Tre anni fa, il suo borgo letterario le è stato… propizio. E così Loredana Limone, a grande richiesta dei suoi lettori, ne ha fatto una trilogia.
Nell’ultimo ‘capitolo’, gli abitanti del tranquillo paesino dove succede di tutto dovranno confrontarsi con il terremoto. Ed anche con un delitto.
È nata al sole del Sud, ma si è trasferita, per lavoro e poi per amore, tra le brume del Nord. Ha composto storie per bambini, racconti gastronomici, ora romanzi. E ha lasciato un lavoro nel settore Esteri di un’azienda per dedicarsi alla carriera di scrittrice. Loredana Limone è una donna aperta al cambiamento. E il cambiamento è anche il filo conduttore del suo ultimo romanzo, Un terremoto a Borgo Propizio, edito da Salani.
Il paesino di Borgo Propizio è una creazione letteraria, ma anche un luogo dell’anima. Tra tutti i borghi che hai visitato, qual è quello che ami di più? Esiste un luogo reale che ti ha ispirato il Castelluccio, le viuzze tortuose, il pavé a coda di pavone della piazza in cui ambienti le vicende dei tuoi personaggi?
Li amo tutti, i numerosi borghi che ho visitato, perché ognuno di essi ha contribuito alla creazione letteraria, e in tutti i nuovi che visito ne ritrovo un pezzetto. Non ultimo Stilo, in provincia di Reggio Calabria, dove di recente sono stata a presentare: un borgo propizio vero, con le pietre che palpitano, i tetti a cascata sulla valle, le case, anche quelle lasciate sole, che non smettono di raccontare. Oltre a essere il paese natio di Tommaso Campanella.
Nel terzo volume della ‘saga’ di Borgo Propizio nascono nuove coppie, altre si sfaldano anche solo temporaneamente; e amori apparentemente solidi vagheggiano, o compiono, tradimenti. E un tradimento, in fondo, è anche quello della Natura, che si scatena contro il borgo, rovinandone le architetture appena restaurate. Quasi come se occorresse un po’ di ‘movimento’ in una realtà tanto idilliaca… Sotto la cenere, cova sempre il fuoco?
Spero di no, però ogni medaglia ha il suo rovescio. Ma la grandezza di Borgo Propizio e l’intensità della sua luce esistono proprio per la grandezza e l’intensità della sua ombra.
La quiete di Borgo Propizio viene turbata da un altro scossone: l’uccisione del nevrotico professore Tranquillo Conforti, Assessore alla Cultura. Potrebbe essere una metafora: la vera Cultura, oggi, è morta, o perlomeno agonizzante?
Secondo me la vera cultura si disperde in un’enorme offerta troppo commerciale.
Con il delitto della Viottola Scura, la tua scrittura si apre al Giallo, pur senza sviare dal suo percorso principale. Tra i tuoi autori preferiti ci sono giallisti?
A parte Camilleri, cui ci inchiniamo tutti, apprezzo l’eleganza – nella scrittura (e, mi si permetta il complimento, nella persona) – di Gianrico Carofiglio. Interessanti trovo quelli storici di Lucarelli, ma solitamente non leggo gialli.
Borgo Propizio e i suoi personaggi sono in continua evoluzione. Come te, del resto. So che stai scrivendo il sequel del tuo romanzo. Quali progetti letterari e di vita hai in cantiere?
Vengo dal basso e quindi cresco scrivendo. Sì, le storie di Borgo Propizio proseguono e spero che possano andare avanti anche editorialmente (la pubblicazione di un quarto romanzo dipende da come andrà il terzo: pure nell’editoria contano i numeri).
Io, al borgo, ci sto benissimo e desidero restarci, ma diciamo che, a quanto pare e per mia fortuna, il progetto dei personaggi è continuare a raccontarmi!
Loredana Limone, Un terremoto a Borgo Propizio, Salani, pp. 387, € 15,90 (libro), € 9,99 (e-book).