Corsi di Prevenzione della Violenza di genere ed Educazione sessuale e affettiva nelle Scuole e Sportello Sessuologico.
Le linee guida per l’Educazione Sessuale nell’Unione Europea individuate nella pubblicazione del 2013, della Direzione Generale per le Politiche Interne del Parlamento Europeo, Dipartimento C: Diritti dei Cittadini e Affari Costituzionali, Parità di Genere, intitolata Policies for Sexuality Education in the European Union, offrono un’analisi comparata della situazione negli Stati Membri e lasciano una traccia dei criteri utili all’armonizzazione dei sistemi educativi vocati alla prevenzione della violenza di genere.
Danimarca
L’educazione sessuale è diventata obbligatoria dal 1970 con l’adozione di linee guida per l’educazione sessuale nelle scuole.
Un nuovo programma di studi è stato pubblicato nel 1991 dal Ministero della Pubblica Istruzione, in cui l’educazione sessuale è stata inclusa nelle lezioni al primo anno di scuola.
Si può notare sul sito di pianificazione familiare danese, questo programma pioneristico
per tre motivi principali:
In primo luogo, l’educazione sessuale è da integrare in tutte le materie scolastiche;
in secondo luogo, gli studenti possono porre una domanda su questo argomento in qualsiasi momento, e l’insegnante può introdurre un argomento di discussione collegato con la sessualità .
Infine, la scuola può invitare ospiti come prostitute, omosessuali e persone correlate all’emergenza, per condividere la loro esperienza.
Il rapporto aggiunge che dal gennaio 2007, tutti gli istituti di formazione hanno l’obbligo di fornire l’educazione sessuale, ma la partecipazione degli studenti ai corsi non è obbligatoria. Inoltre, i genitori non sono autorizzati a ritirare i propri figli dalle lezioni di educazione sessuale.
Le scuole e gli insegnanti sono liberi di decidere l’orario e l’organizzazione del lezioni nonché la quantità di tempo dedicato all’attività.
Il briefing ‘sessualità Informazione, educazione e comunicazione’ rilasciato dal 2007
dal Progetto di sicurezza indica che il sesso Helpline giovanile istituito da Education Association offre un servizio telefonico gratuito e anonimo, nonché un sito web per rispondere alle domande circa le malattie sessualmente trasmissibili, l’aborto, l’HIV, ecc Nello stesso anno,il servizio di assistenza on-line (www.sexlinien.dk) ha ricevuto circa 940 visite al giorno e ha risposto a un totale di 7720 domande. Il servizio di consulenza telefonica ricevuto più di 2200 chiamate.
Italia
Il rapporto ‘Educazione Sessuale in Europa’ mostra che in Italia, l’educazione sessuale
ha sempre dovuto affrontare l’opposizione della Chiesa cattolica e qualche gruppo politico. Nel 1991 l’Educazione sessuale è stata incorporata in lezioni di biologia, per un disegno di legge che mirava a rendere l’educazione sessuale materia scolastica non obbligatoria, ma legge non è stata poi approvata. Ora, non ci sono leggi per quanto riguarda questo argomento nel nostro paese, anche se sono state inoltrate molte proposte nel corso degli ultimi 30 anni. Inoltre nel 1984 il Concordato stabilisce che il Ministero della Pubblica Istruzione ha dovuto prendere in considerazione il punto di vista della
vista della Chiesa Cattolica.
Tuttavia, alcune scuole forniscono l’ educazione sessuale ai loro allievi di età compresa tra 14 a 19 anni. Alcune propongono un “programma minimo”, che consiste in una sola lezione nel corso dell’anno scolastico per gli alunni e che è uguale per tutti i gruppi di età. Alcune delle scuole propongono programmi più ampi.
Il preside di ciascuna scuola è responsabile della politica scolastica sulla sessualità e sull’educazione, pertanto questa scelta è discrezionale. I contenuti di insegnamento si basano solo sulla biologia e sono tenuti da insegnanti di biologia in termini istituzionali.
Famiglia e Consultori familiari sono, propositivi con corsi per informare e dare risposte immediate ai giovani sulle tematiche della sessualità e delle relazioni e sulle malattie sessualmente trasmesse, sono per le scuole italiane un opzione, non un obbligo istituzionale.
Fin dall’adolescenza, la giovane donna e il giovane uomo, devono avere un’informazione chiara, oggettiva, sulla sessualità per gli aspetti biologici e per una visione emozionale e relazionale. La necessità di creare programmi e progetti integrati a sostegno dell’educazione sessuale per la conoscenza della sessualità non si esaurisce all’infanzia e all’adolescenza bensì deve continuare nella fase adulta e nella terza età.
La sessualità può diventare un contesto violento per: abuso, aggressione sessuale, crimini di guerra, prostituzione, mutilazione dei genitali. La creazione di programmi di educazione alla sessualità è la base per la conoscenza chiara sulla sessualità e sulle relazioni interpersonali, quindi, sulle regole per una sana intimità.
Tali conoscenze consentono un pieno sviluppo della capacità di apprendimento non solo cognitivo, di risoluzione di problemi, di capacità di compiere scelte adeguate e di essere protagonisti del proprio percorso di vita, ma anche di apprendimento emotivo che consente all’individuo di realizzarsi pienamente come adulto.
La fase di vita della preadolescenza e dell’adolescenza comprende anche lo sviluppo della dimensione sessuale, coinvolgendo diversi aspetti della personalità, che, andando al di là dell’identità corporea del soggetto, coinvolge l’identità psicologica e sociale della persona nei suoi rapporti con gli altri. In questa direzione, educare alla sessualità non vuol dire solo stimolare nel ragazzo una graduale presa di coscienza delle caratteristiche somatiche e fisiologiche proprie dei due sessi, ma soprattutto estendere tale consapevolezza agli aspetti psico-sociali che la sessualità coinvolge. In questa prospettiva, è quindi fondamentale fornire a preadolescenti e adolescenti la possibilità di confrontarsi e riflettere in un clima di fiducia e di ascolto reciproco attraverso l’educazione socio-affettiva. Questa atmosfera tende a evitare che i ragazzi si chiudano in modo difensivo, rigido e stereotipato nelle loro posizioni, soprattutto riguardo la sfera della sessualità, la cui consapevolezza è fondamentale per l’individuo in evoluzione.
Si ritiene perciò importante che un buon intervento di educazione alla sessualità utilizzi metodologie di tipo socio-affettivo, che cioè siano in grado di facilitare la creazione di uno spazio di dialogo e confronto all’interno del gruppo classe. Si tratta di aiutare i giovani a conoscere e riconoscere i vari aspetti di un problema, senza che l’adulto imponga norme e modelli di comportamento. La valorizzazione della dimensione sessuale va trasmessa attraverso il sostegno di competenze che hanno a che fare con il rispetto di sé e dell’altro, la responsabilità delle proprie azioni, la capacità di prendere decisioni in modo autonomo, quindi, più in generale ad avere un atteggiamento positivo e critico, non precostituito, nei confronti della sessualità.
Da questo report si nota la distanza, non solo geografica della Danimarca dall’Italia!
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