Palle di Natale : Le palle di Natale più autentiche sono quelle che girano alla velocità della luce, in questo periodo, a noi che siamo allergici.
TRA SERIO E FACETO –
Se stai pensando a quelle sfere luccicanti con aria preziosa e pretenziosa, o con improbabili corna di cervo e babbetti zompanti su polverine bianche tossiche su sfondo rosso made in China, ti sbagli, non parlo di loro e non ti suggerirò come creare le tue, con materiali più sobri e creativi riciclando plastica o vecchi golf macchiati e bucati, pronti da buttare.
Le palle di Natale più autentiche sono quelle che girano alla velocità della luce, in questo periodo, a noi che siamo allergici. Allergici. Alle polverine e agli addobbi sintetici raccogli polvere, che fanno da culla protettiva per un anno intero ad acari e afidi e compagnia cantante Jingle Bell, ma, soprattutto, a tutto ciò che comporta e porta con se come “obbligo di civile convivenza e rispetto delle tradizioni” il “Santo” Natale.
Che a noi “Santi” ci fa sentire ogni anno che riusciamo a sopportarlo. Non è che siamo insensibili e non amiamo il Natale, è che certe cose tipicamente natalizie le elimineremmo e altre le cambieremmo, per viverlo più vero a modo nostro. Ciascuno di noi allergici, per quanto ne so dalle testimonianze raccolte nel tempo, ha le proprie ragioni di fondo che lo inducono all’irritazione. Molti non sanno esattamente quali o non le vogliono ammettere neppure a loro stessi, io le mie le ho indagate e posso fare outing.
Chiunque abbia un filo di dimestichezza con l’astrologia potrà verificare se, come nel mio caso, esiste una risposta illuminante che allontana il sospetto di aver bisogno di uno strizza cervelli per comprendere le ragioni di cotanto puntuale disagio. Ogni anno il Sole transita a Natale più o meno agli stessi gradi del segno del Capricorno, si oppone, nel mio caso, preciso preciso a Marte di nascita che sta nel segno del Cancro il quale, guarda caso, rimanda per simbologia alla casa, alla famiglia, alla sensibilità emotiva..
Comunque, noi allergici siamo più o meno tutti d’accordo nell’elencare come cause provocanti il consueto giramento di palle del Natale quelle che seguono. In toto o almeno in parte.
• Dicembre diventa un delirio al lavoro a causa del Natale e feste immediatamente successive. In pratica si ferma tutto per due settimane e, quando rientri, non trovi i bonifici che aspettavi, trovi i resi con addebito giacenza per mancate consegne, le email di fuoco di chi non ha ricevuto quanto ordinato e, se la sfiga si è data da fare più del solito ti tocca pure correre a pagare la cartella di Equitalia. Anche se è da contestare, perché è arrivata la raccomandata il primo giorno di chiusura e i termini di pagamento per evitare ulteriori aggravi nel frattempo sono scaduti.
• Lo shopping regali e pensierini, dovuti sempre e comunque,induce ad alto tasso di stress. Devi fare regali e pensare a persone anche di cui faresti volentieri a meno. Se non lo fai passi per stronzo, la tua dolce metà o il tuo socio o la collega sono sempre pronti a ricordartelo. Se poi cerchi di contenere ai minimi il budget regali la paghi cara. Ti tocca cercare come un dannato online e per strada, perdendo il triplo del tempo e poi devi organizzarti per fare un pacchetto decente, si fa per dire, con le cartine ed i sacchetti luccicanti , a disegni da scemo più scemo, e le orride coccardine sempre tutto made in China. Ma da qualche anno anche made in Vietnam o Corea del Nord che costano di meno, si scollano subito e fanno ancor più schifo di prima.
• I weekend precedenti al Natale sono di lavori forzati. Anche se non sei tu a provvedere in prima persona alla selezione, acquisto, montaggio e allestimento degli addobbi di casa, come minimo devi contribuire al facchinaggio da solaio e cantina; alla verifica contatore e salva vita di casa che regolarmente saltano con le prove accensione delle magiche lucine; alla pulizia finale di odiosi lustrini, che penetrano inesorabilmente nelle fibre di calze, pantaloni e maglione e si incollano, persistenti, a faccia e capelli. Eliminarli con un lavaggio unico è praticamente impossibile.
• Il culmine del disagio sta proprio nel rush finale : cena e-o pranzo di Natale (coincidenza, rush è pure il termine per definire i ponfi gonfi e rossi, estesi sulla pelle, provocati dalle allergie ). La tradizione vuole che si debba festeggiare in famiglia e con famigliari allargati come minimo a suoceri, nonni, zii e zie e cugini di gradi vari e parenti di parenti, oltre a innumerevoli figli, bambini, adolescenti e annoiatissimi bamboccioni , che ti salutano con “Salve” anche quel giorno lì .
Parenti serpenti o no, va da sé che in questo esercito di semi sconosciuti, che si incontrano solo a Natale o per matrimoni o funerali , ci sia qualcuno di odioso e altri che, solo a vederli, vorresti girare la testa dalla parte opposta. Ma, se sei fortunato, magari uno con cui tentare un discorso banale, tra le urla assordanti degli altri che parlano tutti contemporaneamente, uno sopra all’altro, e gli strilli dei minori sempre più litigiosi e protagonisti, magari lo trovi. In genere, per riuscire a parlare, si decide di uscire a prendere una boccata d’aria o a farsi una sigaretta. Quasi sempre ci si becca un colpo di freddo. Il giorno dopo mal di gola, mal di testa, moccio al naso quando va bene e se le difese immunitarie non sono state così tanto consumate, nella sopportazione dell’ambaradan generale, da aver fatto sciopero generale. In tal malaugurato ma non raro caso, ti becchi invece pure la bronchite. Che ti inchioda a letto fino a Capodanno. Minimo. “Ti capita sempre nei momenti di festa, amore, è che ti rilassi dal lavoro e le difese si abbassano ..” Dulcis in fundo, devi pure sommessamente rispondere “Eh già, tesoro.”. A Natale è d’obbligo essere anche più buoni