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Come sei arrivata? In quante eravate?
Mi hanno fatto viaggiare in aereo, sono arrivata a Londra, senza problemi doganali, insieme ad altre cinque. Era il 2000
Poi cosa è successo?
All’inizio sembrava tutto bello, ma a Londra ci fecero stare settimane chiuse in casa, uscendo solo ogni tanto, di notte… ascoltavamo le telefonate dei nostri sponsor…è arrivata la merce…se non hai i soldi la vendiamo ad altri” telefonate che arrivavano da Parigi, da Amsterdam, da Torino…Abbiamo capito che la merce eravamo noi e non avevamo più nemmeno il coraggio di guardarci negli occhi…Poi mi hanno detto che a Londra non c’era lavoro e che dovevo andare a Torino.
Lì è iniziato il mio calvario. Quando ho capito che cosa intendevano per lavoro mi sono ribellata, ho detto cento no…poi la mia compagna di stanza che diceva anche lei no è stata uccisa e io ho capito che dovevo trovare una via di uscita, se volevo uscirne viva.
Chi ti ha liberata?
Mi sono liberata da me. Ho chiesto aiuto alle associazioni che lavorano contro la tratta, ma volevano che io presentassi una denuncia dei trafficanti e io non avevo capito chi fossero. Quando parlai con mio padre e gli chiesi aiuto, lui scoprii che l’agenzia di viaggi alla quale mi ero rivolta non esisteva più e attraverso le sue conoscenze in Tribunale capì che mi ero messa davvero nei guai: i capi di quel traffico erano persone potenti.
Che potevo fare, potevo forse denunciare dei personaggi del governo, la mia parola sarebbe bastata.
Così nessuno mi dette aiuto, mi respinsero e quando dissi basta fui quasi uccisa. Oggi ancora mi minacciano, ma non possono più farmi paura…vorrei essere più forte per stroncare il traffico, almeno ci provo.
Pensi di avere avuto più coraggio delle altre?
Non ho avuto coraggio, tutte le ragazze hanno coraggio. Pensa a quelle che non vengono in aereo, ma devono attraversare il deserto, in parte anche a piedi… molte muoiono durante il viaggio…loro hanno il coraggio delle disperazione. Il mio coraggio è stata la mia determinazione: appena ho capito la trappola ho iniziato a cercare una via di uscita e ad un certo punto ho detto basta e basta è stato, a tutti i costi
Cosa ne pensi dei provvedimenti contro lo stalking?
Penso che quei provvedimenti non riguardano noi vittime della tratta, penso che le clandestine sono stuprate un giorni sì e l’altro anche nel silenzio di tutti, che 200 sono stata assassinate in Italia in tre anni, che molte si ammalano perchè hanno paura di andare a curarsi, altrimenti le denunciano, così l’ultima morta è morta sputando sangue in strada per la tbc. Penso che non siamo prostitute, ma vittime della tratta e se non si capisce questo, noi resteremo vittime e schiave.
Sei impegnata in qualche progetto per salvare altre ragazze sfortunate?
Il mio Progetto ho dovuto costruirmelo. Ho messo la mia libertà al servizio di quelle che non trovano una via di uscita: ci sono tante associazioni ma riescono ad aiutarne solo una su dieci, troppo poco. Le avvicino, le ascolto, le accompagno a curarsi, le sostengono nelle relazioni affettive, nel parto, nelle paure, negli arresti, le accolgo a casa mia, la casa di Isoke e cerco di spiegare a tutti che la Bossi-Fini è sbagliata. Lavoro così da dieci anni, senza uno stipendio e senza un finanziamento perchè queste cose si fanno perchè è necessario e giusto farle, non per altro.
Senti addosso l’etichetta di ragazza di strada?
Non lo sono mai stata, neanche quando ero costretta a prostituirmi, quindi mi batto con orgoglio affinché le ragazze siano riconosciute come vittime della tratta e non come prostitute: Le prostitute hanno certo diritti, ma la loro è una questione diversa e se si fa confusione non si risolve nulla.
Pensi che ci siano tanti ipocriti? Perchè?
Si dice che in Italia ci sono nove milioni di clienti…loro sono un problema, anche se pure questo argomento è da approfondire…Ma i veri ipocriti sono quelli che fingono di affrontare il problema con leggi e soldi europei, dello Stato, dei comuni, delle regioni, ecc. e fanno tutto senza ascoltare noi, vittime ed ex vittime.
Se vuoi, raccontami l’episodio peggiore che ti sia capitato quando eri schiava dei trafficanti.
