In tempi di elezioni, da sempre, i dibattiti si fanno “ a voce più alta “ della norma, più “ eccitati”, adrenalinici e spesso tendenti a distorcere la realtà ingigantendola o minimizzandola secondo la convenienza di parte.
In questi ultimi anni, ed in particolare in quest’occasione, assistiamo però ad un’escalation estremamente preoccupante, diffusa in tutto il mondo ma a livelli esponenziali in Italia.
La politica fa propri gli archetipi dell’ uomo guerriero prima della battaglia finale, così, chi più sente debole e inadeguata la propria truppa, più urla e invoca “gesta eroiche” per incitarla alla lotta.
E’ indubbio, un dato di fatto, che in Italia i toni “ guerrieri”, che da decenni per nostra fortuna non sentivamo, abbiano da qualche tempo raggiunto un livello spaventoso di violenza verbale. Ricordiamoci che ci sono molte forme di violenza, non solo quella fisica, che è più facile da riconoscere. Se in una competizione elettorale e – o politica una o più parti competitor vengono svilite, sminuite, limitate, offese, danneggiate, invase, costrette o minacciate proprio come accade nelle relazioni a due che poi sfociano in femminicidi, noi tutti, come elettori e cittadini, dovremmo fermarci a riflettere e parlarne, considerando obiettivamente e a sangue freddo le possibili estreme conseguenze.
Che l’innalzamento della violenza verbale e delle modalità “guerriere” nello scenario politico italiano sia coinciso con l’avvento di Grillo e M5S non c’è dubbio, è un dato di fatto. Così come lo è “l’adeguamento” a simili toni da parte della Lega e di Salvini, in particolare da che si propone come nuovo leader della compagine dell’area definita di destra al posto di Berlusconi. Questi signori, quotidianamente, lanciano urli al vetriolo.
Pur avendo alzato i toni e adottato la modalità “ contro” e “ scontro”, sembra tuttavia che la sinistra – sinistra e la minoranza del PD così come buona parte dei FI ( salvo l’eccezione Brunetta e pochissimi altri) nonché altri avversari dell’attuale Governo, abbiano fatto propria arma quotidiana il fiele.
E per la prima volta ieri sera, parlando dei problemi interni al suo partito, purtroppo abbiamo sentito una frase, certamente dettata da esasperazione ma non per questo meno censurabile come espressione verbale, di poco onorabile violenza verbale da parte di Renzi : “ entreremo nel partito col lanciafiamme”. Avrebbe dovuto e potuto trovare parole più consone per rendere l’idea, ma la violenza, si sa, chiama violenza e ritorsioni.
Comunque sia, assistiamo ad uno scenario di scontro violento e pieno di odio. Le cause di questo degenerare che, indipendentemente da chi l’avrà vinta, come tutti i conflitti violenti porta ad un Paese e ad un popolo innanzi tutto danno, sofferenza e devastazione, quali possono essere? Alcuni dicono la crisi economica prolungata, ma la crisi non è solo economica, quello di cui sto parlando è odio e violenza, è una crisi di deficit etico-morale-comportamentale e di distorsione cognitiva, è, forse, patologia sociale.
A tal proposito, mi sovviene l’effetto Dunning-Kruger. Cito e riporto da Wikipedia:
L’effetto Dunning–Kruger è una distorsione cognitiva a causa della quale individui inesperti tendono a sopravvalutarsi, giudicando, a torto, le proprie abilità come superiori alla media.
Questa distorsione viene attribuita all’incapacità metacognitiva, da parte di chi non è esperto in una materia, di riconoscere i propri limiti ed errori.
In tempi ben più remoti, del resto, Charles Darwin osservava : “L’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza”, mentre Shakespeare in “Come vi piace” diceva “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio” e un detto popolare dei nostri nonni recita “Chi meno sa, presto fa.”
Pericolosi, violenti, ignoranti e incompetenti alla riscossa. Mi sembra che stiamo vivendo questa distorsione planetaria, in Italia come negli USA e in molte altre parti del mondo.
