70 anni in 46 Carte in 70 ritratti di donne
1946 – 2016 Donne in gioco l’evento dell’anno in occasione del 70esimo del Diritto al Voto delle Donne a Foggia.
Primo gioco europeo sulla storia delle donne in chiave giuridica
Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé. Pablo Neruda
Parlare della storia delle donne usando un gioco di carte appare creativo ed intelligente, come dice la psicologa Annamaria Liberatore. Perché tutti i più grandi teorici della psicologia infantile hanno sottolineato quanto il gioco sia importantissimo nella crescita di ogni persona.
Piaget parla del gioco quale strumento che “consente al bambino di assimilare l’esperienza circa l’ ambiente che lo circonda, ai propri schemi mentali”.
Winnicott lo individua quale fondamentale attività di conoscenza, poiché “E’ nel gioco che l’individua, bambino o adulto, è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé”. Ma soltanto chi come me ha avuto occasione di interagire con bambini con problematiche cognitive o con patologie comprese nello spettro autistico sa che non è così scontato saper giocare, saper utilizzare un giocattolo o conoscere le modalità con cui esso può diventare strumento di comunicazione e di relazione con l’altro. In questi casi, saper giocare diventa una conquista.
Ma quando e perchè il gioco diventa, per dirla con la nuova denominazione usata dal DSMV, Gamblingdisorder ? La psicoanalisi ci aiuta ad avere una possibile lettura del perché.
Freud parla di ” gioco simbolico” come quel gioco con il quale il bambino cerca di superare l’ansia e l’angoscia dovute, ad esempio, all’allontanamento della madre, e dice che nel bambino è presente una tendenza inconscia, che chiama “coazione a ripetere” , che lo spinge a ripetere comportamenti schematici che derivano da esperienze conflittuali… Quindi a ripetere un’esperienza dolorosa. Perché?La spinta a replicare è sostenuta dal tentativo di elaborare psichicamente, di impadronirsi di un evento che ha suscitato una forte impressione emotiva e, dice Freud, la coazione a ripetere diventa così primaria ed indipendente dal principio del piacere. In questo senso, Freud ha visto il gioco d’azzardo come una sfida con il destino (che nasconde la figura del padre) ed il senso di colpa associato come il motivo che costringe il giocatore a ripetere, soprattutto se non vince.
Il giocatore continua a giocare a causa di un senso di colpa che deve essere espiato e, quando sperimenta di ottenere sollievo in caso di non vincita, la sconfitta assume la forma di un’ autopunizione che lo fa stare momentaneamente meglio. Quindi il problema ad un certo punto è che il giocatore non gioca per vincere soldi , ma per il gioco d’azzardo in sé ( “gioco d’azzardo per il gioco d’azzardo ” , secondo Dostoevskij ). Per parlare del quando il gioco diventa una malattia,osserviamo che attualmente l’età media in cui un bambino scommette per la prima volta è di 12 anni , un’età media inferiore se paragonata a quella del primo utilizzo dialcool, tabacco o altre droghe. La media europea dei giocatori giovanissimi è superiore a quella degli adulti.
La città di Foggia ha vissuto un evento importante il 24 e il 25 maggio. La Provincia, nella Sala del Tribunale della Dogana si è animata con tante donne e uomini, ragazze e ragazzi per celebrare il diritto al voto delle donne. Dopo Roma, con la Camera dei Deputati, lo scorso 10 marzo, Foggia ha ospitato infatti il secondo evento nazionale del progetto Donne in Gioco, ideato dalla dott.ssa Elena Luviso, già patrocinato dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei Deputati, MISE, MIUR, Università degli Studi di Foggia e di Cassino e del Lazio Meriodionale, Roma Tre, Tor Vergata e dall’ A.D.E.C.O.C (Associazione Diritti e Culture Organizzare Comunicando, di cui è Presidente nazionale la stessa Elena Luviso. Patrocinato dalla Consigliera Nazionale di Parità Franca Bagni Cipriani, dalla Pres. on Livia Turco Fondazione Iotti parte integrante del progetto.
E’ bene rammentare che Donne in Gioco, pur avendo goduto di un’abbondante rassegna stampa in occasione della Conferenza Stampa di presentazione a Roma il 1° marzo e della giornata svoltasi a Roma il 10 marzo, è un gioco formativo-educativo che attraverso anche carte da gioco del tutto particolari, dedicate a personagge provenienti dai più disparati ambiti, politici come le Costituenti, culturali, economici, artistici, racconta la storia italiana dal 1946 a oggi.
