DUE STAGIONI A CONFRONTO, IL MAGGIO FIORENTINO E I PROMS DI LONDRA
In questa puntata confronteremo, riguardo alla rappresentazione della professionalità femminile nel campo della musica classica e contemporanea, due stagioni presentate quest’anno: il Maggio musicale fiorentino, che propone 7 opere e 20 concerti dal 24 aprile al 4 luglio, e i Proms di Londra, uno dei più importanti festival di musica classica, promosso dalla BBC con 91 concerti in 58 giorni, che si inaugurerà il 15 luglio.
Abbiamo scelto il Maggio musicale, perché stagione di tradizione prestigiosa e di altissimo profilo che dà una rappresentazione chiara e palmare di una tendenza assolutamente maggioritaria nella cultura italiana. Ne fornisce un esempio particolarmente espressivo. E mettendo a disposizione dati sufficientemente trasparenti sulla propria gestione economica e struttura organizzativa, offre un’opportunità preziosa per le nostre considerazioni.
Il Maggio musicale fiorentino è una Fondazione gestita da un Consiglio d’indirizzo che, presieduto per statuto dal Sindaco di Firenze, ha quattro componenti, per la cronaca, rappresentate oggi da due uomini e due donne. La responsabilità delle scelte culturali ricade su un sovrintendente, con un direttore operativo, un coordinatore artistico e uno staff di soli uomini con un’unica eccezione. Soci di diritto della Fondazione sono lo Stato, la Regione Toscana e il Comune di Firenze. Molti i soci privati come Enel, Giunti Editore, Ferragamo. Se leggiamo il bilancio 2014, l’ultimo messo a disposizione sul sito, scopriamo che fra le entrate, circa 22 milioni provengono dai soci pubblici, soltanto uno dai privati. Questo significa che le manifestazioni realizzate dalla Fondazione Maggio musicale fiorentino sono pagate per lo più con i soldi delle nostre tasse.
Quando si parla di lavoro, si considerano preoccupanti le discriminazioni dovute al gender pay gap, alla marginalizzazione delle professioni femminili, agli squilibri nel Work-life balance. Quando si approva una legge elettorale, si tiene conto del sesso della rappresentanza politica. Ma quando si tratta del denaro pubblico destinato agli eventi culturali, che dovrebbero dare riconoscimento alle professionalità e ai talenti artistici e musicali di uomini e donne in modo paritario, il discorso cambia. Si dimentica che il lavoro artistico è pur sempre lavoro, e che necessita di misure di tutela e riequilibrio.
Vediamo quali siano le scelte, in ottica di genere, delle due stagioni di concerto prese in esame: il Maggio musicale fiorentino presenterà, nei 20 concerti in programma, soltanto una solista, la violoncellista Miriam Prandi (nata nel 1990) e darà pubblica esecuzione alla musica di una sola compositrice, Kaija Saariaho (nata nel 1952). Nessuna direttora d’orchestra. Si tenga conto che sono escluse dal computo le prime parti vocali assegnate a voci femminili o maschili per indicazione del compositore o della compositrice, che non sono oggetto di scelta per genere.
Nei Proms inglesi, la situazione è nettamente migliore: quattordici le strumentiste in ruolo di solista, sempre escludendo le voci femminili di soprano, mezzosoprano e contralto,che significativamente rappresentano la schiacciante maggioranza delle donne presenti nei concerti di quest’anno in entrambe le stagioni.
(Insomma, se sei donna e canti, hai probabilità significativamente maggiori di comparire con un ruolo di primo piano, cioè con il tuo nome sulle locandine, in opere e concerti. In questo senso nella storia degli ultimi tre secoli è cambiato poco. In Italia e all’estero. Attrice, cantante o ballerina, sono i ruoli più riconosciuti alle donne nelle performing arts.)
Più interessante e significativa la presenza di musica composta dalle donne nei Proms di quest’anno, dove, per commissioni dell’ente organizzatore o per selezione in concorso, troviamo otto compositrici, alcune delle quali nate negli anni Settanta o Ottanta.
Se il repertorio tradizionale, per note ragioni storiche e culturali, è costituito per lo più da compositori – ma molta musica scritta da donne giace nelle biblioteche – le giovani, e meno giovani, donne contemporanee di certo scrivono molta buona musica!
Intendiamoci, per presenze femminili nei Proms di quest’anno, dal punto di vista percentuale siamo molto al di sotto sia della parità sia della ragionevole proporzione. Dal momento che nel campo della musica, la professionalità femminile è molto diffusa, e in alcuni casi addirittura maggioritaria, come testimoniano i dati AFAM, a nostra disposizione, sul numero di diplomate in composizione e strumento degli istituti musicali italiani, appare chiaro che in entrambe le rassegne concertistiche le donne sono assolutamente sottorappresentate.
Ma nessuna musicista, solista o compositrice, accetterebbe di essere inserita in una stagione di concerto solo perché donna. Di certo lo aborrirebbe. E avrebbe ragione.
Per questo, la questione di una distribuzione paritaria, che riconosca equamente il talento e la professionalità nel campo della musica, deve essere demandata ad azioni positive, intraprese dalle parti in causa – solitamente enti pubblici – a favore della promozione di una presenza più numerosa e differenziata, e meno stereotipata, delle donne nelle stagioni di concerto. Ne sono un esempio le commissioni alle compositrici dei Proms di Londra.
Il riconoscimento della professionalità femminile nelle manifestazioni d’alta cultura musicale è questione di sensibilità, d’innovazione e proiezione nel futuro. E avrebbe effetti graduali e duraturi sull’equa distribuzione dei finanziamenti alla cultura in ottica di genere.
D unque, chi frequenterà i concerti e le opere del Maggio musicale fiorentino di quest’anno, farà molto bene: assisterà con diletto a spettacoli di prim’ordine, prodotti da uomini di talento impegnati nei ruoli più prestigiosi, come solisti, compositori e direttori d’orchestra.
Se vorrà vedere le donne assolute protagoniste della scena, dovrà recarsi nel delizioso Saloncino – non è colpa nostra se si chiama così – del Teatro della Pergola. Lì si terranno 5 concerti di fortepianiste, tutte e sole donne, impegnate con uno strumento delicato, in un repertorio di rara grazia, circondate da un drappello, che ci auguriamo numeroso, di connoisseurs.
Sicuro, è proprio questa la rappresentazione, di alto valore simbolico, della donna musicista, che dà il Maggio musicale di quest’anno. Niente musica composta da trentenni, niente tromba della giovanissima Matilda Lloyds o accordion di Claudia Buder come nei Proms. E non ci sarà un concerto diretto da una donna con un’altra donna allo strumento solista. Persino a Londra accade pur sempre soltanto volta, il 24 agosto, con Alsop alla bacchetta e Montero al piano. Solo delicate fortepianiste in una leggiadra cornice, così adatta alle Signore…
Come dite? Dove sono questi concerti sulla locandina del Maggio? Beh non ci sono, ma li troverete sul sito. E chi si accontenta, gode…
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