Viaggio in terza classe, di Marta Ajò, L’Erudita, Perrone editore –
“Un libro che è anche, soprattutto, una testimonianza”
“Un libro che è anche, soprattutto, una testimonianza.
Che cerca di dare una spiegazione alle scelte individuali, all’approdo alle cose della politica e alle difficoltà che essa produce. Con uno sguardo più umano che “tecnico” rispetto ai protagonisti, dove la famiglia, l’amore, la maternità e il genere hanno un loro peso e una collocazione precisa. Soddisfazioni e dolori, risultati e fallimenti. Cercando di parlare con la pancia, senza schermi strumentali, dove le critiche non mancano ma non per fare notizia.”
“Un romanzo-testimonianza in cui l’autrice ha preferito non usare espedienti diversi dal racconto in prima persona per ripercorrere e seguire i cambiamenti sociali, politici della storia del nostro Paese negli ultimi decenni , raccontandoli da protagonista. In un filo unico che li unisce e li spiega. Un vissuto personale ma anche politico e culturale. Passando attraverso i grandi cambiamenti degli anni 70/90 fino ad oggi.
Un passato che è ancora presente nelle contraddizioni che ancora affiorano nel panorama politico e culturale. Non meri ricordi ma ricerca della sostanza che ha portato a battersi nel tempo per quei principi di civiltà e di diritto ancora in via di realizzazione nella politica attuale. Soprattutto un racconto che cerca di dare un volto umano alla “politica”, vissuta oggi come un insieme di luoghi di potere e corruzione, dove l’individuo pare non esistere.
Uno sguardo al femminile di un mondo tipicamente dominato, ancora oggi, dagli uomini.”
“Dopo”, ossia oggi, anche con ‘aiuti legislativi’, ci sono donne a guidare Ministeri e Aziende: nella maggior parte dei casi per competenza, sono arrivate a sedersi in prima classe nella considerazione politica e sociale. Anche a loro, per l’ancora pervasivo sessismo – radicato anche in certe menti femminili – toccano le insinuazioni di sempre, quelle su corsie preferenziali per la geisha di turno.
Paradossalmente, è un copione che le lega anche alle loro ‘antenate’, le gregarie che, ieri o l’altro ieri, hanno partecipato alla politica con fatica e sacrificio, viaggiando in terza classe, poiché, salvo mosche bianche, il posto del macchinista e le prime e le seconde classi erano monopolio maschile.
Alcune, poi, conobbero una breve parabola ascendente, prima di ripiombare nel vuoto cosmico. Eppure, sono quelle che hanno lavorato duramente, pianto, sudato, vissuto difficili rapporti familiari e sentimentali, rinunciato, per costruire le effettive pari opportunità per tutte e per le generazioni a venire.
E’ una parabola al femminile che emerge forte e chiara nel romanzo-testimonianza “Viaggio in terza classe” (Editrice L’Erudita) di Marta Ajò, per vent’anni dirigente del PSI, fra gli anni ’70 e ’90, il quale ci offre uno spaccato di vita vissuta e sofferta di una politica che ha saputo toccare baratri e vette, pur rimanendo ‘politica’, spazzata poi via dalla reazione giustizialista.
Entrata giovanissima nel PSIUP, al suo disfacimento Marta Ajò seguì la pattuglia che approdò al PSI di De Martino, rimanendo emarginata nella minoranza lombardiana e reiventandosi – come solo le donne sanno fare – in progetti innovativi sul web.
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Perrone Editore-L’Erudita
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