”la gente è il piu’ grande spettacolo del mondo (e non si paga il biglietto)”
Quanta ragione aveva Bukowski quando ha scritto questa frase. Per quanto mi riguarda, anni ed anni a lavorare nelle Risorse Umane e nella selezione del personale, a fare colloqui individuali e di gruppo a centinaia di persone, mi ha portato a credere che nel mio lavoro ci sia qualcosa di straordinario proprio perché ogni giorno si presenta ricco di inaspettate e inaudite sorprese: grazie alle persone. Nel colloquio di lavoro poi – trattandosi di una relazione, quella tra candidato e selezionatore, del tutto sbilanciata a favore del secondo – certe dinamiche vengono a galla in modo sorprendente, a volte imbarazzante.
Mi è capitato di incontrare persone che al colloquio non hanno spiccicato una parola, persone in preda ad attacchi di ridarella o di parlantina; persone che non hanno avuto l’accortezza di trattenere rutti o altri tipi di vuoti d’aria, forse a causa della troppa emozione; persone che hanno creduto bene di presentarsi al colloquio in Smoking (si, avete letto bene… vestite da pinguino!), altre che lo hanno fatto in in havaianas e boxer (pronte pronte per un bel tuffo al mare, altro che in una multinazionale!); persone che hanno ben pensato di farsi accompagnare dalla mamma che potesse mettere una parola buona per loro tra una domanda e l’altra; o dal fidanzato protettivo perché avevano paura di incontrare chissà quale mostro. Persone che hanno preso così a cuore un colloquio di gruppo da sfiorare la rissa; altre che se ne sono fuggite nel bel mezzo dell’intervista perché… Mi scusi, ho troppa paura o Mi perdoni, ma ho la macchina in doppia fila (Ahi ahi, la paura).
Diciamocelo tranquillamente in faccia: fare un colloquio di lavoro non piace a nessuno. Non ci piace perché veniamo esaminati con la lente di ingrandimento. Non ci piace perché andranno a pescare in tutti nostri scheletri nell’armadio. Non ci piace perché la persona che abbiamo di fronte ci fa delle domande del cavolo e magari la becchiamo anche che sta girata e ha le sue cose… e allora apriti cielo. Non ci piace perché siamo nervose ed emotive già di nostro e già dobbiamo pensare a nascondere la nostra ansia, figuriamoci a parare colpi a destra e sinistra. Non ci piace perché chi abbiamo di fronte pretende di capire se andiamo bene per quel lavoro nel giro di mezz’ora o poco più.
In realtà il colloquio di lavoro è un incontro reciproco, in cui non solo veniamo giudicati ma anche noi ci facciamo un’idea di tante cose; la persona che abbiamo davanti è un essere umano come noi, in carne ed ossa, fornito di emozioni e insicurezze proprio come le nostre; si tratta di un colloquio “per un lavoro” e non di un esame sulla nostra persona. E soprattutto: il colloquio si può preparare, si può affrontare con grinta ed entusiasmo. Non solo si può cercare di sopravvivere, ma si può e si deve imparare ad affrontarlo in modo vincente, a testa alta, senza paura.
Vi confesso una cosa: ho i capelli biondi e spesso mi vesto di celeste ma non ho la bacchetta magica… però in questa rubrica cercherò di affrontare, volta per volta, tutti i temi che più ci affliggono quando ci approcciamo al colloquio di lavoro. In più, visto che i gli argomenti sono assolutamente intrecciati tra loro, di pari passo vedremo anche diverse accortezze e consigli per scrivere un Curriculum Vitae vincente. In particolare, mi rivolgerò a voi donne, lettrici di Dols: voi che sapete già che se il mercato del lavoro è una giungla in generale, per noi femminucce, giovani o mature che siamo, può a volte trasformarsi in una foresta nera. Voi che sapete tutto questo ma nonostante la paura ed il cuore che batte all’impazzata avete il coraggio di affrontare la foresta a testa alta.
Per diversi anni, vi dicevo all’inizio, ho lavorato nella selezione del personale in aziende multinazionali e l’esperienza che ho accumulato, in un giorno illuminato di un paio d’anni fa, ho deciso di incanalarla nella mia nuova attività, Non solo CV, per aiutare le persone a trovare lavoro insegnando loro come scrivere un buon CV e come affrontare un colloquio di lavoro in modo vincente.
Tutto quello che vi dirò è frutto della mia esperienza e quindi totalmente opinabile e discutibile, ma se anche riuscissi ad aiutarvi o ispirarvi in modo minimo, con uno spunto, un suggerimento o un’idea, allora la mia missione sarà compiuta ed io sarò una persona felice. In caso contrario, se sparassi qualche cavolata di troppo e spesso lo faccio, come in un sogno di mezza estate…Se ci accordate vostra clemenza, gentile pubblico, faremo ammenda.
Buona lettura!