Il siparietto è sempre lo stesso. Tu dici che sei inutile per me e io mi incavolo. Ma oggi è il tuo compleanno e voglio darti ragione. Sei inutile.
Inutile come lo sono un fiore, un quadro, un orecchino spaiato. Mai che mi abbiano portato da qualche parte o preparato qualcosa da mangiare.
E tu non guidi e non cucini. Allora tanti auguri a te, sorella, che profumi, colori e rendi la mia vita preziosa e bizzarra. Con questo elogio dell’inutilità, spero possiamo chiudere il sipario.
Questo è il messaggio che ho ricevuto il giorno del mio 41esimo compleanno
Da lei che, quando di anni ne ho compiuti 40, mi aveva regalato un Manifesto con l’elenco dei 40 motivi per cui mi vuole bene.
Lei è la sorella che il sangue non mi ha dato ma che la vita mi ha restituito centuplicata.
L’ha scritto Recalcati: il padre e la madre autentici sono tutti… adottivi. Sono quelli che ti scelgono, non quelli che ti accudiscono. Ti è genitore chi ti … benedice. E allora vale pure per i fratelli e le sorelle: il sangue si “accorda” – si lega e risuona – quando fai la folgorante esperienza di essere benedetto.
L’orecchino spaiato è per me la più soprannaturale e insieme realistica delle descrizioni: assolutamente scientifica.
Così oggi – mentre nel frattempo mi avvio al festeggiamento di 41 anni e un mese – penso e ripenso a tutte le maledizioni.
Ricevute ed autoinflitte.
Ed alle benedizioni.
Ogni volta che qualcuno ti benedice… è sempre l’avvento di un parto: la vita si spalanca ed esplode. Anzi no: sei tu che ti spalanchi. Ed esplodi da te. Non coincidi più col tuo confine.
Questa dunque è una storia, per dirla con don Tonino Bello, di “macigni che rotolano”, di pietre tombali che si spostano e scoperchiano le bare: ma non pensate a santi e santini. Per me la resurrezione è cosa scientifica, non fideistica. Si muore molto mentre si è vivi. E si risorge… se qualcuno ti spalanca. Non ti appaia, ti lascia spaiato: e in questa mancanza c’è tutto il senso cosmico del “legame”: del nostro essere mortali ed, insieme, immortali.
Eh si, aveva ragione lui: l’amore non è retorica. Ma sostanza purissima.
E dedicato ad Ala, Adele, Rosalba, suor Maria, suor Sandra, Gegè, Heli, Monica e Vittorio, Elvira, Linda, Anna, Angela, Vito, Carlo, Paola, Marilena, Silvia, Marina ed a chi, malgrado la mia spaiatura, mi benedice e mi spalanca.