di Caterina Della Torre
Da agente letterario a manager di scrittori/ici. Questa è la storia di Natascia Pane
Per le laureate in lettere, una volta bloccata la strada dell’insegnamento perchè i professori sono in eccedenza, abbandonata quella della scrittura perché poco remunerativa o sottopagata, quali altre strade si aprono? Moltissime altre, dopotutto, come quella di agente letterario.
Ne parliamo con Natascia Pane, torinese, 30 enne. Con una laurea in Lettere Moderne e un diploma al Conservatorio, ha deciso d’intraprendere una carriera “imprenditoriale’’ fondando Contrappunto Literary Management, un’agenzia di consulenza editoriali internazionale.
Con ambizioni e tendenze globalizzanti, Natascia nasce già con un nome importante che i genitori le hanno messo alla nascita perchè amanti di Tolstoi.
Questo è l’incipit del sito che spiega molto bene dove Natascia vuole arrivare.
”Scoprire uno scrittore, prendersi cura della sua parola, modellare il suo percorso artistico ed umano, è la strada che abbiamo tracciato sin dal primo giorno.
Riconoscere i germogli della Bellezza, nutrirla della stessa linfa che scorre nelle nostre vene ed accompagnarla nel suo imporsi è ora la nostra irrinunciabile emozione.
Con essa, vi travolgeremo.
Da quando ne gettai i primi semi, Contrappunto si è imposta come uno stile di vita.
Ho cercato terreni vergini, nei quali mettesse radici un’attenzione dedicata alle persone, prima che ai libri.
Ho modellato le coordinate del mercato, interpretando il mondo editoriale per chi con le parole volesse fare qualcosa di bello.
Ho realizzato i sogni di molti, ed ho fatto in modo che questi sogni fossero utili. Ho scelto che il prendersi cura della parola coincidesse anzitutto con il prendersi cura di se stessi.
Per lasciare il mio solco, ho costruito nuovi mondi, ne ho create le regole e li ho popolati di personaggi. Esattamente come fanno i miei scrittori, quando danno vita ai loro libri.
Ora che Contrappunto ha radici forti, e che il suo tronco non può essere piegato dal vento, alzo gli occhi verso i miei rami, e vedo che tra il verde delle foglie ed il blu del cielo abita adesso la Luce.”
Quando hai fondato Contrappunto e perché a Torino?
E’ nata otto anni fa. Torino, oltre ad essere la città nella quale sono nata io stessa, rappresentava un punto di riferimento culturale ed editoriale, che ora però si è spostato maggiormente verso Milano, che si può dire essere ora davvero la capitale editoriale italiana.
Che studi hai fatto e come si fa a diventare agente letterario?
Le due risposte s’incrociano anche se la spiegazione è tutt’altro che banale.
Mi sono laureata in Lettere a Torino e sempre a Torino mi sono diplomata in Conservatorio. Perciò per me l’ambito artistico è a tutto tondo…
Se dovessi dirti che per diventare agente letterario bisogna essere laureati in Lettere, mentirei.
Prima di tutto non esiste un ordine professionale in Italia. Questo è un problema enorme perché si può improvvisare la professione dall’oggi al domani.
Quando ho iniziato nel 2002, eravamo meno di una decina di agenti letterari. Adesso se vedi in rete ce ne saranno una cinquantina.
All’estero questa è una professione consolidata, in Italia no.
Tra i miei progetti, c’è anche quello di aprire una scuola di orientamento alle professioni editoriali.
Che cos’è allora un agente letterario?
Il 90% delle agenzie che esistono in Italia si occupano di compravendita di diritti d’autore. Contrappunto ha fatto questo per i primi 7/8 mesi di vita. Poi siamo passati al gestire l’immagine dello scrittore/scrittrice in toto. Quindi siamo passati dall’essere una semplice agenzia letteraria a ”Contrappunto literar management.”
Per raccontare come si diventa agente letterario dovrei raccontarti la storia della mia vita
Troppo spesso in Italia gli agenti letterari vengono emanati dalle case editrici che creano una struttura dedicata allo scouting e non sono organismi indipendenti.
Quali sono le persone che si rivolgono a voi?
Essenzialmente due categorie: gli esordienti all’opera prima e gli scrittori già conosciuti che desiderano rinnovare la loro carriera. Importantissimo è il lavoro di coaching: sono Practitioner in PNL, ed applico costantemente queste mie conoscenze con gli autori che seguo.
Che ne pensi del mercato librario italiano estremamente “espansivo’’? E degli scrittori che pur di vedersi pubblicati, pagano l’editore?
Nel nostro mondo per essere scrittore devi avere una posizione che ti sostenga. I mecenati non esistono più. E sono pochi gli scrittori che veramente riescono a sfondare. Il mercato italiano è piccolo e per essere proficua questa professione, deve essere rivolta ad un pubblico ampio, anche straniero.
Gli autori che si autopubblicano rovinano il mercato e spesso anche se stessi.
Programmi per il futuro?
Sono appena tornata dalla Cina, dove ho aperto l’Osservatorio Lettarario Italia-Cina di Contrappunto. Un’esperienza senza precedenti, della quale si sentirà molto parlare nei prossimi mesi.