“Tango per la Libertà” diretta da Alberto Negrin, prodotta da Francesco, Federico Scardamaglia e Rai Fiction va in omda su Rai il 12 e 13 gennaio 2015.
TANGO PER LA LIBERTA’
Argentina, marzo 1976, un nuovo golpe militare destituisce il governo democraticamente eletto di María Estela Martínez de Perón e prende il potere del Paese. Inizia per l’Argentina un periodo drammaticissimo caratterizzato da forti repressioni nei confronti dell’opposizioni e da numerose violazioni dei diritti umani.
In questa dura realtà è ambientata la miniserie “Tango per la Libertà” diretta da Alberto Negrin, prodotta da Francesco, Federico Scardamaglia e Rai Fiction.
Ieri sera è andata in onda, su Rai Uno, la prima parte, che ho seguito con molta attenzione insieme a quasi cinque milioni di telespettatori; stasera la puntata cocnclusiva.
La fiction, liberamente ispirata all’autobiografia del vice-console Enrico Calamai Niente asilo politico, vede nel cast, al fianco di Preziosi, Rocio Munoz Morales, che interpreta una ballerina e cantante, che lotta per la giustizia e viene sconvolta dagli eventi; tra gli altri attori troviamo: Anna Valle, Giorgio Marchesi, Franco Castellano e Simone Gandolfo.
La miniserie è stata girata principalmente a Torino, ma alcune riprese sono state realizzate anche tra Roma e Buenos Aires.
Una storia molto cruda… dolorosa, sofferta. Un uomo, un Vice-Console, che si espone, anche a costo della propria vita, per poterne salvare tante altre, dalla dura repressione militare argentina.
Qualcuno ha scritto che i fatti di quel periodo avrebbero dovuto essere affrontati con maggior cura sia a livello di scrittura, che di realizzazione… e che, invece, la Rai ha preferito inserire elementi, come il canto, il ballo o la storia d’amore, per avvicinare il pubblico ad una vicenda che, però, così ha perso il suo carattere storico. Non sono d’accordo. Dalla fiction emerge il coraggio, la ribellione, la denuncia per quanto avvenuto in quel periodo e anche la scarsa presenza, attiva, della diplomazia italiana, che fece ben poco per contrastare la dittatura e per tutelare i suoi cittadini presenti in Argentina.
Per esperienza diretta posso dire ch’è stato un lavoro, difficile, duro, soprattutto, a livello emotivo, un po’ per tutti. Non è semplice immedesimarsi in una vicenda così disumana, se la si vuole rendere al meglio bisogna calarsi completamente in quella finzione scenica. Ecco che allora incontri un universo di sentimenti, di emozioni, che possono prendere il sopravvento in determinati passaggi, nei quali sei consapevole che se per te quella è solo finzione per qualcun altro è stata una crudele realtà.