Ho fatto una piccola ricerca su altre, più lievi, distorsioni cognitive, che avvengono in maniera inconsapevole e sono molto spesso il risultato del tentativo del nostro cervello di analizzare un grande numero di informazioni in poco tempo, unito ovviamente ad influenze sociali e culturali, scrive la Dottoressa Sara Colognesi ( psicoterapeuta esperta di gestione del cambiamento e relatrice di tematiche culturali e professionali per organismi istituzionali e associazioni culturali).
Poiché noi tutti come cittadini ed elettori stiamo vivendo questa situazione di estrema violenza verbale nel conflitto al fiele e vetriolo (per ora) in tempo di elezioni, dovremmo stare molto attenti a non incorrere, nostro malgrado e inconsapevolmente, in alcune delle distorsioni più comuni citate dalla stessa specialista e che qui sotto riporto in sintesi.
1. Saltare su carro del vincente
“La probabilità di adottare un certo punto di vista aumenta all’aumentare del numero di persone che condividono quel punto di vista. “ Se un crescente numero di persone troverà “ normale” agire e votare CONTRO qualcuno anziché di conseguenza alle proprie idee e valutazioni , autonomamente elaborate dopo aver assunto informazioni da fonti ufficiali documentate e da parte di diversi schieramenti realmente ascoltati .. beh, allora corriamo il rischio di essere non più cittadini ma gregge di pecore, o branco di lupi inconsapevoli e comunque schiavi di qualche capo branco.
2. Euristica della disponibilità
“Solitamente sovrastimiamo l’importanza delle informazioni a nostra disposizione. Pensiamo per esempio a chi dice che il fumo non fa male basandosi sul fatto che conoscono una persona che, pur fumando, è vissuta fino a 90 anni. Questo vale anche per informazioni negative. Quando sentiamo una persona argomentare qualcosa con “io conosco una persona che …” stiamo assistendo all’euristica della disponibilità in azione!” Ovvero, attenti a non prendere mai per “verità assoluta” l’esperienza dell’uomo comune nostro vicino o la nostra, nel nostro piccolo.
3. Pregiudizio della conferma
“Tendiamo ad ascoltare solo le informazioni che confermano le nostre idee. Questo è diventato particolarmente evidente osservando le nostre bacheche Facebook in cui tendiamo a condividere solo post in linea con ciò che già pensiamo. In altre parole, se siamo convinti che il cavolo rosso sia un toccasana per la lombagia cercheremo solo conferme di questa tesi, e tenderemo ad ignorare qualsiasi argomento che la confuti. “ Apriamo gli occhi e soprattutto la mente, cambiamo gruppo ed ascoltiamo le ragioni ed i programmi degli altri senza pregiudizi, il pensiero fisso “ Contro” porta alla distruzione, è davvero questo che vogliamo? Trasformarci in patologici ottusi ossessivi e ossessionati “ contro il nemico” ?
4. Stereotipizzazione
“Gli stereotipi, cioè l’aspettativa che una persona possieda determinate caratteristiche sulla base del suo gruppo sociale di appartenenza, ci aiutano a dare velocemente senso al complesso mondo in cui viviamo. Purtroppo quando diventa l’unica strategia che utilizziamo per valutare le persone che incontriamo rischiamo di emettere giudizi errati. “ E’ ciò che stiamo facendo quando generalizziamo con frasi tipo “tanto i politici sono tutti uguali, tanto i potenti ci vogliono sempre fregare, ecc. “ e quando incolpiamo per qualsiasi ragione “ colpa del Governo! “ e così via. Impariamo a distinguere, a circoscrivere, a non generalizzare e banalizzare.
Per quanto mi concerne ho scelto una linea guida ben precisa. Evitare accuratamente i violenti e promuovere, eleggere, sostenere, le ragioni di chi mi propone qualcosa di costruttivo, nuovo e a favore di uno sviluppo del Paese raggiungibile prima delle calende greche e realisticamente sostenibile. Scartando con fermezza i parolai incompetenti e ignoranti che la fanno facile e pensano di “ cambiare tutto con la bacchetta magica”, perché di facile non c’è nulla, tanto meno di questi tempi, visto che viviamo in un mondo più complesso che mai.