Spazio di critica e dialogo con le lettrici e i lettori sul ruolo femminile nella cultura
Artediparte, rubrica che ha debuttato quasi due anni fa su La città delle donne, sezione femminile del giornale on line della Zona 3 di Milano, approda oggi al contenitore vario e fantasioso di Dol’s, come spazio di riflessione dedicato alla questione di genere nell’arte.
Spazio di critica e dialogo con le lettrici e i lettori sul ruolo femminile nella cultura, che vuol essere di stimolo alla (ri)scoperta di opere e di artiste, alla conoscenza di istituzioni che fanno di questo scopo il proprio core, come The National Museum of Women in the Arts a Washington, e di festival italiani e internazionali a ciò indirizzati. Attraverso segnalazioni e recensioni di film, spettacoli e libri s’intende inoltre offrire qualche elemento di riflessione sulla rappresentazione della donna nel panorama culturale.
Si prospetta un grande cambiamento nel mondo delle arti, nel quale le donne sono ancora prevalentemente considerate come oggetto di rappresentazione. Il libro di Sgarbi Piene di grazia (Bompiani, 2011) ne è una compiuta dimostrazione. Occorre favorire l’espressione della soggettività femminile nella creatività artistica e nell’assumere un ventaglio più esteso e vario di ruoli e responsabilità nella produzione culturale, rammentando al mondo della politica e della formazione l’esigenza di supportare le donne in questo settore. Molto influiscono, infatti, anche sulle scelte di professioni artistiche, il precariato o il lavoro intermittente, le carenze nelle politiche di tutela della maternità e di conciliazione, e le questioni previdenziali.
Gli esempi di successo femminile nell’arte, le storie di individualità eccellenti come quelle di Gae Aulenti o Marina Abrahmovic o Martha Argerich, rischiano di oscurare una situazione generale di mancanza di equità nel mondo della musica, dell’arte, nel quale le donne sono sottorappresentate. Si devono far emergere i numeri reali, per comprendere i dati di una discriminazione che persiste. Di ciò esistono esempi storici.
Nel mondo della musica è noto il caso dell’orchestra filarmonica di Vienna che ha accettato solo uomini fino al 1997. All’unica donna, l’arpista, per molto tempo si è concesso soltanto un contratto a tempo determinato. Inchieste già svolte come quella di Elf Art Audit da aprile 2012 ad aprile 2013 sulle gallerie di Londra e convegni come quello tenutosi allo IULM lo scorso autunno dimostrano come le donne nelle arti visive siano meno valutate e meno presenti. Nelle stagioni di musica contemporanea sono veramente molto poche le autrici proposte all’apprezzamento del pubblico. Guardando alle istituzioni di formazione le allieve brillantemente diplomate dalle Accademie di belle arti italiane sono più numerose degli allievi. Ma nelle stesse Accademie le professore sono in minoranza. In alcuni settori o discipline, come quelle maggiormente legate alla sperimentazione, alle nuove tecnologie o a ruoli di leadership (direzione d’orchestra, regia), le donne sono ancora nettamente meno numerose.
Mettere a confronto le presenze femminili e maschili nei luoghi in cui si fa arte o si decidono le politiche culturali è cruciale proprio per quel cambiamento culturale che s’invoca quando si desidera combattere il femminicidio, la violenza maschile e le discriminazioni. Spazio di critica e dialogo con le lettrici e i lettori sul ruolo femminile nella cultura,. Ed è per questo che, secondo noi, occorre sostenere le donne artiste e incrementare la loro presenza nel mondo della più varia produzione culturale. È necessario inoltre incentivare nel campo della formazione la presenza di professioniste informate e consapevoli di queste tematiche.
Non trascureremo, inoltre, le iniziative che le artiste vorranno dedicare alla critica e alla denunzia di problemi che, lungi da essere solo femminili, investono l’intera società contemporanea e tutte le occasioni in cui, attraverso linguaggi artistici, ci si prefiggano obiettivi legati all’Empowerment femminile e alla denunzia di problemi sociali.
Attendiamo in questo senso, e con molto piacere, le vostre segnalazioni e i vostri commenti a lartediparte@gmail.com. Seguiteci anche su twitter all’account @artediparte.
Loredana Metta è una che da tutta la vita si ostinata a definirsi musicista e lo è, o meglio, continua a desiderare di diventarlo con tutte le sue forze.
Ama insegnare musica, nonostante i diplomi di Conservatorio e i numerosi corsi di specializzazione. Perché fare musica è trovare una via alla conoscenza di sé e il pianoforte è una palestra per la relazione con se stesse, con gli altri e le altre…
Insegna Pratica e lettura pianistica al Conservatorio di Palermo. La sua più grande emozione: vedere due mani inesperte toccare il pianoforte per la prima volta.
Vive a Milano, con 9 piante, che hanno tutte un nome, e un certo numero di pupazzi, fra cui Fabio, il suo amato compagno. Adora il cinema, l’arte, la filosofia . É laureata a Bologna in discipline semiotiche.