La violenza è una responsabilità sociale e la nostra coscienza qualcosa con cui, un giorno, dovremmo fare i conti.
Sara con i suoi ventidue anni e nessun futuro.
Chissà cosa avrà pensato negli ultimi istanti di vita.
Un ragazzo che un tempo diceva di amarla le ha dato fuoco e l‘indifferenza dei passanti ha contribuito ad ucciderla.
Forse avrebbe voluto urlare :
sono Sara, non sono una tossica, non sono una che fa finta di avere bisogno di aiuto e poi vi rapina, non sono una che ha solo litigato col fidanzato ma, in fondo, se l’e’ cercata!
Sono Sara, sono una studentessa che ama la danza, una che d’estate lavora per potersi pagare gli studi, una che chiama sempre a casa per dire: mamma sto tornando.
Anche stasera l’ho fatto, mamma può confermare!
Sara brucia e con lei diventa cenere anche l’ultima speranza di redenzione per chi non vuole vedere .
Per chi ha perso l’occasione di salvare una vita, anche solo facendo una telefonata e continuando a farsi i fatti propri.
Per chi pensa che il femminicidio non esiste.
Per chi continua a dire che è un omicidio e basta. Per chi non si rende conto che, se non si prendono provvedimenti, le nostre ragazze continueranno a non avere futuro.
Per chi pronuncia frasi come l’amava troppo, ha avuto un raptus, in fondo l’ha provocato.
Per chi non si rende conto che chi ama non uccide.
Ora siamo al dopo.
Un dopo nel quale potremmo sentire solo la versione dell’assassino.
Un dopo nel quale spunteranno fuori amici e parenti che ci forniranno versioni antitetiche.
Sentiremo dire che Sara stava vivendo un “amore malato” , che tutti le avevano detto di lasciarlo, che lui sembrava un così bravo ragazzo o che Sara non aveva mai dato segni di sofferenza.
Versioni diverse, raccontate con intensità, da chi vuol far parte di una storia.
Da chi vuole farne parte oggi quando, oramai, è troppo tardi .
Sara Di Pietrantonio aveva ventidue anni ed è morta bruciata dal suo ex Vincenzo Paduano che, sicuramente, avrà tutti gli sconti di pena che il nostro ordinamento prevede mentre, tutti noi, dovremmo capire che la violenza è una responsabilità sociale e la nostra coscienza qualcosa con cui, un giorno, dovremmo fare i conti.