Al IV Convegno di Toponomastica femminile Giovanna Conforto racconterò l’esperienza delle Strolling Stories romane
IV CONVEGNO NAZIONALE DI TOPONOMASTICA FEMMINILE
18-19-20 SETTEMBRE 2015
LIBERA UNIVERSITA DI ALCATRAZ (PERUGIA)
Docente presso il Master in Arts Management dello IED di Roma e Guest Teacher presso la International School of Storytelling, coordina le attività di storytelling per la Academy Olmo a Portico di Romagna.
Diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e specializzata in Pedagogia teatrale, ha studiato Storytelling presso la International School of Storytelling (UK).
Tra il 2004 e il 2012 lavora per Mus-e Roma. Nel 2010 fonda con Daniela Corradini le Strolling Stories che partecipano al progetto europeo “Seeing Stories: Recovering Landscape Narrative in Urban and Rural Europe”.
Dal 2012 collabora con FormaScienza nei progetti “Donne e Scienza. Il valore della diversità di genere nella scienza” e “Creat-it Implementing Creative strategies in Science Teaching”.
Storytelling di genere
Al IV Convegno di Toponomastica femminile racconterò l’esperienza delle Strolling Stories romane – Storie a passeggio – a cura di Daniela Corradini e Giovanna Conforto, la loro nascita, il loro sviluppo e le relative scoperte su alcune storie di donne. L’intervento si concentrerà su tre casi particolari: Jacopa de’ Settesoli, Vannozza Cattanei e Beatrice Cenci.
Jacopa de’ Settesoli fu una ricchissima nobildonna romana che conobbe Francesco d’Assisi nel 1209. Quando il santo venne a Roma lo aiutò a trovare alloggio presso i Benedettini di Ripa Grande ed intercesse personalmente presso il pontefice Innocenzo III. Rimasta vedova con due figli ancora da crescere rifiutò di sposare un membro della famiglia del marito e gestì gli affari di famiglia da sola con ottimi risultati. Durante le nostre ricerche abbiamo scoperto la grandezza di Jacopa e soprattutto la sua influenza su Francesco. Pare che per lei sia stato fondato il Terzo Ordine francescano, eppure questa donna, senza cui probabilmente Francesco non sarebbe mai diventato San Francesco (con conseguenze oggi inimmaginabili) sembra messa in ombra da una assai più “ubbidiente” Chiara. A lei è dedicata una piccola strada nel rione Trastevere
Una sorte simile è toccata a Vannozza Cattanei nobile amante del Cardinale Rogrigo Borgia, futuro papa Alessando VI e madre di quattro dei suoi figli Cesare (detto il Valentino), Jofré, Lucrezia e Juan.Di lei ci rimane lo stemma in Vicolo del Gallo in ricordo dell’Osteria della Vacca da lei gestita. Il palazzetto di via del Pellegrino 58, a lei appartenuto, come abbiamo scoperto dagli archivi, (e dove sono nati 3 dei suoi figli, Lucrezia e’ nata a Subiaco) versa oggi in totale stato di abbandono e non è contrassegnato nemmeno da una targa. Sembra che la damnatio memoriae a cui furono soggetti i Borgia tocchi anche a questa indipendente e capace imprenditrice. Non esistono in Italia né una via Vannozza Cattanei, né una via Lucrezia Borgia (fonte google maps), mentre esiste una via Cesare Borgia e una via Rodrigo Borgia.
Per finire un accenno a Beatrice Cenci e alla sua via, forse troppo vicina al Palazzo Cenci del padre, in ricordo di una donna abusata e giustiziata per essersi “liberata” del suo carnefice.