Come sperare in un desiderio che si trasforma in realtà, se tutto e solo una misteriosa progressione di eventi?
Il ritmo della giornata scandisce le priorità degli eventi, delimita le aree di svolgimento della quotidianità confina il tempo da dedicare a: lavoro, sonno, alimentazione, vita sociale, relazioni familiari, il tempo delle cose reali prende il sopravvento sui moti interni e scandisce la vita dell’individuo.
Dove sono finiti i miei sogni, le mie fantasie ad occhi aperti, i momenti di noia e trastullo che cercavo da bambino senza la paura di perdermi? Il teorema della “mancanza” è il presupposto della ricerca dell’appagamento e della sensazione che l’essere desiderante cerca nel brivido della paura di perdersi nel nuovo, senza poter tornare indietro. Le spoglie della propria identità perduta sono il concreto segno di un passato che non torna e promuove la crescita: la pezza stracciata di un lenzuolo che mi ha avvolto e riscaldatato e potrà solo essere il ricordo del mio passato. Siamo alla fine o all’inizio di qualche evento oscuro , nell’attimo in cui si propongono alla coscienza i prodotti interni del nostro immaginario, siamo davvero noi , o vaneggiamo?
La funzione degli eventi è quella di svelare le congruità dei nostri pensieri, come l’incontro con l’altro sia giusto oppure ci porti indietro, come nel “gioco dell’oca”, alla linea di partenza per riprendere il percorso.
Qui ci confrontiamo con le illusioni che ci hanno attraversato, i miti che non sappiamo rivivere, se non in condizione avversa, le necessarie cadute ci fanno sentire vivi, dobbiamo andare avanti per forza .Sul sentiero incontriamo personaggi allegri, leggeri, ma anche il “Seduttore”. Il mitico Seduttore, agisce con fare femminile, attiva , secondo le regole della mancanza, proprio come per il desiderio, gli spazi interni della persona, sposta la mente verso di sé, inganna e scompare. Lo smarrimento di un’anima aperta al desiderio e bisognosa di amore, conscia del rischio, forse incompetente nel riconoscere l’altro, prevede un momento di cieca adesione alla realtà. Il fantasma del fallimento si è realizzato, la paura dell’abbandono è diventata una realtà, il pericolo della solitudine è rappresentato dal dolore fisico della mancanza dell’altro. La veridicità degli eventi sembra un incubo che si propaga dentro di me, desidero qualcosa che non posso avere, ed è una persona vera, questa volta!
Sono in movimento, la fantasia è diventata una realtà, la sofferenza mi appartiene e reduce dalla noiosa quotidianità del mio agire, conosco la vera identità dei miei desideri. Sarà proprio quella persona il mio tassello mancante, o forse mi sarei confuso, quella vaga emozione potrebbe essere solo una mia esigenza di realtà e il mio oggetto d’amore solo un “feticcio”?
Lo sapremo presto, quando la persona amata, persa la forza della nostra richiesta di amore, si proporrà per quella che è. La caratteristica del desiderio, è lo slancio, come è definito da Lawrence “l’utopia dell’eros è come un albero, che partecipa di un doppio movimento: per mantenere la sua integrità e la sua singolarità verso gli agenti esterni che lo minano, esso continuamente si radica, muove le radici verso il centro della terra; mentre la spinta ad espandersi verso l’aperto, a crescere e a svilupparsi si manifesta come un moto di attrazione verticale verso al luce solare”.
La forza del desiderio, a volte prescinde dall’oggetto desiderato, è il segno della trasformazione personale e si identifica in specchi di eventi di passaggio, con attuazione di rituali di seduzione strumentali alla progressione della crescita. Senza accorgermi di avere un “oggetto assente” fantastico con la sua immagine per compensare la mancanza di quell’essere amato che è sempre altrove.
