MILANO, IN NOME DELLE DONNE: LE VIE DELLA MEMORIA E DEL FUTURO
(di Nadia Boaretto)
Raramente i convegni si animano per la presenza dei giovani. Talvolta può accadere nei seminari, non nei convegni. Invece, miracolo, il Convegno di Toponomastica Femminile che si è svolto a Milano il 16/10/2015 nella sala conferenze di Palazzo Reale, piazza Duomo 14, ha fatto il botto, come dicono gli sbarbati di oggi.
Una ventata di giovinezza ha invaso la sala: una classe della scuola Rinascita, una proveniente da Treviglio, una rappresentanza di Sondrio, una del liceo Virgilio di Milano, hanno movimentato la mattinata. La loro aspettativa era di sentire proposte nuove, vivaci, pimpanti. Presto accontentate!
Anita Sonego che ha aperto i “lavori” con i saluti istituzionali è per natura informale e accogliente, quindi ha dato l’impronta fin dall’inizio. Anche le altre “autorità” hanno rilanciato il messaggio implicito nell’idea conduttrice. La fondatrice e presidente di Toponomastica femminile, Maria Pia Ercolini, ha sbaragliato l’auditorio con una successione di idee molto applaudite.
Di fronte all’opzione possibile fra pochi interventi lunghi, approfonditi e ponderosi oppure tanti, brevi, scattanti, abbiamo scelto la seconda. Ed è stato un fuoco di fila incalzante, con momenti di commozione al ricordo delle vittime di femminicidio e altri di divertimento, per esempio quando la III E della scuola media ha presentato il progetto di dedicare alla partigiana Alba Dell’Acqua uno spiazzo al cui centro si vorrebbe venisse collocata una fontana (simbolo dell’acqua in omaggio al nome), zampillante numeri. Alba era insegnante di matematica e fondò Rinascita per coloro che tornavano dalla Resistenza o erano orfani di guerra e non avevano potuto studiare. Il drappello di alunni era organizzato con il massimo rigore dalla loro insegnante Simonetta Muzio: un primo gruppo intervistava il pubblico in arrivo ponendo 4 domande relative alla toponomastica, un secondo si teneva pronto per i microfoni e le slide, un terzo preparava gli strumenti per elaborare i
dati raccolti nell’intervista, che sono poi stati trasformati in un grafico a torta. Matematici anche loro!
Su una parete della sala campeggiava una installazione di barchette, opera di Jerry Bogani, intitolata LA VIE EN ROSE. Ogni barchetta portava scritto il nome di una donna a cui è intitolata una strada di Milano. Jerry ce ne ha fatto dono, anche in memoria della madre Edda, scomparsa da poco, vera combattente per le nobili cause della società civile.
Maria Carla Baroni, a sua volta impegnata su vari fronti, è poetessa e ha recitato due sue composizioni sulla città di Milano, le strade, le piazze, nonché alcuni versi in celebrazione della Terra Madre.
La locandina del convegno cita molti nomi, tutti di donne che sono portavoce di qualche associazione. Angela Persici per l’Istituto pedagogico della Resistenza, Jole Milanesi per l’asilo Mariuccia fondato dalla benefattrice Ersilia Bronzini Majno, DonneInQuota per il tema dei Famedi,
Le Giardiniere, discendenti delle patriote che affiancarono i moti carbonari risorgimentali, Dols, che ospita questo articolo. Infine Antonietta Berretta di In-audita Musica ha parlato di compositrici ingiustamente trascurate dalla storia, chiedendo che anche a loro venga intitolato un luogo pubblico. La forma più convincente dell’appello è stata la loro musica, strumentale e vocale, in alcuni casi nata nella clausura di un convento, dove le giovinette dei secoli passati trascorrevano la
vita, spinte non dalla vocazione ma da esigenze dinastiche della famiglia.
E sulle note di una melodia seicentesca ci siamo avviate al buffet, gentilmente allestito dalle care amiche Delia e Mita.
Grande attesa c’era per il percorso urbano di genere ideato e guidato da Lorenza Minoli. Siamo partite dalla cappella delle ballerine in San Fedele per ritrovare i luoghi di donne eccellenti a vario titolo, fino al cuore della bohème meneghina in Brera, il bar Jamaica. In contemporanea Annalisa Angeletti apponeva qua e là nelle vie del centro alcune targhe colorate come immagini di caleidoscopio riportanti i nomi delle donne di valore per le quali abbiamo chiesto ufficialmente al sindaco una intitolazione.
Fortunatamente non c’erano iscrizioni all’evento della serata previsto per le visitatrici giunte da lontano, una cena mediterranea a Expo, che in questi giorni di ottobre scoraggia con le lunghe code al botteghino e ai padiglioni, ormai prossimi allo smantellamento.
Alla domanda delle simpatizzanti su com’è andato il convegno, non sembri strano se la risposta è: “Molto bene”.