Le avventure semiserie di una docente ‘precaria’ (nell’animo). Che dice finalmente la verita’ sul mondo della scuola.
di Elena De Paoli
In tempo di incertezze lavorative, il posto fisso si può considerare un’arma a doppio taglio? In qualche caso sì, come prova spiegarci Chiara Santoianni nel suo ultimo romanzo ”Il diario di lara”, edito da Cento Autori . E allora, nonostante la buona volontà, anche la più ambita delle professioni ‘al femminile’ si trasforma nel lavoro più inadatto a una donna…
Il tuo libro: riassumilo brevemente e spiega perché qualcuno dovrebbe scegliere di acquistarlo, leggerlo e poi riporlo con cura nella propria biblioteca personale.
Nel mio libro descrivo una storia tratta dalla realtà: quella di una donna che nella vita avrebbe voluto fare qualsiasi cosa fuorché l’insegnante, e che, per una serie di eventi casuali, si ritrova invece dietro la cattedra. Coinvolta suo malgrado in situazioni tragicomiche, riesce però sempre a cavarsela, sia pure con soluzioni fantasiose. Perché leggerlo? Perché dice finalmente la verità sul mondo della scuola, quella che molti sanno ma che pochissimi raccontano. Scoprirete cosa accade davvero in classe, tra i banchi e dietro la cattedra, ma anche nelle riunioni tra docenti e negli uffici amministrativi!
Com’è nata l’idea di scrivere questo romanzo?
A più riprese, nella mia vita, mi era capitato di scrivere e pubblicare racconti lunghi sul mondo della scuola, in chiave comica e ironica: avevo cominciato già a 16 anni, con le mie memorie del liceo. Quando poi ho avuto modo di conoscere, per esperienza diretta, il mondo scolastico dal punto di vista lavorativo, ho deciso che offriva spunti davvero imperdibili per una scrittrice. E li ho messi nero su bianco.
Parliamo della Chick lit. Come ti collochi in tale contesto letterario?
Alcuni anni fa, non avrei mai pensato che, come scrittrice, sarei stata conosciuta soprattutto per un romanzo di chick lit! Ho scritto un saggio, manuali, guide turistiche, racconti, articoli, ma il grande pubblico mi ha conosciuto attraverso Il diario di Lara (http://www.arpabook.com/_schedaLibri.asp?IDTitolo=756), selezionato al concorso ChickCult 2008 di ARPANet. Ed anche Il lavoro più (in)adatto a una donna (http://www.centoautori.it/Dettaglio.aspx?IDLibro=202&Page=libro), in fondo, potrebbe essere considerato chick lit, per l’ambientazione al femminile, le vicende di vita quotidiana e il tono ironico, ma soprattutto autoironico. Non sono (ancora) una grande lettrice di chick lit, né aspiro ad essere una grande scrittrice di questo genere: mi basterebbe essere una Federica Bosco in tono minore! Tra l’altro, alla lettura del mio primo libro di questa autrice (qualche mese dopo aver pubblicato Il diario di Lara), ho scoperto che abbiamo moltissimo in comune, per quanto riguarda lo stile, i personaggi, persino alcune espressioni.
Quanto c’è di te in questa storia?
Il lavoro più (in)adatto a una donna è una vicenda autobiografica, quindi di me in questo libro c’è davvero molto! Al di là delle vicende di vita vissuta, direi che c’è soprattutto l’autoironia che cerco di conservare in ogni situazione della vita. E poi, l’insistenza a perseguire i propri obiettivi: anche nelle situazioni più nere, la protagonista non si arrende mai ed è disposta ad affrontare mille disagi pur di mantenere il proprio posto di lavoro.
Cosa deve avere, per te, una storia di chick lit per essere bella?
Una bella storia di chick lit, secondo me, dev’essere innanzitutto divertente, in maniera leggera: l’autrice deve saper padroneggiare l’arma dell’ironia. Ma deve anche saper calarsi nelle profondità dell’animo umano (soprattutto di quello femminile), per creare un senso di condivisione con il lettore (o meglio con la lettrice). E poi, a me piacciono le storie con un pizzico di originalità, chiamiamola pure follia: insomma, con degli aspetti paradossali, da cui scaturisce la comicità.
Il mondo scolastico moderno visto con gli occhi di un’insegnante: come definiresti gli alunni, i colleghi e i regolamenti vigenti?
Gli alunni: salvo rare eccezioni, per lo più condannati (alla poca educazione e alla disubbidienza) dalla generazione che li ha preceduti, quella dei loro genitori. Tuttavia, non ci si può trincerare dietro un «Non è colpa loro»: esiste pur sempre il libero arbitrio. I colleghi: sono un mondo molto variegato, in cui solo i più forti e motivati sopravvivono; a loro va tutta la mia ammirazione! Ai docenti come me, finiti casualmente nel mondo della scuola, ancora pesci fuor d’acqua, va invece tutta la mia solidarietà. I regolamenti vigenti: inutili, in gran parte; una vera perdita di tempo. Alla fine, quello che conta trasmettere nella scuola sono i valori e l’istruzione, e quando si carica un insegnante di burocrazia si rischia di non lasciargli il tempo e le forze di compiere la sua vera missione.
