Il “Festival delle Donne e dei Saperi di Genere quest’anno è stato dedicato all’outsider Audre Lorde, poetessa e scrittrice statunitense, nonché grande attivista per i diritti umani.
Si è chiuso lo scorso venerdì, 20 marzo, il “Festival delle Donne e dei Saperi di Genere”, grande momento di incontro e riflessione che quest’anno, alla sua quarta edizione, ha offerto un programma ricco di proposte di grande qualità. Una preziosa opportunità per la città di Bari (ma l’evento è stato trasmesso anche in diretta streaming) che ha potuto beneficiare di 3 settimane fertili di incontri.
L’evento, promosso dal Centro interdipartimentale di Studi sulla Cultura di Genere (Università di Bari “Aldo Moro”) sotto la direzione della Prof.ssa Francesca Romana Recchia Luciani – con il patrocinio del Comune di Bari e il sostegno della Regione Puglia – quest’anno è stato dedicato all’outsider Audre Lorde, poetessa e scrittrice statunitense, nonché grande attivista per i diritti umani.
L’ispiratrice, “donna, nera, lesbica, madre di due figli, nata in una famiglia caraibica nella New York della segregazione, protagonista negli anni più importanti della nostra storia”, testimonia l’impegno della donna in ambiti spesso dimenticati da una cultura colpevolmente omissiva, e si fa momento di confronto su tematiche cruciali della nostra contemporaneità, quali le difficoltà nel rapporto fra donne e potere, ma anche il controllo sociale e politico su corpi e identità.
Il Festival, articolato in numerosi seminari, spettacoli teatrali, manifestazioni artistiche, proiezioni di film (includenti la rassegna Forme Mobili, strutturata in sei appuntamenti) è stato dislocato in più luoghi-contenitori culturali della città (l’Ex PalaPoste, la Mediateca Regionale Pugliese e la Pinacoteca Provinciale “Corrado Giaquinto”), con l’eccezione della giornata dell’8 marzo, che ha accolto la manifestazione in trasferta, nella splendida location materana di Palazzo Lanfranchi.
Numerosi gli ospiti, italiani e stranieri, fra cui: Rossella Bonito Oliva, Simone Cangelosi, Grazia Di Canio, Karianne Fiorini, Sara Garbagnoli, Margherita Giacobino, Barbara Henry, Lea Melandri, Cristiana Perrella, Elena Pulcini, Chiara Ricci, Maria Rosa Sossai, Anna Zani e Federico Zappino.
In particolare, nell’ultima settimana, all’interno del seminario su “Vulnerabilità, cura, femminismo”, Elena Pulcini (Università Firenze) ha delineato come l’operazione di marginalizzazione culturale della donna nella modernità, specificatamente da Rousseau in poi, abbia prodotto una mutilazione non solo sociale e pubblica, ma anche emotiva, sottolineando quanto oggi sia importante il recupero di una prospettiva empatica, che possa ripensare e raccontare la donna non come soggetto “per l’altro”, ma come soggetto in relazione “con l’altro”.
Lea Melandri, in una densa relazione su “Corpi a scuola. Per un’educazione portata alle radici dell’uomo”, ha offerto l’esperienza del suo speciale approccio maieutico nella didattica, applicata nella “Libera Università delle donne di Milano”, di cui è Presidente, arricchito dalla narrazione di significativi episodi del suo importante percorso di intellettuale femminista.
Infine, oltre al focus sull’“Immagine di genere nell’arte contemporanea”, un altro importate momento di confronto sulle tematiche relative al femminile e alle differenze si è avuto con la presentazione dell’ottavo numero di “Post-Filosofie”. La rivista, che prosegue la sua funzione “di interrogazione, di confronto e di critica delle scienze del nostro tempo”, in luogo ancor più aperto, ovvero in versione digitale, rappresenta una significativa apertura a campi teorici inediti – come è stato sottolineato dai relatori – nel recupero di temi ignorati o rimossi dalla storiografia tradizionale: un coraggioso “movimento di torsione interna alla tradizione filosofica nella ricerca di nuovi linguaggi e di nuove categorie in grado di pensare e comprendere il nostro presente”.
Una grande opportunità di riflessione e di incontro, dunque, questo Festival, una bellissima festa dell’intelligenza, che salutiamo con un riconoscente “arrivederci!”, in attesa della prossima edizione.