PARLA DA DONNA E MADRE AL MEDIMEX, CENTRO DELLA MUSICA A BARI
E’ stata la signora del rock italiano, la cantautrice senese Gianna Nannini, ad inaugurare la programmazione della seconda giornata del Medimex, in corso alla Fiera del Levante di Bari. L’artista si è raccontata ed ha presentato il nuovo disco «Hitstory» (in uscita il 30 ottobre per Sony Music), la grande collezione di successi di GIANNA NANNINI.
La Nannini si è presentata sorridente, rilassata, felice per la maternità e con tanta voglia di guardare avanti.
Gianna Nannini è una donna e un’artista realizzata che, dopo il successo di Hitalia, nel quale ha reinterpretato con il suo inconfondibile stile, la grande canzone italiana, torna con Hitstory, una monumentale raccolta, in 2 o 3 cd, con 6 brani nuovi (4 inediti, Vita Nuova, Tears, Amica mia e Mama, e due cover, Ciao amore ciao di Luigi Tenco e Amandoti di Giovanni Lindo Ferretti). Questi ultimi anticipano la direzione musicale, più essenziale e blues, lei dice “più mediterranea”, del prossimo album di inediti, al quale sta già lavorando.
A Bari la nostra rocker più importante ha incontrato il pubblico del Medimex, composto da una moltitudine di scolaresche accompagnate dalle relative insegnanti, concedendosi anche ad interviste e poi ad una conferenza stampa insieme a David Zard, che la seguirà nel suo prossimo tour dei teatri.
La prima dichiarazione vedendo l’enorme quantità di pubblico è stata: “Questo non appartiene al passato, ma mi proietta verso il futuro. Io non mi sento mai omologata” ed ha spronato gli studenti a non sentirsi mai omologati.
Ricordiamo che Gianna Nannini si è recentemente laureata con 110 e lode in Lettere e filosofia all’Università di Siena con la tesi “Il corpo nella musica” utilizzando il corpo, i gesti delle donne per spiegare il rapporto fra voce e corpo nella musica, lavorando sia sui testi di antropologia che di etnomusicologia, creando un video con una donna nepalese e con Janis Joplin.
La carriera della Nannini è cominciata intorno al 1980, quando in Italia spopolava la figura del cantautore
“Io sono nata con la musica italiane con il festival di Sanremo, ma fuori dall’Italia ho trovato il vero rock. Ho vissuto la mia espressività più in Germania, ascoltando i concerti vicino al muro, o in Olanda.
Da adolescente mi piaceva Don Bachi ed una volta andai alla Bussola per sentire lui e Donovan, avevo 14 anni e non sapevo accordare la chitarra, un pomeriggio lì andai alle prove di Donovan e questi col sorriso me la mise a posto. Ho avuto la possibilità di sperimentare la mia voce con Conny Plank, un guru della musica degli anni ’80. Lui mi ha detto: ‘Tu sei simile a Janis Joplin ma devi sentire la tua cultura italiana’ così ho sviluppato la voce nella musica popolare, cioè il rock. Conny mi ha detto di trovare la mia identità, il mio suono”.
Che pensi della fine di Janis ?
“Mi è piaciuto molto il film su Janis Joplin, mi ha emozionata. La sua storia è simile alla mia, ma io, per fortuna, sono ancora viva. Avrei voluto essere sua amica, se l’avessi conosciuta non sarebbe morta”.
Le donne nella musica italiana sono considerate ?
“In Italia ci sono ancora molti pregiudizi nei confronti delle cantautrici, quella che canta è sempre un’interprete, quasi mai è considerata un’autrice. Ci sono poche donne che scrivono canzoni in Italia, quando aumenteranno si sgretolerà questo retaggio culturale. E’ sbagliato cercare di somigliare agli uomini; siamo differenti, ma la mentalità che circola è piena di pregiudizi. C’è stato un periodo in cui c’erano diverse donne nei gruppi, ma ora anche questa tendenza và scemando. “.
