Le passioni per il modellismo dinamico, per l’aeronautica e per la tecnologia e la cultura asiatica hanno
portato Noemi Salaris, con il suo compagno Andrea Zamuner Cervi, ad interessarsi al mondo dei droni e a scommettere su questo settore. Intervista a Noemi Salaris progettista droni della ProjectEMS
di Lucia Gerbino
Le passioni per il modellismo dinamico, per l’aeronautica e per la tecnologia e la cultura asiatica hanno portato Noemi Salaris, con il suo compagno Andrea Zamuner Cervi, ad interessarsi al mondo dei droni e a scommettere su questo settore. L’abbiamo intervistata perché Noemi è la prima donna sarda che si occupa di droni in Italia, e perché il loro progetto di lavoro, fondando la ProjectEMS (www.projectems.it) costituisce una vera e propria sfida tutta italiana che ben coniuga professionalità e creatività. Circa tre anni fa, infatti, Noemi, visitando il “Miraikan” a Tokyo, la capitale del Giappone, ha potuto vedere con i propri occhi un drone Rover, di tipologia terrestre: un drone progettato per aiutare i soccorsi in caso di terremoto e/o grandi catastrofi. Per questo ha deciso, rientrando in Italia di intraprendere un business legato a questa straordinaria tecnologia. Noemi, da quel momento, si occupa di droni volanti (sia ala fissa che ala rotante), che operano a bassa quota ed in ambito strettamente civile, senza essere coinvolti con l’utilizzo militare dei droni e al concetto di guerra. Sarebbe bene ricordare che in diversi casi i droni militari sono stati utilizzati per missioni tutt’altro che belliche. Ad esempio, nel periodo dell’incidente della centrale nucleare a Fukushima, alcuni rilevamenti e controlli furono proprio compiuti da droni militari. Infatti bisogna credere ad una possibile convergenza nel concept del drone tra l’utilizzo militare e quello civile, in quanto l’uno possa integrare l’altro. L’utilizzo del drone può, infatti rafforzare nelle generazioni future il bisogno di una educazione alla Pace, o meglio, incrementare una convivenza di equo rispetto tra i popoli sia pure nelle diversità etniche/culturali/religiose/economiche. In questa prospettiva interpelliamo Noemi, per cercare di definire una “ermeneutica” di genere del drone, ovvero quanto la robotica presenta dei limiti una “netiquette” da rispettare per l’universo femminile.
1) Noemi, dopo un periodo sperimentale di progettazione, come ti senti “a regime” in un ambiente che ancora e’ prevalentemente maschile, hai potuto esprimere a 360 gradi tutta la tua creatività e sensibilità’ femminile, oppure ne hai dovuto sacrificare alcune componenti, a favore di una certa economica paradigmaticità, che in fondo caratterizza il mercato attuale?
Trattandosi di un settore molto tecnologico e tecnico penso che una certa paradigmaticità sia ovviamente richiesta, ma è una caratteristica che fa parte della mia persona e con cui mi trovo a mio agio, in fondo sono sempre stata una persona con i piedi per terra. Portare avanti un’impresa, tuttavia, richiede diverse sfaccettature è quindi sì, richiesta la paradigmaticità, ma sicuramente anche grande creatività per raggiungere tutti i segmenti di mercato. Il pubblico cerca persone e servizi che possano farli in un certo senso “sognare” quindi la creatività è dote necessaria da avere e allenare quotidianamente! Infatti noi di ProjectEMS pensiamo sempre a nuovi corsi per far apprendere e divertire i nostri clienti. Ultima nostra creazione è il corso di pilotaggio droni FPV (http://shop.projectems.it/prodotto/corso-di-pilotaggio-droni-fpv/) che si svolgerà il 28 Maggio a Milano, creato sull’onda del nuovo sport nascente dell’FPV racing, corse effettuate con piccoli droni guidati in prima persona dal pilota che vede in tempo reale ciò che vede il drone.
2) Hai incontrato altre giovani donne nel tuo settore? le reputi più competitive e capaci anche nel creare nuovi scenari strategici per il marketing del settore Droni? Stavo pensando, ad esempio, le riprese per i matrimoni oppure quelle di soccorso per situazioni estreme…
So che ci sono altre donne che lavorano in questo settore, tutte con la propria specializzazione, e lo fanno in modo ottimo. Tuttavia ad oggi non mi è ancora capitata l’occasione di conoscerle di persona, sicuramente capiterà in futuro. Ne approfitto inoltre per ricorde a tutti che i matrimoni e il sorvolo di persone in generale, sono sempre vietati e illegali in tutta Italia, in quanto operazione pericolosa.
3) Nel settore tecnologico credi che si abbia sempre più bisogno di una specializzazione al femminile sia in termini occupazionali, che nella formazione? Hai pensato di aprire una scuola per donne pilote, magari nella tua Sardegna ?
Sicuramente in questo settore c’è una maggiore occupazione maschile, tuttavia penso che quello che conta davvero sia la passione, indipendentemente dal sesso maschile o femminile della persona. Essendo un settore con avanzamento tecnologico continuo, è necessario aggiornarsi praticamente quotidianamente! Per quanto riguarda una scuola di piloti tutto nostra, abbiamo partnership ben consolidate con scuole di volo già esistenti, quindi per ora non ho in progetto di aprirne una.
4) Nel quadro dell’attuale situazione in Italia sulla base della ricerca “Digital gender gap: valorizzare il talento femminile nel settore tecnologico”, condotta da NetConsulting cube per CA Technologies e Fondazione Sodalitas, presentata nel convegno “Donne al cuore dell’innovazione digitale, sarebbe importante colmare le differenze con un’educazione più capillare, come avvio al lavoro, senza alcun pregiudizio di “genere”, tu che ne pensi a proposito dell’ambito dei Droni ?
Certamente l’apporto femminile in un settore in cui per ora mancano molte figure femminili, porterebbe una ventata di innovazione nel settore, con idee nuove e diverse. Ma sicuramente appena il settore si amplierà ulteriormente, ci saranno moltissime donne a lavorare con i droni. Già ora, rispetto a quando il mercato droni era appena nato, le donne che lavorano in questo settore sono in decisa crescita.
5) I dati già lo confermano: rispetto ai colleghi maschi, le donne sarebbero più inclini al problem solving, al multitasking, alla gestione dei rapporti interpersonali e al team working. Nella tua esperienza, quale hai preferito?
Sicuramente tra le competenze che hai elencato, quella del multitasking è quella più adatta a me. Quotidianamente svolgo i task che in altri settori farebbero 2 o 3 persone, e lo stesso fa anche il mio collega Andrea. Ma in questo settore e in una piccola impresa è lo standard per andare avanti, altrimenti si resta indietro.
6) Nel problematico rapporto tra Le donne e la Scienza, prevedi un “sorpasso rosa” ? Sottoscriveresti il seguente slogan: Pari opportunità per pari capacità?
Certamente. A pari capacità non ci devono essere differenze date dall’essere maschi o femmine. In un lavoro quello che conta è la competenza della materia e la capacità di lavorare, il resto poco conta. Ma a questo riguardo c’è ancora da fare tanta strada in tutto il mondo.