In quest’epoca digitale dove è tutto così social e allo stesso tempo così fluido, non c’è più spazio per quella coscienza adulta che ha prodotto solo danni irreversibili.
Caro Babbo Natale,
sono ormai quasi 40 anni che non ti scrivo, tra le ragioni principali c’è quella che ancora qualcuno chiama e spaccia per “consapevolezza dell’età adulta”. Insomma quella roba che tutti i genitori auspicano che prima o poi arrivi come una mano santa sull’esistenza/coscienza dei propri figli.
Ho deciso di riprendere a scriverti per la stessa ragione, quella che io ora chiamo “consapevolezza della mia età adulta”.
Faccio un breve riepilogo di quello che è successo in questi 40 anni nella mia vita.
Alcuni episodi, fatti e scelte sono del tutto soggettivi, come per esempio quello di aver lasciato Roma per Milano nel 1989 all’inseguimento di un amore e alla ricerca di un lavoro. Fine anni ’80, quando ancora tutto nel bene sembrava possibile. Ricordo la sensazione di potenza che aveva lo stesso sapore dello zucchero filato e il ritmo leggero di un luna park quando nel trasferirmi a Milano col mio “ragazzo” ricevetti 8 risposte su 10 alle domande di lavoro che avevo inoltrato, da cui 8 colloqui e 7 proposte di lavoro. Il problema e l’imbarazzo della scelta, questi per esempio sono invece fatti oggettivi che appartenevano ai floridi anni ’80.
Erano gli anni in cui dire di essere un “pubblicitario” suonava bene, molto bene, in cui si misuravano i GRP’s di un piano media, in cui si parlava di stampa e televisione come I Media (con la I maiuscola) e tutto il resto si definiva “below the line”, cioè sotto la linea del budget primario, meno importante, di seconda categoria. Eppure era proprio quel “below the line” che mi affascinava. Ricordo un pensiero elementare che espressi un giorno durante un meeting internazionale per un altrettanto internazionale brand e che può sintetizzarsi così “Auditel contro direct marketing, secondo me vince il secondo 10 a zero”. Risatine del pubblico presente, sgomitata del mio collega anziano, “pubblicitario affermato”. “Su Selena ma che dici, televisione, stampa, affissione, raggiungono milioni di persone…. Le tue cartoline e i tuoi eventi, dai su”. Eppure il futuro era già presente: da lì a poco tutti parleranno di email, poi leads; contro auditel 10 a zero, appunto.
Oggi dire faccio il pubblicitario fa tornare attuale il libro di Seguela “Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario lei mi crede pianista in un bordello”.
Va bene, attraversiamo gli anni ’90.
Personalmente mi sposo e divento madre due volte. E questo fatto cambia la mia vita “for ever”. In fatto di “consapevolezza adulta” caro Babbo da quel 1998 non ho più scuse.
Degli anni ’90 ricordo la crudeltà del conflitto slavo e il genocidio del Ruanda.
Noi occidentali che osservavamo ogni cosa dalle nostre confortevoli poltrone con un certo distacco, come se non facessimo anche noi parte di quell’umanità rissosa e violenta. Eppure Serbia e Croazia sono dietro casa. Il Ruanda un po’ meno. E come al solito quello che accade nell’Africa Nera è meno emozionante e coinvolgente del resto. Lontano. (????????)
Sono anche gli anni della mucca pazza e dei terrificanti fatti di pedofilia di Marcinelle in Belgio. Nonostante tutto io ero un’adulta consapevole.
La mia vita personale-professionale prevede un periodo in Sudamerica tra Bolivia e Brasile. Che esperienza ragazzi! Ancora ho nostalgia di quei posti magici.
La consapevolezza adulta mi induce a tornare a casa.
Il below the line diventa above the line nella mia vita e non faccio più la pubblicitaria ma mi occupo di comunicazione in modo più ampio, direi nell’accezione più bella e per me interessante del termine. Eventi, promozioni, relazioni pubbliche, direct marketing.
E’ il 2000.
Nel Calendario Cinese è l’anno del Dragone e, nel calendario astrologico occidentale, è l’anno del Leone. Durante quest’anno la Chiesa cattolica ha celebrato il Grande Giubileo del 2000.
Nasce anche mia figlia.
Poi il 2001. Cambia definitivamente il mondo.
La Grande Crisi coinvolge tutto il pianeta, da un punto di vista sociale, politico, forse pure antropologico.
Professionalmente finisco in televisione, conduco e produco programmi per La7, Rai, Sky.
Ah ah, per la legge di Murphy mai dire mai. Finchè la tv diventa definitivamente below qualsiasi line e io torno a misurare contatti diretti, digitalmente parlando.
Caro Babbo Natale, sono passati 14 anni da quell’11 settembre e qui è tutto un gran putiferio.
Così ho deciso di archiviare definitivamente l’epoca della consapevolezza adulta perché credo non esista e soprattutto non abbia senso.
In quest’epoca digitale dove è tutto così social e allo stesso tempo così fluido, non c’è più spazio per quella coscienza adulta che ha prodotto solo danni irreversibili.
Qui bisogna rinascere. RI-NA-ScE-RE., abbandonare tutta quella spocchiosa e presuntuosa consapevolezza per riacquistare un po’ di istinto primordiale, infantile forse.
E poi c’è bisogno di speranza.
C’è bisogno di un elfo buono vestito di bianco e rosso che metta tutti d’accordo, che porti regali sotto l’albero, che non esca affatto da un presepe che altrimenti l’ignoranza bieca scambia un re magio per un terrorista, che non si arroghi nessun diritto oltre quello di arrivare la notte del 24 dicembre puntuale a mezzanotte.
Se incroci i “signori” delle Banche puoi dar loro l’indirizzo del cardinal Bertone, e che possano rotolare lontano rimbalzando sulle loro pance piene.
C’è bisogno di un reset generale.
Magari chissà se tornassimo bambini forse…
Così nel dubbio io ti riscrivo Babbo Natale e che tu possa “accendere la magia” come recita uno degli spot più visti in questi giorni, perché sento che la “adultaggine” ha smesso di produrre risultati, di essere efficace, se mai lo fosse stata.
Quindi Babbo, pronta a salire sulla slitta, ad accarezzar le renne, a volare sul mondo.
Magari mi porto il sacco di prodotti Made in Italy che credo valga la pena esportare, li carico prima on line su un portale ecommerce dove chi vuole può acquistarli con la regola del baratto: tu dai una cosa a me io do una cosa a te.
Quindi, grazie Babbo.
I miei desideri li conosci: above the line prenditi cura del mondo e dei miei figli e dammi sempre l’energia per fare, pensare, cadere e rialzarmi; below the line, dalla pancia piatta al sogno nel terzo cassetto.
Vado ad accendere le luci dell’albero e le candele ecologiche.