Le Produzioni Cinematografiche Mondiali servite da un “Gladiatore Romano”: Maurizio Cusano
Nella magnifica cornice delle Terme di Caracalla a Roma, incontro il Sig. Maurizio Cusano sul set americano del film John Wick 2 di cui è protagonista il bravissimo attore Keanu Reeves.
“Romano de Roma” Maurizio Cusano, oggi, è colui che gestisce in Italia un’importante agenzia di figurazioni, impiegate molto spesso su set stranieri, soprattutto americani. Collaboratore di rilievo della Panorama Films (Marco Valerio Pugini – Ute Leonhardt – FabioMassimo dell’Orco) e del Line Producer Gianluca Leurini, Maurizio Cusano ha all’attivo, in qualità di extras coordinator, una quantità notevole di film, molti dei quali hanno fatto il giro delle sale cinematografiche mondiali. Qui ne cito solo alcuni: Sogno di una notte di mezza estate con Michelle Pfeiffer e Rupert Everett, La legenda del pianista sull’Oceano con Tim Roth, Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee, Angeli e Demoni di Ron Howard con Tom Hanks, Angel’s in America con Maryl Streep, Eat Pray Love con Julia Roberts, La versione di Barney con Dustin Hoffman, New Moon (The Twilight Saga) con Robert Pattinson e Kristen Stewart, The Vatican di Ridley Scott, fino ad arrivare a Zoolander2 con Ben Stiller, Penelope Cruz, Owen Wilson, in uscita tra qualche giorno nelle sale italiane. Reduce dalla sua ultima fatica, Stratton, prodotto dall’EAGLE PICTRURES, eccolo di nuovo al lavoro, in questi giorni a Roma, sul set di John Wick 2.
Vi chiederete ma chi è Maurizio Cusano? Un uomo “burbero”, ma dal cuore grande. Un uomo che inizia la sua attività, nel mondo della celluloide, tanti anni fa, come semplice comparsa.
La sua abilità nell’intraprendere e gestire relazioni umani, la sua determinazione nel voler migliorare la propria posizione, lo portano nel tempo a collaborare con importanti produzioni italiane e straniere. Conoscendolo un po’ la cosa che mi piace sottolineare di lui è di non aver mai dimenticato da dove viene.
Oggi gestisce migliaia di generici (una volta chiamate comparse) su vari set, occupa un posto di rilievo, di responsabilità, ma questa sua escalation professionale non gli ha mai fatto perdere di vista alcune cose fondamentali: il rispetto e la tutela dei suoi generici, per i quali si è sempre battuto, anche a costo di perdere un lavoro importante e questo, a mio avviso, gli fa onore.
Lo spettatore medio ignora, spesso, ciò che si cela dietro le quinte di un film, di una fiction o di uno spot. Lo spettatore ha la visione del prodotto finito, naturalmente, senza forse immaginare quanto lavoro e quanta responsabilità c’è sia in fase di preparazione, sia in fase di realizzazione… steps in cui un buon coordinamento è fondamentale.
Per produrre un film si ha la necessità di avere una troupe, costituita da diverse centinaia di persone. Esiste il cast tecnico e quello artistico. Se di un film passiamo in rassegna ogni singolo fotogramma noteremo tante persone anonime che si muovono in silenzio tra i vari attori del cast, quelle persone sono i generici o comparse. Questi sono coordinate sempre da personale d’Agenzia, personale addetto al reclutamento e al coordinamento degli stessi, rispondendo a quelle che sono le richieste della Produzione e della Regia.
Il mondo dei generici è costituito da un popolo muto che lavora, a volte, duramente per 10-12-14 ore al giorno, sia di giorno che di notte, esposto alle intemperie: caldo, freddo, pioggia, neve… un popolo poco tutelato, spesso considerato l’ultima ruota di un grande carro, una ruota però molto importante, perché senza di essa il carro non si muove.
