Fabiola, storia di una donna coraggiosa, riflessioni di Anna Maria Falchi
Quando mi hai proposto di leggere Fabiola, Storia di una trans, ho accettato con molta curiosità ma, non lo nego, con un certo timore.
Sono stata abituata ad associare la parola transessualità alla sofferenza, al dolore, ai patimenti del corpo e dell’anima che accompagnano ogni difficile momento di persone nate in un corpo sbagliato, nel quale non si riconoscono e quindi non si accettano.
Sono stata incuriosita in passato da alcuni libri che parlano di trans e in tutti ho letto storie legate al mondo della prostituzione, della droga e anche del carcere. Storie intrise di sofferenza, di dolore, nelle quali la diversità è vissuta come un male, una colpa.
In questo libro, fin dalle prime pagine, ho capito che tanto l’autrice quanto la protagonista volevano mettere in risalto ben altro, ovvero la gioia di scoprirsi diversi da come si è nati, il desiderio di veder realizzati i propri sogni, di ritrovarsi dentro un’immagine e dentro un corpo nel quale ci riscopriamo finalmente appagati.
Sono sensazioni difficili da intuire, figuriamoci da comprendere.
Eppure tra le parole di questa biografia ho scoperto aspetti di una trasformazione, non solo fisica, ai quali non avevo mai pensato.
È un racconto sofferto, indubbiamente, come sofferti sono stati gli anni del duro cambiamento, quando sono le cure ormonali ad accompagnare ogni mutazione fisica.
Ma è anche un racconto che trasmette gioia per i risultati ottenuti, seppur con sacrificio, e speranza in un futuro di libertà e di accettazione, una pretesa di rispetto.
Ho scoperto quanto sia importante avere genitori capaci di ascoltare e di accettare, di sostenere quando necessario e di lasciarti andare, quando arriva il momento.
Fabiola è una ragazza fortunata perché ha avuto una madre forte e coraggiosa al suo fianco, in ogni delicato momento di questa sua trasformazione.
È un libro che mi ha fatto comprendere molte cose della vita dei trans in generale, particolari anche scientifici che non conoscevo.
E, come spesso accade, più la conoscenza si approfondisce e più si allontanano la diffidenza e il timore.
Mi sono lasciata trasportare dalla limpidezza e dalla serenità con le quali hai parlato della vita di Fabiola, delle sue paure, delle sue incertezze, ma anche della sua gioia di vedersi finalmente donna, anche nel corpo. Ne hai parlato con delicatezza pur non tacendo niente, nemmeno i particolari più intimi.
FAbiola sarà certamente orgogliosa di avere incontrato una seconda mamma, come te.
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