La questione che balza oggi su tutti i notiziari della televisione francese è riguardo alla pedofilia.
Il Cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, è oggetto di due procedimenti giudiziari per la mancata denuncia di presunti abusi sessuali compiuti da sacerdoti.
La Chiesa cattolica francese risponde allo scandalo di pedofilia, che ha coinvolto la diocesi di Lione annunciando una serie di misure. La prevenzione del fenomeno è fondamentale con la istituzione di gruppi di ascolto e di accoglienza e di una commissione indipendente, formata da non religiosi, per considerare il fenomeno e dare pareri alle autorità ecclesiastiche.
Il presidente della conferenza dei vescovi di Francia, Georges Pontier, ha istituito una commissione esterna di esperti, perché con i nostri sacerdoti c’è una relazione più stretta di quella che c‘è in un’azienda, tra capi e dipendenti, quindi- dice il vescovo-“ si crea una prossimità che può essere controproducente in certe occasioni.”
La libertà in Francia è il simbolo della storia d’Europa e anche il solco di un percorso di legalità. Pertanto va compreso come il fenomeno debba essere riconosciuto nelle leggi, prima che nelle istituzioni sociali. La pedofilia è affare di Stato in Francia. Nel 2014 l’associazione Sos Education ha lanciato una petizione, ha raccolto sin ora 35mila firme per una mostra del Museo della Scienza e dell’Industria di Parigi. La mostra “Zizi sexuel” era rivolta ai bambini tra i 9 e 14 anni.
C’era una campana con moltissimi profilattici colorati e ben gonfiati, una sagoma di una donna nuda senza testa dove le bambine possono metterci la loro di testa per provare l'”ebbrezza” di mostrarsi nude davanti a tutti, un letto dove i bambini guardano scene di sesso. In una stanza poi c’era la possibilità di ascoltare la descrizione di cosa sia la masturbazione o l’omosessualità. In questa stanza era vietato l’ingresso degli adulti.
Nella mia città, Bari,l’ex governatore Vendola ha organizzato un evento, qualche anno fa, chiamato “ Primavera dei diritti” ed io mi sono interessata a questo evento organizzato dalla Regione Puglia per una settimana di incontri. Anche qui erano invitate le scolaresche a conferenze, spettacoli con illustri personaggi italiani e stranieri. La mia attenzione alla conferenza- dibattito fu verso un professore Francese che dialogava con un Americano esattamente sulla stessa questione di cui vorrei porre l’attenzione : il consenso nella minore età.
L’età del consenso varia da Stato a Stato; la media oscilla fra i 14 e i 16 anni, con punte verso il basso di 12 e verso l’alto di 20. In alcune nazioni il concetto legale di “età del consenso” è del tutto assente e ci sono Stati dove l’età del consenso è differente tra i rapporti eterosessuali e quelli omosessuali.
In Italia l’età del consenso è fissata a 14 anni, può salire o scendere a seconda dei casi. Infatti sale a 16 anni se uno dei due partner ha qualche forma di autorità o convivenza sul/la partner più giovane, ad esempio nel caso di insegnanti, catechisti, educatori, fratelli e/o sorelle maggiori, assistenti sociali, medici curanti e pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni. L’età sale a 18 anni se il fatto è compiuto dal genitore (anche adottivo), da un parente o dal tutore, o da una persona che convive con questi, nei confronti di un minore cha ha comunque compiuto 16 anni ed avviene abusando dei poteri connessi alla propria posizione; scende, invece, a 13 anni se i due partner sono entrambi minorenni, a condizione che vi sia una differenza d’età non superiore a 3 anni.
Torniamo ove tra il ‘77 e il ‘79 il Parlamento era in discussione per la riforma del Codice penale, e dove numerosi intellettuali francesi si sono schierati a favore dell‘abolizione della legge sull’età del consenso. Molti filosofi e pensatori, tra i quali Michel Foucault, Jacques Derrida e Louis Althusser, hanno sottoscritto una petizione indirizzata al Parlamento, chiedendo l’abrogazione di numerosi articoli di legge e la depenalizzazione di qualsiasi rapporto consenziente tra adulti e minori di quindici anni (età del consenso in Francia).
Autorevoli sessuologi francesi, Alain Giami e Gert Hekma nel libro Révolutions sexuelle parlano del concetto di rivoluzione sessuale e specificano frasi chiave tipo:” la sessualità nel matrimonio, la riproduzione e il sesso, l’emancipazione politica e personale di gay e lesbiche, la proliferazione di tali istanze, l’importanza di piaceri erotici per del benessere generale, un atteggiamento più rilassato verso il comportamento sessuale “(p. 12). La discussione è stata seguita dagli stessi autori nel successivo capitolo, analizzando gli sconvolgimenti degli anni 1960-1970, in linea con le fasi precedenti delle norme sessuali, un braccio di ferro tra la critica della morale Cattolica e tra libertini ed i filosofi illuministi. Lo sviluppo delle utopie socialiste dell’era industriale nascente, la costituzione di un sapere medico sulla sessualità alla fine del XIX secolo e, infine, la sintesi tentata tra il marxismo e il freudismo portano a pensare ad un’ emancipazione che è sia sessuale sia sociale.
In seguito, la rivoluzione sessuale degli anni 1960-1970 è stato caratterizzata per la sua dimensione politica: si pensava che solo un cambiamento politico sarebbe stato in grado di sconvolgere radicalmente le intimità, ed infatti questo si è realizzato.
La cultura di oggi porta ad una sessualizzazione precoce dei bambini con effetti devastanti sui comportamenti sessuali che diventano precocissimi e deviano lo sviluppo del bambino verso l’atto sessuale.
Vogliamo discuterne anche qui in Italia, fuori dalla politica e dal giudizio morale, per un espansione del valore della morale alla società dall’ambito scientifico sessuologico in primo luogo, per passare alle leggi dello Stato e nuovi sistemi evoluti delle istituzioni scolastiche a tutela degli adolescenti e dei bambini?