La voce di Gianna Nannini è sui generis, merito anche di una terapia vocale intrapresa anni fa
“Non ho mai studiato canto, tranne dieci lezioni di terapia vocale per mantenere la tecnica. Il medico mi ha aiutato soltanto a saper mantenere la voce durante i concerti. Riesco a beccare le frequenze giuste quando canti, non si tratta soltanto di intonazione. La voce è legata all’emozione che dai alla canzone”.
Come nasce History ?
“Questo disco nasce da Hitalia: prima volevo interpretare la grande musica italiana, poi anche le canzoni più importanti della mia storia. E’ un capitolo che volevo chiudere, inserendo 6 inediti per anticipare la mia nuova direzione musicale. Un sound più scarno, più acustico e più mediterraneo, dove si sente meglio la voce. Ho scelto come primo singolo Vita nuova scritta da Panella, perché rappresenta bene questo momento della mia vita, ha il linguaggio dell’opera che diventa rock”.
Come nasce la copertina di Hitstory ?
“Mi trovavo a Londra, nella zona di Kensington. Tutti i bambini salivano sulla statua di Peter Pan, così sono salita pur’io per far vedere a mia figlia come fare. In quell’attimo un bambino di 9 anni col suo iPhone mi ha fotografata. Mi è piaciuta ed è diventata la copertina “.
Quali sono le canzoni del cd a cui sei più legata ?
“Sei nell’anima sicuramente in primis, poi Ti voglio tanto bene, Sogno, Ogni tanto, Ninna nein, poi vi racconto come è nata, America, Ragazzo dell’Europa, Profumo, Oh marinaio, Come una schiava, Un giorno disumano e Come un angelo”.
Come gestisci ora il tempo con tua figlia Penelope e riesci a scrivere nuove canzoni ?
“E’ difficile che mi sfugga una melodia bella, ma Penelope mi richiede tanto tempo. Le canzoni le scrivo di nascosto, quando lei dorme o quando va a scuola. Ormai è la mia coautrice, come in Ninna nein dove ho registrato la melodia della sua voce e poi l’ho rielaborata”
Che ne pensi dell’attuale musica italiana ?
“Apprezzo la velocità di scambio nel rap, spinto dall’urgenza della parola, che riprende le canzoni popolari. E’ meno innovativo nel sound, mi piace molto Caparezza, proprio perché ha un suono tutto suo. Per me mancano in Italia bravi ingegneri del suono. Per questo registro i miei album in Inghilterra: solo da loro trovo il suono che cerco”
Il tuo rapporto con Panella ?
“Ci vuole il coraggio di esagerare con la melodia. In Fotoromanzace l’ho avuto, era esageratamente melodica, ma il testo riusciva a smussava. La melodia larga ha il problema del ritmo, gli accenti del Nord Africa si inseriscono perfettamente nella melodia e ti fanno venire voglia di muovere il culo. Panella ha trovato le parole giuste per me, quelle che ti viene voglia di cantare a squarciagola mentre dipingi le pareti di casa”.
Come e quando scrivi le tue canzoni ?
” Studio Beethoven, mi serve come meditazione. Mentre dopo un pezzo di Bach sono più concentrata e così scrivo le mie canzoni. Essere semplici è difficile, come dicono gli inglesi “less is more”, si tratta di beccare il momento in cui ti viene la frase giusta. Se ti fai le seghe mentale non viene fuori nulla, ti devi lasciare andare quando scrivi una canzone. Io le penso già in musica. Sarebbe difficile pensarle in inglese e poi adattare un testo italiano. La voce deve corrispondere alla parola.Per fare del rock devi prenderti dei rischi. Devi andare fino in fondo, anche nei testi. Devi attraversare con la voce quello che dici, entrarci con le corde vocali”.
Trasgressione o provocazione ?
“Distinguerei trasgressione da provocazione. La prima spesso è scontata e istituzionalizzata, la seconda è un gesto politico, che comunica un’esigenza di libertà e provoca una reazione in chi l’ascolta”.
Cosa ti provoca il rock ?
“Quando il rock ti scatena è ancora attuale, ti deve mandare fuori. Io voglio portare il rock nei teatri d’opera, dove l’acustica è stupenda. Non è un caso che all’Arena di Verona ho fatto i miei concerti migliori”.