So che hanno ucciso la mia compagna di stanza per spaventare me e le altre…e non ho potuto fare nulla, ma non ho dimenticato. So che hanno sfruttato bambine e hanno usato bambini prendendo loro gli organi, ecc. ecc. non c’è un episodio, c’è una intera galleria degli orrori che mi fa dire alle donne italiane dateci una mano perchè vedete bene che la prostituzione è l’ultimo dei nostri problemi…
Cosa dovrebbe fare l’Italia per fermare con altri Paesi queste tratte?
Intanto basterebbe accogliere davvero le vittime della tratta, liberarle e trasformarle in agenti che in Nigeria o nei paesi di provenienza, tornano a raccontare la verità e a guardare in faccia i complici grandi e piccolo… Per far questo basterebbe utilizzare ex vittime per sostenere le vittime che non hanno coraggio. Ci vorrebbe una legge che dia subito documenti e dignità alle vittime e poi le accompagni… Sul piano internazionale le cose sono complicate e chi commercia in petrolio e sostanze ricche, se nel traffico ci finiscono anche delle persone pazienza… il problema è che ai diritti umani non ci pensa davvero nessuno…a fronte dei commerci tutto scade e le persone non contano nulla. E allora invece di pensare a cose impossibili pretendo si facciano qui le cose che sarebbe possibile fare e che non costerebbero quasi nulla…
Riesci a perdonare chi ti ha fatto tanto male? Sono riusciti a toglierti l’amore per te stessa?
Mi è stato difficile perdonare me stessa per esser stata tanto sciocca da cadere nella trappola. L’amore per me stessa l’ho ritrovato quanto ho trovato la forza per combattere e non restare sottomessa. Purtroppo non tutte trovano questa forza…per questo cerco di averla anche per loro
Li hai rivisti in qualche modo?
Non ho mai più visto quelli dell’agenzia, anche perchè da anni non torno in Nigeria dove, tra l’altro, mi si dice di tornare con delle precauzioni perchè la mia battaglia contro i trafficanti è ben nota; la scorsa settimana ho parlato della mafia nigeriana a Napoli, al vertici contro la mafia proposto da Libera e Flare; ero una delle testimoni internazionale
Ora hai un compagno?
Ho un compagno italiano che lotta con me da sempre
Ti piacerebbe avere dei figli?
Li avrò anche se devo rallentare il mio imepgno che mi prende 24 ore su 24
Quali sono i tuoi sogni?
Quelli di ogni donna: una famiglia, un futuro, ma non posso avere queste cose senza avere anche giustizia per le mie sorelle, liberarmi e fregarmene delle altre non mi sarebbe possibile, per cui sono pronta a tanti sacrifici…li faccio da dieci anni
Tornerai in Nigeria?
Certo, tornerò per fare il matrimonio tradizionale e per iniziare lì una missione di informazione delle ragazze
Rivedrai la tua famiglia? In qualche modo la responsabilità di quanto ti è accaduto di chi è ?
Rivedrò la mia famiglia, ma non mia madre che è morta quando ero ancora schiava. La sua morte è come se mi avesse messa al mondo una seconda volta; mi ha dato l’ultima spinta… non dovevo più preoccuparmi per lei e non dovevo più aver paura che se mi ribellavo facevano del male a lei…
In chi credi?
Credo nelle tante persone che mi vogliono bene e in mezzo alle quali voglio vivere e cercare di essere felice; credo nel mio compagno, credo nella possibilità che si faccia giustizia, finalmente, credo in Dio
Quanto aiuto ti danno le donne italiane?
Ci sono gruppi di donne, soprattutto in Umbria, in Toscane, nelle Puglie che mi sostengono con tenacia…mi vogliono bene e io voglio bene a loro…Laura Maragnani mi ha aiutata a scrivere il libro, Lorenza Maluccelli mi sostiene per gestire le attività con le ragazze, Elvira Dones mi ha aiutata ad avere una immagine più forte…serve… e tante, tante altre…e se cerco di fare la lista dimentico qualcuna che è molto importante. Ho fondato una associazione di vittime ed ex vittime e questa associane è parte del movimento delle donne, di tutte le donne, italiane e no…
Come vedi la condizione della donna italiana?
Dovrei dire che la donna italiana vive in una condizione privilegiata, ma lo dico solo paragonando la situazione italiana all’Africa. La donna è ancora oggetto di troppe violenze, la donna in genere, è in Africa è anche peggio.
Mi interrogo, allora sulla condizione dell’uomo che è responsabile certo della condizione di inferiorità e sfruttamento delle donne; ma qualcosa sta cambiando: il mio compagno con il nostro Progetto la ragazza di Benin City parla agli uomini che cercano prosittute e trovano schiave e questo lavoro è indispensabile non solo verso i clienti, ma verso tutti i maschi.
Conosci Maschile e Plurale? E’ una rete di autocoscienza maschile presente in tutta Italia e sempre più forte.
Le cose cambiano, se vogliamo….