Riscoprire le numerose compositrici ingiustamente dimenticate della nostra storia e valorizzare il contributo delle donne alla cultura
ARTEDIPARTE. MAGISTRAE MUSICAE
Il 22 novembre 2014 nella Sala Consiliare di Pessano con Bornago si è tenuto un concerto che non è stato solo una manifestazione musicale di grande qualità, ma un avvenimento culturale dotato di una forza propositiva tale da spingerci ancora oggi a parlarne.
Abbiamo assistito ad una esecuzione della direttora e liutista Francesca Torelli e di un gruppo di studenti del Conservatorio di Milano riuniti nell’Ensemble Andromeda, il cui nome si richiama a un momento cruciale della storia della musica: la prima rappresentazione di un’opera lirica in un teatro pubblico. Nel 1637, infatti, con Andromeda di Francesco Mannelli (autore delle musiche, oggi purtroppo perdute) e Benedetto Ferrari (autore del libretto), un’esperienza nata nelle elitarie corti italiane, fra Cinquecento e Seicento, sbarcava in un teatro, il San Cassiano di Venezia, un contesto ampio e aperto a un più vasto pubblico.
Il titolo del concerto, Compositrici e compositori del Seicento lombardo, rivela quale sia l’innovazione di cui parliamo: un concerto di musiche, appartenenti al repertorio storico, composte sia da donne sia da uomini! Un rarità. Ebbene, le donne della storia della musica non solo esistono, ma sono state numerose e importanti, mentre tanti, troppi fanno orecchie da mercante…
Così, nel più classico fra i tediosi pomeriggi padani novembrini, abbiamo raggiunto la cittadina alle porte di Milano, e insieme al pubblico accorso, abbiamo goduto dell’esecuzione molto curata di un repertorio scelto con gusto e presentato con ricchezza di notizie storiche ed efficacia divulgativa. Momenti deliziosi, in cui è risuonata una musica da tempo non più udita. Un concerto che pone a tema con forza la necessità di riscoprire le numerose compositrici ingiustamente dimenticate della nostra storia e di valorizzare il contributo delle donne alla cultura, superando tuttavia l’approccio ispirato al separatismo ideologico o al vittimismo di tante manifestazioni a tema femminile. In questo caso particolare, sottolineando anche l’importante ruolo avuto dalle religiose nella storia della musica sacra del periodo barocco.
Artediparte non può che complimentarsi con esecutori ed esecutrici e con l’assessora alla cultura del Comune di Pessano con Bornago, Chiara Fiocchi, che ha indirizzato al pubblico brevi parole di presentazione della manifestazione Autunno Classico, quest’anno giunta alla ottava edizione, comprendente concerti organizzati dai Civici Corsi di Musica di Pessano con Bornago e dall’Associazione Magistrae musicae, di cui abbiamo avuto il grande piacere d’incontrare alcune socie fondatrici, la compositrice Beatrice Campodonico, la flautista Rosalba Montrucchio e Antonietta Berretta, già docente di Teoria, Solfeggio e Dettato Musicale presso il Conservatorio Guido Cantelli di Novara, ideatrice e animatrice, presso lo stesso Conservatorio, del progetto In-audita musica, selezionato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, come “buona pratica” per illustrare l’anno europeo della Creatività e dell’Innovazione (2009).
Chiediamo a Antonietta Berretta un incontro, per ragguagliare lettrici e lettori sull’origine, sulle attività di questo ente senza scopo di lucro, molto vicino alle finalità della nostra rubrica.
Antonietta, quali sono gli scopi della vostra Associazione?
Magistrae musicae è nata a Pessano con Bornago nel 2001 per diffondere, sostenere, promuovere la musica delle donne interpreti e compositrici del presente e del passato. In particolare ha lo scopo di valorizzare e promuovere la figura della donna artista, sostenere iniziative culturali e didattiche, collaborare con professionisti e istituzioni per il raggiungimento delle finalità associative.
Le vostre attività?
L’Associazione organizza mostre, ne abbiamo due che appartengono all’Istituto Superiore Cantelli di Novara. La prima In-audita musica. Le compositrici del ‘600 in Europa, corredata dal Catalogo e dal CD Donne Barocche, a cura di Antonietta Berretta; la seconda, In-audita musica. Le compositrici del Settecento in Europa, corredata anch’essa dal Catalogo, a cura di Antonietta Berretta, Patrizia Florio, Pier Giuseppe Gillio. Formate da 20 cartelloni ciascuna, possono essere richieste dal sito del Conservatorio di Novara. Organizziamo concerti e ascolti guidati sulle musiche delle compositrici, preparazione di repertori con brani di compositrici. Collaboriamo inoltre con enti, fondazioni, associazioni per l’organizzazione di concerti ed eventi che valorizzino la musica delle donne.
