Le mostre fotografiche itineranti di Toponomastica hanno l’obiettivo di divulgare l’azione e il sapere delle donne in tutti i campi in cui si è espresso.
di Maria Rosa Del Buono
Giovedì 7 maggio, invitate da Anita Sonego alla Commissione Pari Opportunità del comune di Milano, Maria Rosa Del Buono, Lorenza Minoli e Vittoria Longoni varcano Palazzo Marino in rappresentanza del gruppo nazionale di Toponomastica femminile. Al primo piano le finestre della sala riunioni si aprono su una piazza della Scala soleggiata e piena di turisti, dietro al palazzo la piazza S. Fedele è il punto di partenza degli itinerari sulle tracce delle donne di Milano, curati da Lorenza, di cui lei stessa parla alla Commissione.
In sala c’è una rappresentanza significativa di consiglieri, più maschi che donne. Anita apre con un discorso di inquadramento generale, ricorda la nascita, nel 2002 del gruppo di ricerca, ne presenta quindi la storia e gli obiettivi.
Maria Rosa ricorda l’incipit di Toponomastica femminile a Milano con un piccolo gruppo raccolto con passione da Nadia Boaretto, che ha partecipato al censimento di tutte le strade cittadine e al ricavo delle relative percentuali: come in tutta Italia, anche a Milano solo il 4% delle strade è intitolato a donne, onde la necessità di ristabilire un equilibrio facendo leva sulle istituzioni. All’esordio statistico hanno fatto seguito diverse proposte: l’invito ai luoghi di convegni, intrattenimento, cultura; la condivisione della campagna “Un posto occupato”; i concorsi in collaborazione con gli Enti locali; la progettazione di itinerari formativi e didattici per studenti e docenti con la convinzione che l’introduzione di Toponomastica femminile nella scuola possa contribuire ad aprire nuove strade per le pari opportunità. Il tutto attraverso la valorizzazione del simbolico, della memoria, del rapporto col territorio, dello sviluppo di competenza della cittadinanza attiva, dell’incontro intergenerazionale …. Il progetto è ambizioso e ci vorrebbe più tempo per approfondire l’importanza del lavoro nelle scuole.
Si segnala inoltre l’iniziativa portata avanti a livello regionale da Rosa Enini, che organizza mostre fotografiche itineranti con l’obiettivo di divulgare l’azione e il sapere delle donne in tutti i campi in cui si è espresso. Particolare interesse ha suscitato la mostra “Partigiane in città” che sottolinea il contributo femminile alla Resistenza. La mostra è stata allestita nei comuni di Garbagnate Milanese, Melegnano, Albino, Scanzorosciate e Nembro.
L’invito è a partecipare al Convegno che il gruppo milanese sta preparando per il 16 ottobre a Palazzo reale.
Lorenza, architetta, introduce anche a Milano la tematica dei ” percorsi urbani di genere” come estensione dei campi di studio e di progetto più propriamente toponomastici: percorsi pedonali di conoscenza della città vista da una nuova angolatura che inquadra e mette in luce luoghi che hanno a che fare con tracce di vissuti femminili. Dunque palazzi dove sono nate o hanno vissuto donne illustri, edifici in cui hanno svolto attività lavorative o culturali, territori segnati dalla frequentazione extradomestica delle primi prestatrici d’opera salariate, costruzioni realizzate anche da grandi architetti e promosse dalle fondatrici di istituzioni assistenziali, religiose o filantropiche. Lorenza lavora da anni sui materiali storici e di ricerca che sono alla base del tracciato dei percorsi. Ha ipotizzato diversi tracciati che verranno definiti anche con il concorso di altre componenti del gruppo avendo come obiettivo, ambizioso, quello di arrivare a una Guida di Milano al femminile, sull’esempio di quanto realizzato a Roma, Palermo, Versilia, Albano laziale. Per il momento è stato messo a punto un primo itinerario, piuttosto lungo e molto articolato tra passato e presente, che si sviluppa nella zona nord-ovest della città (quella che tra l’altro comprende via Brera, il complesso museale di Brera e annessi ). Il percorso è stato presentato nell’ambito della Casa delle donne di Milano, dove il gruppo di lavoro Città bene comune – laboratorio di democrazia partecipata da un punto di vista di genere – nell’ampio ventaglio delle problematiche affrontate, tratta anche temi urbani contigui a quelli di toponomastica. Sarebbe perciò auspicabile un rapporto di scambio di idee e sinergico tra i due gruppi. L’itinerario verrà sperimentato con tre successive passeggiate tra maggio e giugno. Ultima passeggiata il 6 giugno prossimo. Verrà riproposto al Convegno autunnale di Topfem, in alternativa a un secondo itinerario, che ha come polo il Castello Sforzesco, come nuova occasione esperienziale per le partecipanti e ulteriore contributo di conoscenze .
Vittoria presenta un esempio concreto di attività svolte da Toponomastica femminile nelle zona 6 di Milano, dove da anni si registrano sensibilità e iniziativa sulle intitolazioni al femminile, anche grazie alla presenza di due attive Consigliere di zona, Rita Barbieri (Cultura) ed Elena Ruginenti (Pari Opportunità), e di varie associazioni di donne.
Il riferimento è in particolare all’intitolazione del “Piazzale Donne Partigiane” – tra via Boffalora e vie Barona e via Primo Mazzolari realizzata due anni fa con una grande festa delle istituzioni comunali e locali e delle associazioni di donne della città.
Inoltre nel campo del contrasto alla violenza sulle donne è stato dedicato alle vittime di femminicidio un albero con targa, nei giardini circostanti alla sede del Consiglio di zona 6 in via Legioni Romane 54, proprio aderendo all’iniziativa in questo senso promossa da Toponomastica femminile. Sulla parete esterna del Cdz è stato posto un pannello contro la violenza sulle donne. Si intende completare e rendere più efficace il tutto con altri manufatti artistici e altre intitolazioni che sono oggetto di incontri congiunti proprio in questi giorni.
Inoltre, nell’ambito della raccolta di idee per il rinnovo del Campo Sportivo Colombo, Toponomastica femminile ha presentato la proposta di intitolare singole aree o strutture o installazioni ad altrettante figure di atlete, di diversi paesi del mondo. Tra i nomi proposti, Samia Yusuf Omar, Alfonsina Morini Strada, Wilma Rudolf, Nawal el Moutawakel, Cathy Freeman.
In zona é stata costituita, in seguito a un dibattito nato in seno alla Commissione Pari Opportunità, anche l’associazione “La Casa delle Artiste” che l’anno scorso ha vinto il bando per l’assegnazione in comodato gratuito dello Spazio Alda Merini in via Magolfa 32 e che sta gestendo molte iniziative culturali, con una connotazione prevalentemente femminile.
Emerge dall’incontro la consapevolezza di quanto ancora sia necessario un continuo lavoro di confronto e di approfondimento sulla visibilità dell’operato femminile, nelle sue molteplici sfaccettature.