E’ in corso di stampa una nuova guida di “Toponomastica femminile” dedicata questa volta a Pistoia, capitale italiana della cultura per il 2017
È stata realizzata da Laura Candiani (referente provinciale di Tf) e da due guide turistiche abilitate: Marta Beneforti e Laura Galigani; il testo è stato arricchito anche da una premessa della vicesindaca di Pistoia, dott.ssa Daniela Belliti, e da un’interessante appendice di Cecilia Robustelli, docente di Linguistica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.
L’elaborazione grafica è stata curata da Linda Zennaro, mentre Maria Pia Ercolini ha coordinato il progetto.
Il libro ha ottenuto il patrocinio del Comune di Pistoia, del Centro Guide Turismo Pistoia, del Consorzio turistico Città di Pistoia e dell’Istituto Storico Lucchese (sezione “Storia e Storie al femminile”) e verrà presentato ufficialmente l’11 maggio presso la antica e prestigiosa Biblioteca Forteguerriana. Ci teniamo a citare questi dati perché testimoniano fiducia nel nostro lavoro e interesse per la pubblicazione, ma anche – ne siamo convinte- l’originalità e la varietà delle sue proposte. Il volume è di facile consultazione, gradevole nella grafica, ben leggibile e corredato di un’utile mappa e di indicazioni per chi viaggia; è economico e di ridotte dimensioni, proprio perché va portato in tasca o meglio ancora in mano percorrendo a piedi la città, nel suo cuore antico ricco di tesori e di presenze.
L’itinerario suggerito è illustrato da numerose fotografie a colori che offrono una prima idea di quanto è possibile vedere e visitare, ma anche creano ulteriore curiosità verso aspetti e personaggi meno noti, se non praticamente inediti. Ma in cosa differisce questa guida turistica dalle altre?
Intanto è stata ideata, elaborata e scritta da donne; questo non vuol dire rivolgersi esclusivamente a potenziali visitatrici, ma certo indica un approccio particolare e la volontà di guardarsi intorno in un’ottica “di genere”. Passeggiando per le vie cittadine, partendo dalla bellissima Piazza del Duomo per ritornarvi alla conclusione dell’itinerario, la guida ricostruisce storie, suggerisce tracce da esplorare, indica percorsi nuovi e alternativi per valorizzare le tante donne che qui sono nate o hanno vissuto, o comunque hanno lasciato una loro impronta nel tempo, come Egle Marini (che abbiamo voluto in copertina), Gianna Manzini, Corilla Olimpica, Louisa Grace. In altri casi incontriamo donne immortalate da scultori, pittori (e rare pittrici), poeti che hanno ormai una vita propria nell’immaginario collettivo: le oblate che praticano le opere di misericordia (fregio ospedale del Ceppo), le madri della strage degli innocenti (pulpito in Sant’Andrea), l’ispiratrice di Cino da Pistoia (Selvaggia Vergiolesi), le sante patrone, le nobildonne, le badesse… Altrove ci soffermiamo sulle intitolazioni stradali e sulle lapidi che ricordano eventi talora tragici (come la strage di piazza San Lorenzo). E ancora donne del presente, attive in ogni campo: dall’industria all’artigianato, dalla letteratura al teatro. D’altra parte imprenditoria e mecenatismo qui hanno una lunga tradizione anche al femminile.
Altro aspetto che va sottolineato è l’uso di un linguaggio rispettoso dell’identità di genere di cui si parla da circa trent’anni, ma ancora lontano dalla definitiva affermazione: troppo spesso capita di leggere o sentire “il sindaco donna”, oppure “l’architetto Maria Rossi”, o assessore, ministro, direttore declinati al maschile pur se riferiti a donne; si sa bene che in italiano i generi sono due: il maschile e il femminile, e basta. Così come si dice maestra, si dirà ministra; come si dice ginecologa, si dirà chirurga; come si dice professoressa, si dirà avvocata. Proprio su questi aspetti si sofferma Cecilia Robustelli che dà altre preziose indicazioni, oltre a fare il punto sulla questione.
Non ultimo motivo della pubblicazione è il fatto senza precedenti che Pistoia sia stata prescelta come capitale della cultura per l’anno in corso, subito dopo Mantova e prima di Palermo. Per molte persone che credono di conoscere bene l’Italia è stata una sorpresa perchè, pur essendo nel cuore della Toscana, sulla direttrice fra Lucca e Firenze, troppo spesso è considerata una fermata del treno o un casello autostradale per andare altrove. Invece merita ben più di una fugace sosta; oltre ad avere un glorioso passato, Pistoia è oggi una realtà vivace dal punto di vista economico e culturale, possiede biblioteche e teatri frequentatissimi, luoghi di aggregazione, spazi per concerti, musei straordinari (da quello dedicato al ricamo alla fondazione Marino Marini), istituzioni musicali, per non parlare dei tesori artistici unici al mondo. Non posso non citare l’emozione che ho provato nell’entrare, dopo parecchio tempo, nella chiesa di Sant’Andrea; ho messo la monetina e d’improvviso l’ampio spazio si è illuminato a giorno: davanti a me il pulpito di Giovanni Pisano in tutto il suo sfolgorante splendore. Altro che sindrome di Stendhal! La stessa Piazza del Duomo che abbiamo scelto per iniziare e concludere l’itinerario è considerata una delle più belle d’Italia e pressoché unica perché abbraccia – nel medesimo spazio – tutti i “poteri” della città medievale (e in buona parte anche del presente): la Cattedrale di San Zeno con il campanile e l’elegante Battistero, il nobile Palazzo dei Vescovi, il Palazzo Comunale, il Palazzo di Giustizia; due volte alla settimana qui si svolge da oltre mille anni il mercato con le tradizionali bancarelle. E naturalmente si passeggia tranquilli perché è tutta zona pedonale dove le persone sostano per chiacchierare e le mamme lasciano giocare bambini e bambine.
Per concludere devo aggiungere un ulteriore elemento: la sorpresa; può sembrare strano che una città di circa 90.000 abitanti che si frequenta da sempre possa ancora offrire aspetti nuovi e, appunto, sorprese per chi si è mossa alla sua scoperta e per chi la vorrà visitare. Mi riferisco a luoghi segreti, angoli nascosti, giardini appartati (come quello delle Benedettine) ma anche a dettagli mai notati prima: dipinti, monumenti, ricami (veri gioielli creati da mani femminili dotate di antica sapienza), che si intrecciano con mille vite vissute, troppo spesso ignorate o semplicemente dimenticate.
A tutte queste donne dedichiamo il nostro lavoro, con la speranza di vedere a Pistoia tante visitatrici e visitatori curiosi proprio come noi.
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