I programmi di Letteratura italiana indicati dal MIUR dimenticano le donne
Incuriosita da alcune osservazioni e critiche di giovani docenti e aspiranti tali, sono andata a verificare i programmi di Letteratura italiana indicati dal MIUR per il recente concorso; qualcuno aveva parlato pubblicamente di uso di un linguaggio neutro (il famoso maschile inclusivo, già stigmatizzato più volte -vedi articolo n. 4), altri notavano l’arcaicità dei programmi stessi, altri ancora evidenziavano il vero e proprio monumento alla misoginia.
Cosa ho trovato? Da ex-docente di Materie letterarie negli Istituti superiori ho provato un certo stupore nel leggere, a pagina 11, il seguente elenco di autori da conoscere e approfondire: Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Machiavelli, Guicciardini,Tasso, Galilei, Goldoni, Parini, Alfieri, Foscolo, Leopardi, Belli, Porta, Manzoni, Verga, Carducci, Pascoli, D’Annunzio, Pirandello, Svevo, Ungaretti, Sbarbaro, Montale, Saba, Campana, Quasimodo, Sereni, Pavese, Vittorini, Morante, Primo Levi, Gadda, Calvino, Fenoglio, Moravia, Sciascia, Caproni, Luzi, Zanzotto, Pasolini. Scusate la noia dell’elenco, ma dovevo proprio scriverli tutti, per far notare che l’UNICA presenza femminile è Elsa Morante, per evidenziare i nomi di scrittori di cui – francamente – non si sentirebbe una grande mancanza e di solito -anche per ovvi motivi di tempo – da anni i docenti si occupano sempre più raramente, per constatare che la letteratura italiana si è fermata molto tempo fa: chi ha stilato l’elenco non si è reso conto che siamo nel XXI secolo già da 16 anni.
Riguardo agli stranieri da considerare, vengono suggeriti – ancora una volta banalmente e senza alcun nome femminile – Shakespeare, Cervantes, Goethe, Baudelaire, Joyce, Proust, Kafka. Dove sono Woolf, Morrison, Gordimer, Blixen, Mansfield, Duras, Beauvoir? Tanto per citare le prime scrittrici che mi vengono in mente. Magari non tutti sanno che il primo romanzo al mondo è stato scritto da una giapponese nel Medioevo, quando in Europa i pochi che sapevano scrivere erano quasi esclusivamente monaci; si tratta di “Genji monogatari”, opera di una dama di corte nell’XI secolo.
Diceva due anni fa Dacia Maraini in una intervista (a cura di Gaia Rau, su “Repubblica”,1.4.14): ”lo spazio riconosciuto alle donne è scoraggiante. (…) Molte grandi scrittrici sono state a lungo dimenticate, altre sono proprio scomparse.” E ancora : “Qualche giorno fa mi hanno mostrato una lista di poeti italiani letti nelle scuole in occasione della Giornata della poesia; ci saranno stati cinquanta nomi, e nemmeno una donna.(…)
Alla voce “Italian Literature” di Wikipedia non è citata nemmeno una donna, nemmeno Grazia Deledda che ha vinto il Nobel.” Eppure, sottolineava, la nostra letteratura femminile attuale (in prosa e in poesia) è “estremamente vitale e interessante”; naturalmente una di queste scrittrici è proprio lei, in buona compagnia con Mazzantini, Cavalli, Lamarque, Mazzucco, Agus, Avallone, Ferrante, senza dimenticare le scomparse Merini, Rosselli, Ortese, Cialente, Romano, Ginzburg, Banti, De Cespedes e tante altre. “C’è un problema educativo, continuiamo a trasmettere l’idea che i grandi poeti, i grandi scrittori siano uomini.”
Evidentemente al MIUR gli esperti sono rimasti a questa visione e a questo stereotipo, di cui talvolta sono le donne stesse (e le insegnanti) a farsi portatrici, senza fantasia, senza idee, senza aperture al nuovo, senza il coraggio di fare scelte non banali. Eppure la ministra all’Istruzione è donna!
Autrice: Laura Candiani – laureata in Lettere,ex insegnante-si occupa di studi storici, cinema,l etteratura,ambiente. Dal 2012 è socia e collaboratrice di “Toponomastica femminile” di cui è la referente per la provincia di Pistoia e per cui scrive articoli, biografie,reportage; partecipa a convegni, promuove iniziative e realizza pubblicazioni su tematiche “al femminile”( le balie della Valdinievole, le donne del Risorgimento, le intitolazioni). Collabora con varie commissioni Pari Opportunità ed è consigliera della sezione Storia e storie al femminile dell’Istituto Strorico Lucchese.