Adolescenti in rete: come poterli tutelare? Ormai sono tutti in rete, per così dire, tutti compreso i nostri figli, anche piccoli.
E ciò, ovviamente, crea ansie e preoccupazioni più che lecite.
L’essere visibili , specialmente per gli adolescenti , è l’aspetto per loro più importante dato che attraversano “quel” momento in cui iniziano le prime relazioni intime, e quindi, molto più facilitate dalla rete, ancor di più che dalla vita vera sociale.
Ormai sono ben lontani i tempi in cui si faceva lo ” struscio” in centro e con lo sguardo attento si cercava di trovare l’anima gemella. Ormai in centro si va per ritrovarsi con chi, già in rete, è “amico”, semmai. Ben venga la socializzazione, comunque anche attraverso il web, in particolare nei social, ma occorre attenzione alle controindicazioni.
Le insidie dell’uso del web sono tante, vanno dai disturbi della personalità al rischio di manipolazione psicologica, soprattutto per i più piccoli che hanno accesso anche solo per i giochi. Di fronte ad uno schermo si ha la presunzione di poter dire e fare ciò che si vuole perché protetti e non direttamente esposti. Si evitano, così, i rossori da imbarazzo, le emozioni del contatto diretto, e non si ha paura di esporsi in qualunque modo possibile. Ma non è la realtà, ciò che si vive così è un mondo falso e parallelo che sta avendo il sopravvento su quello reale, vero, di ogni giorno.
Ciò che emerge, da sondaggi scientifici, è l’aumento dell’ansia a frequentare amicizie in carne ed ossa per la paura di non venir accettati per ciò che si è. E’ in atto una sorta di desuetudine al rapporto con gli altri vivendo in una sorta di contenitore privato, sicuro. Che poi tanto sicuro non lo è. Oltre al rischio pericoloso e grave della dipendenza che, spesso, genera un uso compulsivo e surreale del mezzo tanto da stare continuamente in allerta per avere conferme personali , attraverso messaggi e mail, del proprio valore, ce n’è uno maggiore: quello della manipolazione psicologica da parte di ragazzi più grandi o adulti che cercando di irretire a sommo studio per scopi personali.
Quindi, demonizzare il web? No, assolutamente. Basta spiegare ai propri figli i rischi a cui possono essere esposti, le modalità con le quali accedere in sicurezza ed insegnare loro che pur essendo uno strumento tecnologico all’avanguardia e che mette in connessione il mondo intero, va temuto e rispettato come qualsiasi altro strumento. Porre limiti di navigazione e sorvegliare da lontano, ma senza negarne l’uso perché sarebbe controproducente, può essere una soluzione.
Altro espediente e’ quello di cercare di condividere con i propri figli i contenuti del web, mettendosi al loro fianco e confrontarsi su vari temi. Ma soprattutto occorre comprendere che alla base di tutte le dipendenze c’è grande senso di solitudine, angosce e disagi psicologici. Ecco, questo c’è da capire e cercare di risolvere al meglio proprio in funzione della cosa più importante, sempre, da fare : la prevenzione.
Il 2.0 rappresenta il futuro, e sicuramente ha provveduto ad un bel volta pagina alla nostra generazione, abituata a tempi e modalità diverse. Oltre a sorvegliare, prevenire e tutelare, serve, e prima di tutto a noi adulti, comprendere che questa, che viene definita ” web forma mentis” , è davvero diversa dalla nostra ed occorre abbandonare i pregiudizi e guardare con occhi nuovi il futuro che avanza, talvolta incomprensibile e preoccupante, ma inesorabile.