La necessità di ricordare e riappropriarsi di un passato fatto di gesti, di preparazioni speciali sarebbe una priorità per la consegna del femminile tra madri e figlie.
«Se non può più essere legata al sangue, al sesso, alla biologia, alla discendenza genealogica, allora aveva forse ragione papa Luciani a sconvolgere secoli di teologia dicendo che Dio è anche madre».(La Repubblica,09/03/2011, Luciana Sica, I NUOVI PADRI “DALL´AUTORITÀ ALL´AFFETTO COSÌ È CAMBIATO UN SIMBOLO”)
Anche Papa Francesco parla della madre chiesa come elemento che accoglie e trasforma i suoi figli.
La madre è un simbolo che si attribuisce a chi ha una funzione di affetto, di accoglienza, come possiamo restituire questa funzione alla donna che la dà per scontata e non riesce ad espletarla con la piena espressione al giorno d’oggi?
Il tempo delle madri che trasferivano le competenze alle figlie e alle nipoti è ormai passato. Piuttosto si chiede alla madre un aiuto a risolvere problemi pratici e spesso si scivola su questioni più complesse legate ad una organizzazione di una famiglia “nuova” per cui le madri non sanno dare risposte adeguate. La velocità del nuovo sistema sociale è la variabilità a cui sono esposte le donne di oggi mette le madri in posizione relegata all’ascolto.
Spesso si cerca comprensione piuttosto che un consiglio della mamma! Allorquando i sistemi sono definiti le madri sembrano piuttosto un impiccio perché inadeguate ai tempi moderni dell’organizzazione familiare, si relega alla mamma un compito specifico e non soddisfacente per lei. Cosa si perde, oggi, della mamma che parla come una Cassandra, o peggio ancora esprime la sua idea ai margini di un discorso già concluso, come un Grillo parlante?
Io vorrei lasciare ai lettori questo quesito da risolvere per restituire alla madre il suo semplice ruolo di donna – modello se pur diverso, al di là del giudizio.
Le nipoti sono molto più intelligenti delle figlie e conoscono la nonna spesso meglio della propria madre. In maniera affettuosa le nonne si avvicinano alla nipote e danno conforto piuttosto che aiuto pratico e suggerimenti. Ci sono nonne che hanno conosciuto la vedovanza precocemente e sembrano meno accoglienti delle” nonne papera” che tutti vorremmo. Tuttavia ogni nonna ha un suo stile unico, le nonne di oggi sono spesso impegnate: con cene, partite a burraco, volontariato, vacanze e tante distrazioni. Chi ha una nonna così è molto più sollevato nell’incontrarla rispetto a chi ha una nonna malata e talvolta depressa.
Vi cito un pensiero tra ragazze sulle loro nonne.
Alessia:” La mia nonna è un pezzo della mia identità, la voglio rivedere per farla sentire nonna, visto che sembra così indaffarata da essersi dimenticata di noi”
Alessandra replica: “ Beata te che ce l’hai ancora, la mia era dolcissima e si prendeva cura di me tutti i giorni, più di mia madre, è morta da dieci anni.”
Ritornando al incipit iniziale sul valore simbolico della madre, la nonna può essere una riserva di identità , di accoglienza di amore in un contesto in cui le relazioni si scarniscono alla presenza / assenza piuttosto che al fare insieme qualcosa.
La necessità di ricordare e riappropriarsi di un passato fatto di gesti, di preparazioni speciali sarebbe una priorità per la consegna del femminile tra madri e figlie. La nonna ha un grande patrimonio….Andate a casa delle vostre nonne a rispolverare ricordi e a prendere oggetti che vi appartengono e non lo sapevate!