Il bambino , armato di coraggio, entra in contatto con lo “spazio vuoto” dei propri vissuti affettivi e forma il “complesso” dei fantasmi con i vissuti di rabbia, attesa, disillusione, speranza, paure…senza dimenticare che ci sono una mamma e un papà che offrono sollievo e sicurezza, se pur transitorie. La spinta è ancora forte, la favola dell’eroe è l’eros del bambino e lascia intravedere gli obbiettivi futuri. Quanto abbiamo potuto sognare e come ci siamo identificati per la nostra favola fantastica? Infatti, non tutti possono entrare nel mondo dei sogni, alcuni non hanno la sicurezza per affrontare le battaglie in campo aperto, smettono di sognare, estinguono il desiderio di lanciarsi nello spazio del sogno e abbandonano la scena ritirandosi in una condizione priva di scambio con il mondo esterno.
Eccolo qui il Perverso- Seduttore, piccolo, Mister-Narciso, Solo, protetto dai sogni che non devono avverarsi, che saranno semplicemente il percorso sul quale svolazzare leggeri, come un Super-eroe, per un’ eccentrica presenza sopra un mondo reale.
La sofferenza del “non-desiderare” si confonde con la perfezione dei ruoli sociali, dell’investimento affettivo del genitore prima , e del resto delle persone successivamente, alla ricerca di obbiettivi visibili e specchio del successo personale, lui, Mister-Narciso si illude di vivere e pulsare.
La fantasia estinta nei suoi meccanismi verticali, di crescita, non sa realizzare spazi con altri, se non in una rozza interpretazione letterale di allineamento al simile, con un margine di sicurezza, tale da non sconvolgere l’equilibrio, quantomai strutturato del Super-eroe. Il rapporto con l’altro, vissuto nell’alterità amorosa, agisce solo con la seduzione, senza alcuna implicazione profonda,il freddo e solitario Don Giovanni attua il copione e sospende il sedotto in ansie e tormenti. La risorsa della persona sedotta e abbandonata è un moto centripeto di interiorizzazione e ricerca di alternative alla mancanza, la perdita e il desiderio della riconquista. Lui il seduttore ha creato un azione di rinascita e di vita, senza saperlo, senza aver mai vissuto, svolazzando sul cuore di un pesrona che poteva lasciarsi andare alla crescita e lo ha utilizzato.
Allora come sperare in un desiderio che si trasforma in realtà, se tutto e solo una misteriosa progressione di eventi? Ci sarà questa voglia di creare il mondo vero per due persone contemporaneamente, l’inganno è poi una sensazione così spiacevole? Il desiderio guida e attiva le soluzioni attuali, per nuovi orizzonti inaccessibili e rompe il nucleo di sicurezza della persona verso la novità, l’incontro con il reale senso della mancanza dell’altro defisce che la seduzione è avvenuta.
Il gioco della passione può emanare sottili intuizioni, la gioia e la forza degli eventi guidano verso l’Altro che risolve il rebus del mancelato e oscuro desiderio, quando si ha la flessibilità ad accettare il diverso, senza pregiudizio e con la forza della propria individuazione. Saper giocare, vuol dire poter perdere e non sentirsi per questo motivo, finiti per sempre, la convergenza della perdita con la rinascita è il cerchio dell’esistenza e la risorsa offerta dalle situazioni estreme, che in fondo sono solo il termine, a volte misconosciuto di un naturale ciclo di sviluppo personale.
Maria Paola Simeone, ginecologa, sessuologo clinico, ha creato il primo servizio pubblico di sessuologia in italia, nella Asl a Bari, per la prevenzione della violenza, per accompagnare le donne nei riti di passaggio della vita dall’adolescenza alla menopausa; lavora nelle scuole per i corsi sull’affettività e sessualità e per la consapevolezza nella comunicazione virtuale; si occupa di adolescenza, menopausa, problemi di coppia, di identità di genere, di dolore pelvico.
E’ membro della FISS (Federazione di sessuologia) e dell’EFS (Società Europea di Sessuologia) e dell’ESSM (Società di Sexual Medicine).
Partecipa ai convegni internazionali e alla ricerca in ginecologia e sessuologia. Autrice del libro ”l‘intimità perduta, oltre la sessualità alla ricerca dell’eros” Europa edizioni