Il libro “Viaggio in terza classe” di Marta Ajò è stato presentato a Roma il 23 marzo nella sala Antonio Iervolino dell’Università Pegaso (piazza Navona).
Fra tante donne che hanno fatto la storia delle conquiste femminili negli anni 70 da protagoniste, come le donne dell’UDI (Unione Donne Italiane, movimento nato nel 1945, ora Unione Donne d’Italia) e molti uomini, hanno disquisito sul libro di Marta Ajò, che è stata fra quelle protagoniste, e su quel periodo, dopo i saluti di Alessandro Bianchi, rettore dell’Università Pegaso, Luciana Castellina, Graziella Rivitti e Beppe Sangiorgi, moderati da Guido Compagna. Presente anche la Direttore Editoriale della Casa Editrice Lerudita, Maria Francesca Gagliardo.
E’ una parabola al femminile che emerge forte e chiara nel romanzo-testimonianza “Viaggio in terza classe” (Editrice Lerudita) di Marta Ajò, per vent’anni dirigente del PSI, fra gli anni ’70 e ’90, il quale, ci offre uno spaccato di vita vissuta e sofferta di una politica che ha saputo toccare baratri e vette, pur rimanendo `politica’, spazzata poi via dalla reazione giustizialista.
Il libro è una testimonianza di un periodo e delle difficoltà che le donne avevano nell’affermare i propri diritti paritariamente nella vita e nella politica. Conquiste importanti , umiliazioni, con la sensazione di essere sempre di terza classe, emarginate, ma sempre combattive e fiere, tanto da raggiungere risultati importanti, che oggi rischiano di essere vanificati. Non è un libro di nostalgiche memorie, ma la testimonianza da consegnare alle nuove leve, che spesso danno per scontate quelle conquiste, perché anche loro da oggi prendano questo vissuto come partenza per altre conquiste, magari con la stessa forza, dignità e perseveranza delle loro predecessore.
Entrata giovanissima nel PSIUP, al suo disfacimento Marta Ajò seguì la pattuglia che approdò al PSI di De Martino, rimanendo emarginata nella minoranza lombardiana e reiventandosi – come solo le donne sanno fare – in progetti innovativi sul web.
Una donna in cammino nel Novecento. La vita di Marta Ajò, descritta nel libro, incarna le lotte delle donne nella politica italiana, le sue tappe coincidono con le date della storia.
Dalla fine della seconda Guerra Mondiale all’ingresso giovanissima e con tanto ardore e speranze nel PSIUP (Partito socialista Italiano di Unità Popolare), dal suo disfacimento all’approdo nel PSI di De Martino, dal contrasto con Craxi, rimanendo emarginata nella componente di sinistra lombardiana, che mirava all’unione delle sinistre compreso il PCI, sino ad arrivare al Ministero degli esteri con Gianni de Michelis, rivestendo incarichi istituzionali per poi doversi reinventare, come solo le donne sanno fare, dopo la rovinosa caduta del partito con Tangentopoli, in progetti innovativi nel web.
Questo libro, però, non riguarda solo il lato politico della sua vita, ma, non meno importante, emerge la sua dimensione privata, vissuta con dignità e consapevole coraggio, come tante donne di quel periodo..
Marta Ajò dà voce, con una prosa elegante, garbata e coinvolgente, non solo alle proprie difficoltà di giovane donna che si affaccia in un mondo pieno di pregiudizi, ma anche a tutte le altre donne che, come lei, vivono ancora con la sensazione di dover viaggiare perennemente in terza classe.. Ma per l’autrice la cosa più importante è una sola: rimanere sempre fedeli a se stesse.
“Dopo”, ossia oggi, anche con ‘aiuti legislativi’ come la legge sull’obbligo della presenza di entrambi i generi nei CdA delle società quotate in borsa e quelle a partecipazione statale, ci sono donne a guidare Ministeri e Aziende: nella maggior parte dei casi per competenza, sono arrivate a sedersi in prima classe nella considerazione politica e sociale, determinando una crescita in consapevolezza e redditività, oltre organizzativa. Anche a loro, per l’ancora pervasivo sessismo – radicato anche in certe menti femminili – toccano le insinuazioni di sempre, quelle su corsie preferenziali per la geisha di turno nel sultanaggio del momento..
Paradossalmente, è un copione che le lega anche alle loro “antenate, le gregarie che, ieri o l’altro ieri, hanno partecipato alla politica con fatica e sacrificio, viaggiando in terza classe, poiché, salvo mosche bianche, il posto del macchinista e le prime e le seconde classi erano monopolio maschile.
Alcune, poi, conobbero una breve parabola ascendente, prima di ripiombare nel vuoto cosmico. Eppure, sono quelle che hanno lavorato duramente, pianto, sudato, vissuto difficili rapporti familiari e sentimentali, rinunciato, per costruire quelle pari opportunità per tutte e per le generazioni a venire, ancora oggi spesso messe in discussione dagli apparati maschili e maschilisti.
Marta Ajò, scrittrice e giornalista, è stata Dirigente Nazionale nel PSI. Ha progettato il primo sito Istituzionale per le Commissione Nazionale per le Pari Opportunità” (Organismo svincolato dal Governo e composto da donne nominate dai vari enti, partiti, sindacati ed associazioni, trasversale e, forse per questo, successivamente sciolto) presso la Presidenza del Consiglio che ha diretto fino al 2004. In seguito ha aperto il sito giornalistico d’informazione “donneierioggiedomani.it.
Prima di questo libro, ha scritto “La donna nel socialismo italiano tra cronaca e storia”. 1892-1978 “ (1979), “Il trasloco” (2007) e “Un tè al cimitero” (2009).