Durante la serata a Pessano con Bornago ci è stato detto che alcuni centri di religiose sono stati degni di considerazione per la cultura musicale, e che in essi operavano monache compositrici di grande spessore. Quali erano i più importanti?
È vero, le comunità religiose femminili secentesche furono spesso centri importanti per la musica. Per esempio a Pavia il convento di Sant’Agata di Pomello e il Monastero di San Martino del Leano, dove rispettivamente operarono, in tempi diversi, Caterina Assandra e Bianca Maria Meda. Nel convento delle Orsoline di Galliate troviamo Maria Saveria Peruchona e Francesca Caterina Cellana. A Milano ricordiamo: il convento benedettino di Santa Radegonda, presso cui la bergamasca Rosa Giacinta Badalla e Chiara Margherita Cozzolani si distinsero per la produzione di Mottetti, Salmi e Concerti sacri; il convento di S. Margherita, noto per Cornelia Maria Caterina Calegari e ancora il monastero di Santa Caterina in Brera, in cui operò Claudia Rusca e il convento dell’Annunciata dove esercitò Claudia Sessa. A Ferrara il convento agostiniano di San Vito vide l’opera di Raffaella Aleotti e in quello di San Giminiano in Modena si deve segnalare la presenza di Sulpicia Cesis. Dalle Orsoline di Novara si udirono per la prima volta le creazioni di Isabella Leonarda; nel Monastero di Aracoeli di Vicenza si segnalò Alba Trissina, e presso il convento camaldolese di Santa Cristina di Bologna compose Lucrezia Orsina Vizana.
Quali erano le ragioni per cui queste donne entravano in convento?
Alcune entravano in convento per dedicarsi alla meditazione e alla preghiera, altre per preservare il patrimonio di famiglia al fratello maggiore o per evitare matrimoni indesiderati. Molte trovarono nella comunità religiosa l’occasione per vivere in relazione con donne e per coltivare, senza legami coniugali, anche il canto, la composizione, attività strumentali, scrittura, pittura, ecc.
Quali attività musicali vi svolgevano?
Erano cantanti, organiste, compositrici, oltre a svolgere diverse mansioni come Isabella Leonarda che fu Madre Superiora, Consigliera, Mater discreta e Cancellaria, Vicaria e, appunto, Magistra musicae.
E dove studiavano queste monache musiciste e compositrici?
Qualcuna aveva studiato prima di diventare monaca, mentre altre studiavano in convento con le suore più anziane o con qualche maestro esterno che doveva essere autorizzato dalle gerarchie ecclesiastiche e pagato dalle famiglie. Di Isabella Leonarda si presume che sia stata allieva di Gaspare Casati che ha ospitato in una sua pubblicazione due dialoghi di Isabella.
Avranno potuto pubblicare ben poco dei loro lavori… sarà per questo che oggi sono così poco conosciute?
Nonostante molti lavori si trovino ancora in manoscritto presso archivi e biblioteche, se teniamo conto del fatto che erano suore di clausura, hanno pubblicato parecchio. Le famiglie agiate ci tenevano a che le figlie tramandassero ai posteri le loro composizioni. Ma purtroppo tutta la musica composta dalle donne, suore e laiche, è poco conosciuta, perché nella cultura esiste ancora una forma di patriarcato e i pregiudizi sono duri a morire. Ancora oggi persone intelligenti e sensibili credono che chi compone debba avere gli attributi maschili! Voglio dire che mentre noi donne, attraversate dal femminismo, abbiamo fatto un percorso rivoluzionario, gli uomini non hanno sentito il bisogno di rivedere concetti da sempre di loro dominio, per cui il patriarcato è finito solo nella testa delle donne.
Quali sono i programmi futuri dell’Associazione?
Anzitutto concerti, concerti, concerti… e presentazioni, attraverso conferenze, di figure delle compositrici di tutti i tempi perché possano essere conosciute. Abbiamo in cantiere, inoltre, la compilazione di proposte di programmi di studio e d’esame per tutti gli strumenti da inviare a tutte le scuole di musica (amatoriali, civiche, istituti parificati e conservatori) affinché si studino nuovi repertori che comprendano opere delle tante compositrici meritevoli di attenzione e interesse. Intendiamo inoltre fare pressione affinché la radio e tutti i mezzi di diffusione, i teatri e le sale da concerto, e i libri di testo di storia della musica, di ogni ordine e grado, si occupino della musica delle compositrici. Che si studi il contributo che hanno dato le donne al cammino della civiltà nell’arte, nelle scienze, nella letteratura, nella storia, ecc.
Non c’è che dire: sono le nostre stesse preoccupazioni e nostri stessi desideri. Buon lavoro all’Associazione Magistrae Musicae.
Qui per conoscerle meglio. http://www.suonodonneitalia.it/magistrae-musicae.html
http://inauditamusica.consno.it/attivita/presentazione.html