A Torino prime sperimentazioni di un laboratorio per avvicinare le donne alla gestione e agli investimenti del risparmio.
Immaginate un buon gruppo di imprenditrici e operatrici del sociale, giornaliste e rappresentanti di organizzazioni, impegnate a ragionare insieme sul significato nella loro vita della parola “rischio”.
Rischio come superamento dei propri limiti nel lavoro e nella vita personale, come bisogno di trasgredire convenzioni e, forse più spesso, di assumersi nuove responsabilità. Il dibattito si anima e si ampliano i punti di vista sulla capacità di affrontare il rischio anche in ambiti che per una donna sono generalmente più difficili da affrontare.
La location in cui tutto si svolge è, infatti, il Museo del Risparmio http://www.museodelrisparmio.it/ di Torino, è stato voluto, ideato e realizzato da Intesa Sanpaolo per educare in modo innovativo alla cultura economica e finanziaria piccini ed adulti.
E così quando la direttrice del Museo, Giovanna Paladino, incalza con informazioni sulla gestione del denaro e degli investimenti, l’atmosfera si fa più raccolta.
Ciascuna è portata a riflettere sul fatto che le donne tendono spesso a stimare erroneamente il rischio, limitando così le loro opportunità, particolarmente quando si tratta di gestione del denaro. Molte recenti ricerche dimostrano infatti che, in generale, le donne performano meno degli uomini in materia di educazione finanziaria, e questo a prescindere dal livello di educazione e dal background sociale.
Tra un’informazione l’altra, ciascuna si trova faccia a faccia con un rapporto poco sondato, insolito, quello con il denaro visto come valore in sé e non solo come mezzo per la gestione della vita quotidiana. «Le donne – spiega Giovanna Paladino – hanno minor propensione a investire il denaro per salvaguardare, ad esempio, il loro futuro. Con l’avanzare dell’età sono, anche per questo, più povere degli uomini e più fragili di fronte alle difficoltà della vita. Una situazione che può cambiare solo se affrontata con una differente e miglior educazione sul tema».
D’accordo anche Barbara Chiavarino, che insieme al MdR ha ideato il format laboratoriale “Rischiare? E’ un mestiere da donne!” consapevole dell’importanza di stimolare un confronto con se stesse sull’evidenza empirica e avviare una riflessione più generale su come le donne possano acquisire maggiore consapevolezza nella gestione e valorizzazione dei loro risparmi.
«Si trattava di realizzare qualcosa che non fosse “solo” pillola di formazione finanziaria – spiega Barbara Chiavarino – Di qui la combinazione con me e The Project Player http://www.theprojectplayer.com/, miscelando insieme momenti di facilitazione, volti ad agire sull’autostima delle donne, cercando di aiutarle a prendere consapevolezza dell’azione di alcuni stereotipi auto-limitanti, quando si parla di denaro e investimenti, e di formazione frontale.
Le due edizioni hanno evidenziato un grande interesse per l’argomento e sono la base su cui faremo decollare 6 laboratori (tre a settembre e tre a ottobre), per coinvolgere un campione significativo di donne e validare questo format, così che possa essere trasferito ed agito in più contesti possibile».
“Rischiare? Un mestiere da donne!” è quindi già un piccolo successo e una risposta a chi si chiede, in questi anni di grandi crisi finanziarie, come rendere più partecipi le donne di un mondo in cui la loro presenza sarebbe importante, perché – secondo gli studi – team di gestione misti potrebbero essere più efficienti, etici e raggiungere risultati migliori. E la conferma arriva dall’Ocse che ha deciso, con un team di esperti, di muoversi in questa direzione programmando interventi mirati per migliorare i network femminili e le azioni formative.