Sig. Cusano perché per lei i generici non sono l’ultima ruota del carro?
Perché fanno un grande lavoro, senza il quale non esisterebbe film o fiction. Sono fondamentali e questo troppo spesso viene dimenticato. Sui set da me coordinati cerco di dar loro ciò che meritano, ciò che gli spetta, non solo da un punto di vista economico (retribuzione dettata dal CNL, riconoscimento di straordinari, oltre l’orario prestabilito), ma anche da un punto di vista umano. Mettere il generico in una condizione buona, serena, sul set è importante: far fare loro le giuste pause, assicurarmi che i pasti vengano svolti nelle condizioni più agevoli possibili e tante altre cose, fanno sì che quando un generico arriva in scena è più tranquillo.
Tutto ciò non sempre è facile da ottenere, ma mi sono sempre battuto perché determinate condizioni vengano rispettate; mi è capitato negli anni di rifiutare o di perdere dei lavori per questo motivo, ma io sono così. Il mio inizio come comparsa non l’ho dimenticato, so cosa significa.
Ecco a proposito del suo inizio, ne vogliamo parlare? Da semplice comparsa a coordinatore di generici per importanti produzioni italiane, ma soprattutto straniere. Com’è avvenuto tutto ciò?
Quanto tempo ho? … Qui ci vorrebbero almeno una decina di pagine (ride)
Era l’inizio degli anni ‘80, un mio amico, napoletano, che campava con questo mestiere mi disse che sarebbe andato a Cinecittà per un casting e mi convinse ad andare con lui. Ancora mi ricordo il numeretto preso. la lunga fila da fare, gli spintoni. Fummo chiamati entrambi su questo set, si girava a Latina, era un film francese, in costume, diretto da Dino Risi con Coluche, Michel Serrault, Carole Bouquet e Ugo Tognazzi.
Ci eravamo già cambiati, io stavo finendo di allacciarmi i calzari, quando arrivò il capogruppo che urlando e imprecando mi disse alcune cose in malo modo. Ricordo che la mia prima reazione fu quella di confrontarmi con lui, poi il mio amico mi chiese di stare calmo, di farlo per lui, perché altrimenti non avrebbe più lavorato. Ed io alla fine non reagii… ma non ho mai dimenticato i trattamenti assurdi che riservavano alle comparse. Poi per un periodo feci dei fotoromanzi per la Lancio, era il momento di Franco Gasparri , di Alex Damiani… contemporaneamente iniziavo a collaborare con alcuni capogruppo, fino a quando non arrivai ad essere assistente coordinatore di Aroldo Moggiani, figura storica in questo settore. Aroldo collaborava molto anche con le produzioni Americane. Dopo diversi anni, dove avevo anche lavorato per un periodo in produzione, la svolta. Era il 2004 quando un’importante produttore esecutivo Marco Valerio Pugini e l’organizzatore FabioMassimo dell’Orco, che avevo avuto modo di conoscere, mi affidarono il coordinamento di un set kolossale: ROMA. Era prodotto dalla HBO, BBC e Rai Fiction. Io accettai, fu una vera e propria sfida: non avevo un ufficio mio, non avevo soprattutto un archivio mio, avendo fino a quel momento collaborato con altre agenzie. In poche settimane trovai un fotografo, in Via Tuscolana, e attraverso delle locandine affisse negli Studios di Cinecittà riuscii a crearmi il mio primo archivio fotografico. Forse fui un incosciente, in quel momento, oggi lo posso dire, la paura era tanta, ma mi tuffai in quel lavoro mettendoci anima e corpo e visti i risultati ottenuti dalla serie tv in tutto il mondo, sono felice delle scelte fatte. Poi con la morte di Arnoldo Moggiani continuai a seguire diversi set stranieri. Da 12 anni sono affiancato sul lavoro da una donna eccezionale, Nadia Romani, instancabile e fidata collaboratrice.