Donne in Gioco, figlio di un progetto educativo – formativo ben più vasto, è il primo gioco europeo sull’alfabetizzazione di genere in chiave giuridica secondo un metodo applicativo pedagogico sperimentale; il primo gioco secondo la logica del doppio binario della riconoscenza e della riconoscibilità in una ottica interdisciplinare e integenerazionale.
Il Progetto Donne in gioco ideato da Elena Luviso e condiviso con molte donne in un’ottica intergenerazionale, risponde a quattro fondamentali esigenze:1) celebrare il 70° della Costituente, e quindi la carta costituzionale che sancì la nascita della Repubblica democratica. 2) ricordare attraverso alcune delle donne che ne fecero parte, un capitolo di storia sociale e politica prevalentemente sconosciuto. 3) disegnare meglio il contributo che dopo di loro, molte donne, di diversissima estrazione sociale, culturale, politica, hanno continuato a dare all’Italia, fino a oggi, nei più disparati settori. 4) prevenire la ludopatia, fenomeno sempre crescente nei giovanissimi e nelle giovanissime Donne negli ultimi anni.
Il Progetto si presenta, in modo innovativo, sotto forma di carte da gioco, ognuna delle quali raffigura volti femminili, disegnati da un artista, che hanno raggiunto traguardi importanti. Il periodo scelto è dalla metà degli anni Quaranta del Novecento, fino alla contemporaneità. Si basa sulla teoria del gioco formativo, con la convinzione che i giochi non debbano essere destinato soli ai bambini, escludendo per gli adulti qualunque forma d’impegno mentale o aggiornamento culturale. Di conseguenza, questo progetto ha uno scopo ludico e insieme istruttivo; trattandosi di figure femminili accresce la conoscenza presso le giovani generazioni, senza contenere riferimenti sessuali offensivi; può costituire anche un insegnamento indiretto contro la ludopatia: il gioco, infatti, non include danaro e non provoca dipendenza.
Generosamente, le giornate sono state dedicate a Emma Francavilla, psicologa foggiana e tesoriera dell’Ordine degli Piscologi Regione Puglia e donna impegnata nel sociale che un destino non felice ha portato via molto giovane.
I temi che hanno fatto da collante alle giornate del 24 e 25, sono stati evidenti: il confronto fra generazioni, femminili e maschili, tante, visto che gli anni che segnano il passaggio da una generazione all’altra si sono abbreviati. Ormai sono sufficienti dieci anni per marcare le differenze. Il concetto di staffetta era presente fin dall’inizio con l’apertura dei lavori, affidata a Fiorenza Taricone, Università di Cassino e Lazio Meridionale, anche in veste di Consigliera di Parità di Frosinone, e Antonietta Colasanto, in un certo senso padrona di casa, come Consigliera provinciale di parità, che ha creduto subito nel progetto e continua a sostenerlo, la giornalista Daniela Eronia, la psicologa Claudia Cammeo. Tutte dentro al gioco, perché a loro volta autrici delle carte di alcune personagge.
Numerosi e graditi i Saluti delle Autorità, a iniziare da Maria Tirone, Prefetta, che non ha fatto solo un discorso di circostanza, ma è entrata nel dettaglio della manifestazione, facendo un excursus del faticoso iter che ha fatto conquistare alle donne il diritto di cittadinanza. Il Questore Piernicola Antonio Silvis ha elogiato la bravura femminile anche negli incarichi più alti, come nel caso della Prefetta; per lui, il genere non ha importanza rispetto alle qualità che alcuni lavori esigono come quello della Prefetta: decisionismo, abnegazione, precisione.
Un intervento altrettanto puntuale è stato quello del Presidente della Provincia, Francesco Miglio, che ha ospitato i lavori nel bel palazzo, sede della Provincia. Il pubblico e le relatrici hanno particolarmente apprezzato i suoi riferimenti alle donne foggiane che sono state un esempio per la città, mai ricordate come meriterebbero. Il Rettore dell’Università degli Studi di Foggia, Maurizio Ricci, altrove per impegni istituzionali, ha incaricato dei saluti una Docente di Matematica dell’Ateneo, che ha sottolineato la fatica per le donne, rimasta immutata, di salire ai vertici delle professioni, soprattutto in un settore come quello delle scienze pure o esatte.
In coerenza con lo spirito del Convegno e del Progetto, il dialogo fra generazioni, non poteva mancare un doppio intervento poetico: la lettura da parte di una giovanissima Giorgia Ricci della poesia Donnità, scritta da Edda Billi, che a sua volta ha letto una evocativa lirica sulle sirene, così fortemente simboliche del genere femminile.
