, e capisce che il mondo si può “tirare avanti” da ogni angolazione.
La donna può far tutto e l’uomo no?
Non distinguerei tra uomo e donna: io credo che le persone possano fare tutto, o quasi. Alcuni personaggi di Corse di tram si trovano ad agire in ruoli tradizionalmente non “appropriati” e ne sono soddisfatti. Ma oltre al casalingo e alla tranviera, c’è una mamma che riesce a “fare un passo indietro”, non senza qualche difficoltà, per lasciare posto anche ad altri nella gestione della famiglia. E anche riuscire a mettersi in secondo piano, per un bene superiore, è segno della grande potenzialità delle persone.
La casalinghitudine è apprezzata anche dagli uomini?
Come ho già detto, secondo me, poter scegliere è fondamentale perché una persona possa realizzarsi. Quindi un uomo, così come una donna, può scegliere di restare a casa, accudire casa e figli ed essere appagato da questo ruolo. Il padre di Lara, dapprima accetta per necessità di trasformarsi in casalingo, ma poi ne trae soddisfazione e apprezza la sua nuova situazione tanto da superare le diffidenze e i preconcetti altrui senza scoraggiarsi.
Inversione dei ruoli? Una donna che fa una professione maschile ed un uomo che ne fa una femminile?
Non parlerei di un’inversione di ruoli perché significherebbe distinguere tra professioni da uomini e da donne. Vero che, per consuetudine o tradizione, alcuni mestieri sono ritenuti maschili ed altri femminili, ma la direzione intrapresa, e già a partire dal periodo storico di cui si tratta nel libro, è quella di superare queste