Collabora con grandi produzioni straniere, soprattutto americane, ha partecipato alla realizzazione di film di grande successo, avendo modo di entrare in contatto con molte star. Parliamo di donne, le cito tre grandi attrici: Maryl Streep, Julia Roberts, Penelope Cruz, un aggettivo per ognuna di loro.
Piu’ che delle attrici mi piacerebbe parlarti di alcuni attori che ho avuto il piacere e l’onore d’ incontrare, ma rispondo alla tua domanda. Innanzitutto vorrei dire che le attrici da te citate sono tre grandi professioniste, la loro bravura è sotto gli occhi di tutti. La Streep una donna elegante e simpatica, la Roberts molto diva, la Cruz simpatica e gentile.
Parliamo, allora, degli attori stranieri, chi l’ ha colpita di più e perché?
Tom Hanks e Keanu Reeves. Ti racconto due episodi.
Era il 2008 qui a Roma giravamo Angeli e Demoni di Ron Howards. Eravamo a Castel Sant’Angelo, quel giorno sul set venne anche mio figlio che adora Tom Hanks e mi chiese di potersi fare una foto con lui. Io gli risposi che non sapevo se questo sarebbe stato possibile, però lo dissi ad un’addetta alla produzione. Durante una pausa, mentre Tom Hanks stava mangiando, qualcuno lo informò della cosa. Mio figlio ed io non eravamo vicini a lui, ma in lontananza lo vedevamo. Improvvisamente Hanks si alzò chiese ad una sua collaboratrice di indicargli chi voleva una foto con lui… improvvisamente Tom Hanks ci chiamò, facendoci cenno di avvicinarci. Mio figlio era al settimo cielo ed io contento per lui. Mentre si mettevano in posa, Hanks mi disse: – Vieni anche tu, facciamo la foto tutti insieme! – Fu fantastico. Grande attore, grande persona.
Di Keanu Reeves, con cui sto lavorando in questi giorni qui a Roma, posso dire che è una persona meravigliosa, ha un’umiltà e una generosità che ti lasciano senza parole. La prima sera che girammo qui alle Terme di Caracalla, mi accorsi che lui, durante una pausa era seduto in un angolo, circondato da stufe fungo. A un metro- due da Reeves c’erano alcuni generici seduti, avvolti in delle coperte, faceva un po’ freddo e l’umidità della notte si faceva sentire. Io da lontano osservavo quando vidi che lui si alzò e cambio la posizione di tutte le stufe che lo circondavano in modo che il calore arrivasse soprattutto ai generici che erano lì. Questa cosa mi ha colpito molto. Lo spettatore lo considera oltre che un bravo attore, un gran bell’uomo, soprattutto il pubblico femminile… beh io posso dire che la sua bellezza interiore è molto più grande.
Tra pochi giorni esce Zoolander2 che mi dice di questo set?
E’ stato un lavoro difficile e molto impegnativo, ma sono soddisfatto. Andate al cinema a vederlo.
Siamo alla fine di questa intervista. Oggi se si guarda indietro si sente appagato dal suo percorso professionale o vorrebbe cambiare qualcosa?
Prima di rispondere a quest’ultima domanda vorrei avere l’opportunità di ringraziare, con il cuore, coloro che hanno creduto in me: Marco Valerio Pugini e FabioMassimo dell’Orco della Panorama Films e il Line Producer Gianluca Leurini. Tre grandi persone, tre grandi professionisti.
Tornando alla tua domanda: sì sono soddisfatto, non cambierei nulla. Certo è dura: tante battaglie, tante notti insonni, tante sveglie col buio, giornate-nottate interminabili, ma va bene così. Se penso da dove sono partito tutto mi sembra un sogno ad occhi aperti. La magia di un sogno, l’emozione di un lungo viaggio: il mio.
1 commento
Bravissimi tutti. Che dire di Maurizio, bravo ma sopratutto umano, buon lavoro.