Non capita spesso che s’incontrino una femminista romana, anche se di origine maremmana, fra le fondatrici negli anni Settanta di uno dei più attivi collettivi della capitale, Pompeo Magno, Presidente dell’Associazione dedicata ad Alma Sabatini, poeta attenta al linguaggio sessista e una donna del futuro, che forse non ricorderà più il suo nome, ma il significato dell’incontro, magari sì.
Riguardo ai problemi legati al gioco negli adolescenti, sono stati individuati diversi fattori di rischio, come avere i genitori con problemi di giocoe/o la famiglia con problemi sociali, possesso di una maggiore impulsività.I dati inoltre suggeriscono come l’età precoce di insorgenza del gioco d’azzardo possa influenzare il funzionamento della salute mentale nel corso della vita .
Ad esempio, i giovani giocatori adulti che hanno iniziato il gioco d’azzardo in adolescenza sono risultati essere più propensi a segnalare i problemi da uso di sostanze che non i giovani giocatori adulti che hanno iniziato il gioco d’azzardo in età adulta.Tassi elevati di consumo di alcol , l’abuso e la dipendenza sono riportati in associazione con il gioco d’azzardo nei ragazzi e nelle ragazze adolescenti rispetto ai loro coetanei nongambling.
L’intera rete nazionale delle Consigliere di parità era rappresentata dalla Consigliera Nazionale di parità, Franca Bagni Cipriani, che ha ricordato le difficoltà lavorative crescenti che le ragazze incontrano nel mercato del lavoro, indice di problemi irrisolti. Serenella Molendini, Consigliera di parità della Regione Puglia, altra convinta sostenitrice del progetto, è partita da illustri filosofi dell’antichità, Aristotele e Platone, per ricordare come gli stereotipi siano senza tempo.
L’ospite d’onore, in un certo senso, è stata l’on. Livia Turco, Presidente della Fondazione Iotti, che ha avuto un doppio ruolo: aver creduto nel progetto e aver scritto la carta di Leonilde Iotti, di cui ha parlato lungamente nel suo intervento, evidentemente mosso dalla passione politica. Come sempre, in qualunque parte vada, Livia Turco, ha potuto toccare con mano come le donne italiane abbiano continuato ad amarla, anche dopo la fine del mandato dei suoi incarichi politici, come hanno sottolineato Elena Luviso, Fiorenza Taricone, legando il suo operato a una bella politica di cui si sente la mancanza.
Per l’associazionismo femminile, così necessario alla società civile, ha preso la parola Pia Petrucci, Presidente nazionale della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), preceduta anche dai saluti della Presidente del Distretto Angela Fiore di Foggia.
Una novità ha rappresentato la personaggia che farà parte delle prossime carte, la fondatrice della Fidapa in Italia, Maria Castellani, giornalista, plurilingue, dirigente nelle Amministrazioni pubbliche negli anni Trenta, che in un viaggio in America negli anni Quaranta aveva già intuito le potenzialità del computer. Per la Fildis (Federazione Italiana Laureate Diplomate Istituti Superiori), associazione nata nata nel 1920-’22 alle soglie del fascismo e poi rinata nel 1944, pronta a chiedere insieme all’Unione Donne Italiane il diritto di voto, poco prima del ricnoscimento, la Presidente nazionale Gabriella Anselmi; insegnante di matematica, anche all’estero, infaticabile promotrice di eventi, legati non solo alla condizione femminile, ma ai giovani tout-court, ha parlato della necessità di una moderna alfabetizzazione, che si lega direttamente al cuore del progetto Donne in Gioco, esempio per l’appunto di un modo diverso di raggiungere la quotidinità delle giovani generazioni.
Particolarmente interessante è stata la presentazione della scheda di Nilde Iotti nelle tre lingue più note, francese, inglese, spagnolo da parte della coordinatrice di questo settore, Fabiola Del Vecchio.
L’intensa giornata è stata intervallata dalla bravura degli studenti dei Licei Lanza-Perugini, dell’ICS da Feltre, e Zingarelli; i più giovani hanno eseguito brani con strumenti a percussione, i più grandi, piano forte e violino. Grandi applausi ha riscosso Michele Carrabba, con il suo inimitabile sassofono che insieme a Marco Contardi ha rischiato un bis da parte della platea. La Mostra dei ritratti effigiati nella carte da gioco, appena fuori della Sala, ha avuto un via vai di persone: quelle più mature indicavano ai giovani l’identità delle tante donne ritratte, opera di giovani artisti foggiani, tra cui soprattutto Louis Antonio Palumbo. Dopo la chiusura dell’intensa giornata, affollata e emozionante, l’appuntamento si è spostato alla mattina successiva.
