A proposito di scope volanti e certi miracoli.
Questo mese la mia rubrica effimera si ferma dentro un film che mi ammutolisce.
È Miracolo a Milano di De Sica e Zavattini. Miseria che molti non possono neppure immaginare. Eppure tenerezza. Ma soprattutto un paradosso scioccante: quel film è della stagione realista, è fratello di Sciuscià e di Ladri di biciclette: quindi vedi la povertà e la meschinità, l’ umiliazione persino… ma nel medesimo registro trovi una colomba magica e, molto tempo prima di Harry Potter, le scope volanti.
Scope volanti in un film realista… può sembrare strampalato ed invece proprio quel magico è reale: in tutta la vita ed in tutte le vite coesiste con la crudeltà il candore.
I critici lo definirono “Realismo magico”. Un paradosso, appunto.
Ecco, questo mirabolante ossimoro mi piacerebbe si introducesse nelle scuole e ovunque si cerca per l’umano solo la Logica… per descrivere obiettivi e metodi, contenuti e strumenti, analisi e valutazioni di un sistema dove ogni opera è genuinamente umana solo se è insieme realista e magica.
Perchè quella magia non ha nulla a che spartire con l’esoterico ma inerisce la nostra facoltà umana fondamentale che non è la ragione ma la simbolizzazione. Dare senso a quel che senso a prima vista non ha. Dare una scopa per volare non via ma verso.
https://www.youtube.com/watch?v=nIRwj_coFNo
Eh sì… sono in quel film tutte le mie visioni. Non nel senso che mi aspetto che una scopa volante mi porti via. Ma nel senso della ricerca di tenere insieme reale ed immaginario.
La scena dell’inseguimento del raggio di sole è insieme poetica e straziante.
https://www.youtube.com/watch?v=u3D1zrWn6yw
Come quella dell’uomo che viene portato via dal palloncino perché troppo leggero a causa della fame.
https://www.youtube.com/watch?v=XaKZv_tCG50&list=PLrqTOLCpvjc-GR-3TdKkN3mgildWcwTtO&index=1
Strazio e poesia, l’et… et… della vita vera.
In quel film dove danzano insieme vergogna e bellezza, c’è tutta l’umanità che ci appartiene ed anche tutte le nostre possibilità – laiche – di trascendenza.
Ovvero della nostra possibilità di trascendere il limite che ci ha preso, senza che noi lo avessimo scelto, ogni qual volta non gli concediamo di de-finirci una volta per tutte, ogni qual volta in cui lo accogliamo mescolando realtà e poesia.
Eh sì, se la nostra visione è solo logica o solo fantastica, ci perdiamo la vita. Quella intera.
(….e ti accade che quando la trovi una scopa volante non ci sai salire e pensi di essere pazzo perché non hai esperienza se non di quello che sai spiegare).
Ogni volta che guardo questo film penso a quello che ho imparato da Gianni Rodari. E da certe persone particolari: creature fantastiche eppure reali che ho visto con i miei occhi trasformare la miseria in grazia.
I miracoli sono umani.
(Zavattini, ti voglio bene!)
PS. Questo lo scrivo mentre ho ancora negli occhi e sulla superficie della pelle l’immagine di Ezio Bosso ieri a Sanremo e della profezia di quella sua vicina di casa che sembrava vaneggiasse. Ed invece razionalmente, sì, è proprio così: la realtà è fantastica.