L’ eco-Islam” o “Green Islam” fa parte di un nuovo movimento sociale globale per la sostenibilità.
Ne parliamo con Donatella Vincenti romana dell’ 84 cresciuta nella periferia sud-ovest della capitale, è sposata da un annetto. Come specialista di Lingua araba, ha scritto e collaborato con Arabismo.org e per riviste online interessate ai paesi arabo-islamici (Reset, ResetDoc).
Dottoranda di ricerca all’Università LUISS di Roma (Dipartimento di Scienze Politiche) , da qualche mese cura anche una rubrica di approfondimento per “Radio Bullets“.
Che lavori hai fatto prima?
Ho lavorato come press officer per una rivista italiana di politica (2011-2012) e ho maturato un’esperienza pluriennale in interpretariato e traduzione (Arabo-Inglese/Inglese-Arabo) a servizio di aziende pubbliche e private, sia nazionali che internazionali.
Da quanto e perchè ti occupi di paesi arabi?
Ho iniziato ad occuparmi di paesi arabi dal 2003-2004, quando mi sono iscritta al Corso di Laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale dell’Università degli Studi “Roma Tre”. Lo studio approfondito della storia, della lingua e della letteratura dei paesi arabi mi ha fornito gli strumenti critici indispensabili a interpretare i processi sociali e culturali che caratterizzano i paesi dell’area MENA. Ho deciso di continuare la mia carriera accademica in questo settore di ricerca perché ritengo sia importante rintracciare nell’eterogenea esperienza araba le urgenti sfide politiche e socio-economiche che la nostra società pluralistica globale è chiamata oggi ad affrontare.
Ci racconti cos’è il “Green Islam”?
Il cosiddetto “eco-Islam” o “Green Islam” fa parte di un nuovo movimento sociale globale per la sostenibilità. Questo sub-movimento contemporaneo si fonda su un’etica ambientale islamica i cui valori e principi chiave sono stati elaborati a partire dagli anni Settanta del secolo scorso da alcuni eco-teologi ed eco-attivisti musulmani che vivono e operano sia nei paesi a maggioranza musulmana sia in Occidente. L’Islam “verde” intende contribuire attivamente al dibattito globale sulla lotta al degrado ambientale e ai cambiamenti climatici in particolare.
Non a caso, considerazioni di giustizia sociale, economica ed ambientale hanno guidato i dispositivi della contestazione popolare durante le rivolte arabe, che dal 2011 hanno stimolato alcune dinamiche sociali e politiche innovative, seppur in parte duramente represse dalle autorità governative. Inoltre, le recenti iniziative “green” degli eco-musulmani e delle eco-musulmane di tutto il mondo (green Ramadan, green hajj, cibo eco-halal, eco-hijab, etc.) si ispirano a una visione alternativa dell’ecologia sociale e politica che attinge alla religione in quanto potenziale “contenitore di valori ecologici”.
Pensi che sia un superamento dell’Islam?
No, assolutamente no. Credo che l’eco-Islam sia piuttosto una delle molteplici espressioni della sensibilità religiosa islamica. Un tentativo di reinterpretare, reinventare e innovare la propria tradizione religiosa per rispondere all’attuale crisi ecologica globale.