In apertura del 25, ha dato i Saluti Giuseppe Trecca, Dirigente del Liceo Lanza di Foggia, e Anna Stellacci dell’ICS Vittorino da Feltre-Zingarelli. Il tema della mattinata era molto attuale, spostato sulla ludopatia, il versante poco benigno delle carte da gioco. Giuseppe Mammana, uno dei maggiori esperti italiani, direttore del Sert Foggia – Lucera, che aveva lasciato anche i Saluti da parte dell’Ordine dei Medici di Foggia, e Isabella Lucera Lanzillotta, sempre del Sert, hanno illustrato tramite slides i concetti cardine della ludopatia, i rischi, le terapie, confermando che le donne hanno un’alta propensione alla patologia. Elena Luviso ha poi raccolto le opinioni e i commenti dal pubblico, che hanno fornito una riprova a quanto era stato detto. Pippo Cavaliere Presidente della Fondazione Buon Samaritano, non ha disegnato un quadro più confortante, soprattutto quando ha quantificato il profitto che i giochi d’azzardo ricavano dalla patologia dei consumatori, più di ottanta milioni annui, un piccolo bilancio statale. Franca Dente ha portato i saluti dell’associazione Impegno Donne di cui è Presidente, condividendo la validità del Progetto Donne in Gioco, e rimarcando la necessità di una pratica della solidarietà fra donne all’interno delle associazioni, per essere in grado di esportarla al di fuori.
La mattinata si è chiusa con la giovane imprenditrcie Maria Elena Ritrovato che ha presentato la sua personaggia: Elsa Schiapparelli, geniale come Coco Chanel, ma molto meno famosa di lei.
A chiudere l’emozionante Convegno-Mostra nel pomeriggio è stato un work-shop di bioenergetica, dal titolo Thing to do love myself, a SportArea Centro Sportivo, imperniato su tre concetti basilari soprattutto per le donne di oggi: autostima, dipendenze, potere, quest’ultimo strettamente correlato alle Carte.
A presentare, Elena Luviso, Luisa Algranati Cusenza, Antonietta Colasanto; a condurre, lo psichiatra Nicola De Mattia e la psicologa e psicoterapeuta Claudia Cammeo tutti parti integranti dell’intero progetto educativo che ha tra i vari obiettivi quello di prevenire la ludopatia: diffondere il concetto di squadra, di gioco “tendente al sano”, affrontare le tematiche che ruotano sulle dipendenze su un fenomeno sempre crescente tra i giovani e le giovani e le donne. Lo slogan che affianca la campagna di prevenzione Tra la Libertà e la Schiavitù è sottile. Scegli!
L’eleganza intelettuale della ideatrice e organizzatrice degli eventi nazionali di Elena Luviso, oramai nota ai più da diversi anni sul territorio italiano, in stretta collaborazione di Antonietta Colasanto, forte sostenitrice dell’alfabetizzazione di genere e del progetto, l’encomiabile sostegno del dottor Luigi Fantetti, Banca Mediolanum e della prof.ssa Fiorenza Taricone, hanno contribuito a presentare il 2° evento dell’anno in occasione del 70esimo del Diritto al voto alle donne in una dimensione di assoluta originalità. Ogni tappa di Donne in Gioco lascia l’impronta di una mappatura geografica scientifica di non poca valenza. Lo scambio integenerazionale da simbolico acquista forme varigate emotive emozionali assai intense.
Elena Luviso, Antonietta Colasanto e Fiorenza Taricone porteranno Donne in Gioco in tutte le scuole e Università della Capitanata e del frusinate fino al febbraio 2017 con l’ausilio della Cons. nazionale di parità Franca Bagni Cipriani e della Cons. di Parità Serenella Molendini Regione Puglia. Determinante la squadra degli psichiatri coordinati Nicola De Mattia e Luisa Algranati Cusenza e della squadra delle psicologhe/i Claudia Cammeo, Anna Maria Liberatore.
Un Convegno-Mostra e un progetto insomma che hanno reso onore alla città di Foggia, e motivo di riflessione per i media che a volte non sottolineano a sufficienza le positività espresse da donne e uomini italiani.