di Caterina Della Torre
Anche all’estero la situazione non è d’oro, nemmeno per i plurilaureati
Ilaria Volpe plurilaureata milanese, classe ’87. Studi alla Statale, un erasmus e poi il grande salto nel mondo e a Bruxelles. Infine diventa difficile decidere se ritornare o restare
Che studi hai fatto?
Ho studiato scienze internazionali ed istituzioni europee a Milano (laurea triennale) con un Erasmus il secondo anno a Louvain-la-Neuve (Belgio) e poi Law and policies of the European integration (diritto e politiche dell’integrazione europea) a Milano, Szczecin (Polonia), Barcelona (Spagna) e Montpellier (Francia).
Di cosa ti occupi?
Mi occupo di questioni di genere a tempo pieno da poco piu’ di un anno, dato che ho iniziato il mio primo stage alle European Women’s lobby (Lobby Europea delle donne) nel Marzo 2010. La mia tesi è stata sulla strategia della Commissione Europea per l’uguaglianza uomo/donna, in particolare l’obiettivo dell’uguale indipendenza economica, con un focus sulla Direttiva sul congedo di Maternita’ che è attualmente in discussione a Bruxelles.
Cosa hai studiato nei vari paesi in cui hai vissuto? Hai rilevato delle diversita’?
Ho studiato in Belgio, Francia, Spagna e Polonia ed in ogni posto ho notato differenze con l’Italia di vario genere. Gli studi in Francia sono molto attenti alla forma mentre in Italia la creativita’ è premiata. Per il restro credo che la differenza non sia cosi’ importante nei diversi stati, quello che fa la differenza è l’apertura internazionale del docente: ovunque i professori della mia
materia si dividono in quelli che guardano all’Europa secondo paradigmi nazionale, e quelli che invece hanno una vera cultura europea ed un respiro internazioanle. Molti professori italiani rientrano nella seconda categoria, non tutti, e penso che dipenda molto dalle materie. La facoltà di Scienze Politiche dell’Universià’ di Milano, che ho frequentato, credo sia una eccellenza in questo senso.
Dove preferiresti vivere e lavorare?
Non so dove preferirei vivere e lavorare. Probabilmente preferirei vivere in Italia e lavorare in Belgio! Mi piacerebbe tornare in Italia ma non penso che ci siano le condizioni per farlo senza perdere abitudini che per me sono necessarie (indipendenza abitativa, economica, rispetto per la donna, welfare). Ma sto comunque cercando lavoro anche in Italia, mi manca molto un certo tipo di qualità della vita (sembra un clichè ma cibo, calore umano e clima fanno la differenza!).
Quello che vorrei fare è occuparmi di politiche pubbliche, meglio se europee, e meglio se con una attenzione alle questioni di genere. Ma non e’ periodo in cui si possa perseguire grandi sogni, il lavoro non c’è, neanche a Bruxelles, e gli stages sostituiscono il lavoro pagato per i giovani, anche a Bruxelles.
In Belgio ci sono molti extracomunitari. Com’è la loro situazione?
Sono aggregati alla comunità belga? Inseriti? Studiano all’università? Hai avuto dei colleghi/e extracomunitari?
In Belgio ci sono molti cittadini extra-Ue o cittadini europeei con origini estere, come in Francia, si tratta di luoghi di emigrazione storici legati al colonialismo, quindi ci sono situazioni diverse: molti cittadini Belgi con origini africane, seconde, terze generazioni e anche oltre, e molta emigrazione recente. La situazione è mista, ci sono casi di forte integrazione e casi di convivenza difficile. Ma è bello vedere in giro tanta diversità, per chi viene dall’Italia è strano vedere tante origini diverse non solo in situazioni marginali ma nelle diverse classi sociali.
La mia esperienza non è cosi’ rappresentativa del Belgio, i miei amici e colleghi fanno perlopiù parte di quella enorme comunità internazionale che gira intorno alle istituzioni UE. In questo senso non so risponderti sul rapporto tra la comunità belga e persone non UE. La gran parte degli extracomunitari che frequento sono statunitensi! Le mie attuali colleghe sono francesi, belghe, cipriote, ungheresi, scozzesi, irlandesi.
Stai cercando lavoro: in che campi ti orienti? Lettere di raccomandazione dai docenti? Concorsi?
Per cercare lavoro sto facendo di tutto: CV e lettere di motivazione nel mio ambito (affari pubblici europei), contatti con persone con cui collaboro, concorsi italiani ed europei. Ma e’ un brutto periodo anche qui: le lettere di raccomandazione di professori e precedenti datori di lavoro sono spesso necessari per fare domanda per lavori stages o percorsi di studio ulteriori.