Film e libri preferiti?
Film solo al cinema: in televisione, non ne guardo quasi mai. Sono quindi abbastanza aggiornata sulle novità del momento, però i miei film cult sono quelli del passato, lontano o recente: da Angeli con la pistola a Grease, ad Harry ti presento Sally… Un film di qualche mese fa che mi è piaciuto moltissimo è stato La prima cosa bella.
Con i libri il discorso sarebbe più lungo! Lungo il mio percorso di lettrice ho incontrato molti capolavori. In genere, amo leggere gialli classici e detective stories, manuali di psicologia divulgativa e di informatica, narrativa straniera e letteratura umoristica. Autori preferiti per ogni genere? Tra i giallisti Agatha Christie e P.D. James, tra gli psicologi Giulio Cesare Giacobbe e Marie-France Hirigoyen, tra gli informatici Kevin Mitnick, tra gli autori stranieri Roald Dahl e Nagib Mahfuz, tra gli umoristi Sue Townsend e Claudia De Lillo. I miei libri preferiti in assoluto sono però L’alienista di Caleb Carr e Acciaio di Silvia Avallone.
Come sei arrivata a pubblicare?
Partendo dal basso: mi sono fatta le ossa per molti anni come collaboratrice per varie testate giornalistiche, ho avuto quindi la fortuna di incontrare un editore che ha creduto nel mio primo libro, Popular Music e comunicazioni di massa. Ho continuato ad avere collaborazioni con l’editoria e a proporre i miei testi, che sono stati accettati. Ho sempre osservato le esigenze del mercato editoriale e ho cercato di presentarmi in modo adeguato.
Consigli agli esordienti?
Quando me lo chiedono, do sempre tre consigli: 1. Scrivi solo se sei realmente motivata/o e se hai già avuto prove del tuo talento letterario. 2. Leggi tanto e di tutto. 3. Sii sempre pronta/o a imparare: dai consigli degli autori già affermati, dai manuali per scrittori, dagli studi, dai corsi, dalla lettura.
Sogni nel cassetto?
Sostanzialmente uno: dimenticare per sempre il lavoro più inadatto a una donna (me) e dedicarmi definitivamente alla scrittura. Resterà un sogno?
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Le recensioni
«La Santoianni riesce in questo libro a spiegare, con ironia e precisione, quanto siano cambiate le cose negli ultimi vent’anni, e quanto la scuola di oggi sia diversa – per studenti e insegnanti – rispetto a quella di vent’anni fa.» (Stile.it)
«Chiara Santoianni abbandona, solo in apparenza, il genere ‘leggero’ della chick lit, per affrontare l’argomento serio dell’incertezza lavorativa (il sottotitolo, Le avventure semiserie di un docente precaria, rimanda proprio all’impossibilità, anche per una docente di ruolo, di trovare un proprio posto veramente stabile nella scuola di oggi); e lo fa ancora una volta col sorriso sulle labbra, scherzando su se stessa come insegnante ma prendendo sempre sul serio la professione docente.» (Il Punto)
«L’autrice spazza via ogni stereotipo chiarendo una volta per tutte, senza aver bisogno di dichiararlo apertamente, che non esistono lavori ‘adatti’ alle donne piuttosto che agli uomini, e che l’insegnamento non è un luogo comune, bensì una missione.» (SoloLibri)
«Uno sguardo lucido e disincantato, che fa sorridere e (di)sperare. Una sagace descrizione della realtà che lascia un’impronta profonda». (SoloLibri)
«Questo libro mi ha letteralmente catturata. L’autrice è molto abile nel trasfigurare di ironia quei mille piccoli eventi che in una scuola sono all’ordine del giorno, che tutti abbiamo vissuto. È senza dubbio un libro che consiglio, anche ai non ‘addetti ai lavori’!» (Il blog dei libri).
Elena Depaoli, residente a Torrazza Coste e laureanda in Lettere Moderne dell’Università di Pavia. Affascinata dalla psicologia, fornisce le prove dell’esistenza dei clichè umani sul suo blog, fantasticheavventure.blog.kataweb.it. Ha lavorato per la testata online Dailynet, incentrata sul web marketing, e per dimostrare la propria versatilità di scrittura ha collaborato per alcuni articoli con Ragazza Moderna e Cioè. Il suo obiettivo lavorativo è diventare giornalista di cronaca, anche se il mondo la ritiene più portata per l’ufficio stampa . Nel frattempo, sta per pubblicare il suo primo romanzo umoristico.