In Italia ci piace parlare di innovazione e di futuro, citiamo spesso parole come “programmazione” e sempre di più sembra che questo sia il Paese delle Start Up.
Sbagliato Signori e Signore.
Start Up è una bellissima parola, suona bene, è anglofona, contemporanea e ci fa sentire “avanti” come quel resto del mondo che indichiamo con piacere.
Ma le Start Up (e sia chiaro qui non mi riferisco alle Start Up Innovative che per un’anomalia tutta italiana si tratta di quelle start up per il 99% digitali che si possono costituire anche con un capitale di 1 euro e hanno per lo più un solo dipendente, il fondatore), cioè le aziende costituite da “poco” , che forse sarebbe meglio definire “giovani imprese”, in Italia hanno in realtà ben pochi concreti sostenitori.
Davvero pochi imprenditori e aziende non oppongono resistenze nello scegliere di fare affari con una “giovane impresa” o “neo costituita” anche se i soci fondatori sono persone esperte che nella “nuova impresa” hanno investito personalmente.
Insomma è esattamente la stessa situazione che deve vivere un ragazzo alle prese con la ricerca di un lavoro: “cercasi giovane max 30 anni con laurea preferibilmente in astrofisica del futuro, con almeno 10 anni di esperienza, madrelingua inglese, automunito e disponibile a trasferte nell’emisfero boreale”.
Una giovane impresa oggi non è considerata attendibile perché davanti alla più ineluttabile delle prove, la Visura Camerale, la giovane impresa piena di speranze, con un curriculum da paura dei soci fondatori, risulta non avere i documenti in regola.
“Siete troppo giovani”.
Non importa se la “giovane impresa” potrebbe davvero essere un partner strategico, se potrebbe migliorare le performance della nostra azienda, può essere che il commercialista abbia controllato la data di nascita (fondazione) e possa così permettersi di bocciare ogni progetto in fase embrionale.
Una soluzione tuttavia esiste.
Si chiama: lungimiranza e resistenza.
Ne esisterebbe anche un’altra, ma è la via lunga della cultura, quella per cui chi oggi investe sulle start up dovrebbe intraprendere verso il mercato.
Dunque se avete deciso di fare impresa in Italia sappiate che questo non è un Paese per Giovani Imprese.
Tuttavia andate avanti.
O all’estero (cercate partner e clienti all’estero) se riuscite.
O cambiate le cose.
Per esempio fate rete, sistema, costruite quell’X Factor che potrebbe rendervi più forti della VC (Visura Camerale) oppure chiedete a una donna come fare.
Perché a una donna?
Scopritelo da soli e ne riparliamo tra qualche anno.