Di Ground Zero colpisce il Silenzio. Il Silenzio che ti accoglie appena esci dalla metro.
Il Silenzio nel quale cammina l ‘immensità di persone che vedi con te attraversare la strada per arrivare al Memoriale .
Arrivi li e non c’e’ più polvere, non c’e’ più ferro accartocciato, non c’e’ più cemento sbriciolato come cartapesta.
C’e’ acqua che scorre, continuamente .
Acqua che lava via,c he scorre nel centro di quelle due voragini enormi trasformate proprio con quell’ acqua che scorre e sembra voglia lavare via le brutture del mondo.
..e,poi, i nomi di chi non ne e’ uscito incisi sul bordo di quelle incredibili vasche
Tutti i nomi. Tutti e tu li accarezzi, li leggi girando intorno a quel vulcano d’acqua rovesciato avvolto dal Silenzio.
Chi e’ stato, come, perchè.
Non so.
Li’ non lo pensi.
Ti avvolgono il Silenzio, il senso profondo e quello sconosciuto di una Umanita’ di cui fai parte ma che ti sgomenta ogni volta di fronte a cose cosi grandi e spaventose
Se non fosse per quella rosa ,quella rosa che vedi lasciata li’ in mezzo a quei nomi, sul bordo di quell’acqua che scorre.
Una rosa che ti riporta alla mano che l’ha lasciata e ad un cuore che batteva come il tuo, in silenzio,emozionato.
Si, tutto sommato cuori che battono, continuano a battere e scorrere come l’acqua in quel cratere .
Battere e vivere arrancando come può nella Vita ognuno di noi, con una rosa in mano in questo mondo che troppo spesso sgomenta .
Ovunque e altrove pensi che anche altre “torri ” nel mondo continuano a cadere ma anche altre rose, in quegli stessi posti da altre mani vengono e verranno lasciate.
Allora, in quel luogo dove davvero la realtà di quello che siamo oggi si taglia col coltello per la densità di emozioni forti che produce, pensi che tutti noi, quelle mani e quelle rose lasciate in silenzio, ovunque, probabilmente, siano ancora l’unica speranza.
Quelle rose, e quelle mani che ancora le lasciano.
Ovunque.