Immagina un mondo in cui, all’ombra dei grattacieli, sfreccino silenziosamente le biciclette, nell’aria pulita.
Un mondo in cui fai la spesa senza preoccuparti dei pesticidi e in cui quello che non è più utile a te sarà prezioso per qualcun altro.
Come diceva Walt Disney, se puoi immaginarlo, puoi farlo. Vivere in maniera ecosostenibile non è una fantasia ma, se ci impegniamo tutti, molto presto potrà diventare realtà.
La città italiana più ecosostenibile del 2015? Milano, seguita a ruota da Torino e Bologna e poi da Trento, Brescia, Modena. Ma anche il Sud fa la sua parte nell’economia green del Paese, con il 7° e l’8° posto di Palermo e di Bari e il 13° di Napoli. Solo il 109° per Roma; ma il Lazio si consola con un 8° posto tra le nostre regioni più ‘verdi’, superando di poco la Campania. A stilare una classifica delle metropoli più ecologiche d’Italia è EcoSost, la nuova piattaforma web per il cittadino consapevole, che lo fa con un metodo innovativo: calcola infatti i livelli di sostenibilità di città e regioni, ogni settimana, in base all’impegno degli utenti e delle aziende presenti nella sua community, suddivisi per area geografica di appartenenza.
Nata per dare ai cittadini la possibilità di trovare più facilmente le risorse in linea con un modello di vita rispettoso dell’ambiente, geolocalizzando EcoAziende ed EcoIniziative su tutto il territorio nazionale e rendendole accessibili in un clic, EcoSost è oggi una grande comunità digitale di persone che supportano, con ricerche e giudizi, le aziende che si impegnano nella lotta all’inquinamento e nell’ecosostenibilità. La piattaforma assegna infatti il “livello EcoSost” − un certificato digitale che attesta l’impegno ‘green’ delle imprese − non solo attraverso dati oggettivi (le certificazioni già possedute dalle aziende) ma anche e soprattutto grazie all’apporto dei suoi utenti, che votano per confermare le Eco-competenze delle attività presenti sul sito e possono far aumentare il loro livello di sostenibilità ambientale. Il punteggio ottenuto attraverso le certificazioni dichiarate e le conferme della community si trasforma in un indicatore di “sostenibilità relativa”, per cui ogni impresa può essere confrontata con le altre in base a un ‘voto’ da 1/2 a 5.
Partendo dal principio che la sostenibilità assoluta non esiste, ma è un processo che può e deve essere continuamente migliorato, con il suo sistema di valutazione EcoSost incita quindi le aziende a offrire servizi e prodotti sempre migliori, in quattro macrosettori: Mangiare Bio (ristoranti, supermercati, agriturismi e mercati bio, a km 0, vegetariani e vegani); Acquisti Verdi (oggetti artigianali di ecodesign e prodotti per la vita quotidiana); Mobilità Sostenibile (car e bike sharing, veicoli elettrici); Risparmio Energetico (biomateriali, bioedilizia, produzione di energia pulita, impianti mini-eolici, depuratori d’acqua, smaltimento e recupero dei rifiuti, prodotti e servizi innovativi che consentono di risparmiare sui consumi e sulla bolletta, salvaguardando nel contempo l’ambiente). Come le luci LED distribuite da Casa delle Lampadine, un e-commerce non solo virtuale con sede a Torino, che offre soluzioni a risparmio energetico, per uso domestico e non, nel settore dell’illuminazione e dell’illuminotecnica. O le case ecologiche in legno Woodbau, costruite secondo i canoni della bioedilizia.
Ma EcoSost non si limita ad aiutarci a reperire risorse ecosostenibili: se predica bene, non razzola male. E, per dare il buon esempio, stila un Codice Etico di Comportamento per il suo staff direttivo e per i collaboratori, ispirato ai principi di Legalità, Onestà e Correttezza, Trasparenza, Integrità e Imparzialità, Rispetto della dignità della persona, Efficienza e Riservatezza, per abbattere discriminazioni, favoritismi e sprechi e favorire uguaglianza e pari opportunità. Il lavoro ecosostenibile è nato.