Due passi in libreria fanno sempre piacere.
Ti ritrovi tra le mani la carta stampata, le immagini delle copertine, i titoli e la curiosità e le emozioni, che per fortuna conserviamo, prendono il sopravvento. Se ci andrete non vi sfuggirà certamente un titolo, apparentemente impertinente e maschilista, del secondo romanzo di Giulio Perrone, editato da Rizzoli “Consigli pratici per uccidere mia suocera”.
D’altra parte si sa, le suocere, per nuore o generi, sono considerate spesso esseri intrusivi della coppia e delle relazioni familiari che, in alcuni casi, alimentano lo sconsiderato desiderio di sopprimerle.
Dunque, se siete lettori vi solleticherà ma , se siete lettrici o suocere, vi sentirete in diversi modi chiamate in causa. Se siete maschi regalerete volentieri il libro all’amico pensando di poterne ridere insieme, se siete femmine vi risentirete con le co-protagoniste.
A me che sono entrambe le cose (suocera e donna) ha suscitato una forte curiosità e, meditando anzitempo un’inutile pensiero rancoroso, ho letto d’un fiato il libro che consiglio, invece, ai lettori di entrambi i generi.
Dunque questo l’incipit del romanzo:
Leo era sposato con Marta – seducente, comprensiva, i piedi ben piantati per terra – e con lei aveva un sogno, aprire una libreria. Poi ha conosciuto Annalisa – tenerissima, vitale, lo sguardo sempre rivolto al futuro – e ha mandato all’aria il suo matrimonio, iniziando con lei una nuova vita che sembrava finalmente appagarlo. Ma mettere radici non è il suo forte, tantomeno fare scelte definitive e impegnarsi troppo a lungo in qualcosa. Lo sa chiaramente, eppure non riesce a essere diverso. Così ha sentito Marta al telefono, si sono rivisti, hanno fatto l’amore, e adesso Leo si ritrova nella paradossale situazione di avere come amante… la propria ex moglie. Dividersi tra due donne che ti vogliono per sé e che si odiano può essere eccitante, ma alla lunga diventa una discesa infernale tra bugie, scuse improbabili, sensi di colpa e la consapevolezza di stare rimandando, insieme alle decisioni importanti, anche la possibilità di realizzare i propri sogni. Per Leo è arrivato il momento di scegliere – già, ma quale delle due? – e di certo non lo aiuta avere come unici modelli un padre che ha il vizietto del gioco e racconta d’essere stato la controfigura di Dustin Hoffman nel Laureato, e un datore di lavoro che lo assilla per sapere in che modo eliminare la propria suocera…
Una lettura leggera che inizialmente sviluppa la sensazione che si tratti del classico libro da leggere sotto l’ombrellone, da regalare, tenere sul comodino grazie alla scrittura esuberante, il ritmo e il linguaggio fluido che l’autore usa con ironia, senza panegirici e, ciliegina sulla torta, con modi di dire simpaticamente, non esageratamente, romaneschi.
Mano a mano che si sfogliano le pagine e le parole scorrono sotto i nostri occhi, ci si inoltra nella vita, e nel racconto dove Giulio Perrone ci conduce, di questo giovane romano un po’ uomo, un po’ bambino, un po’ struzzo, un po’ in cerca di una soluzione alla propria esistenza d’adulto. In lui e con lui ripercorriamo i costanti temi della vita, l’amore, la famiglia, il lavoro e la paura d’invecchiare, condividendone le sensazioni e gli interrogativi mentre, seguendo ognuno le proprie inclinazioni, sarà possibile detestarlo o amarlo.
Da lettrice, da persona attenta alle differenze di genere, l’uomo Leo ispira contemporaneamente due sentimenti.
Rabbia. Per questo essere che si destreggia tra due donne come se scorresse la merce al supermercato per scegliere la migliore, la più utile alle proprie esigenze o entrambe per gola.
Rabbia anche per Marta e Annalisa che si fanno merce, nonostante il forte carattere dell’una e la trasgressività dell’altra vivendo l’amore senza chiarezze, adeguandosi sia pure inconsapevolmente ai desideri di Leo. Forse un non detto voluto dell’autore per giustificare la passione che il protagonista riesce a provare per entrambe le donne serenamente conviventi e rivali in questo rapporto. Ci resta comunque il sospetto che nessuna donna e nessun uomo, alla lunga può sfuggire completamente alle complicazioni e ai dolori di una doppia vita di coppia.
Il sentimento che prevale, però, è quello della tenerezza.
Ancora per quest’uomo che pur non appartenendo agli stereotipi maschili dell’immagine pubblica, siano essi cacciatori seriali di donne, fanatici dei motori o palestrati, non riesce neppure a cimentarsi nei ruoli più tradizionali del coraggio, della forza, del successo, meno che mai la razionalità. Fa tenerezza per questa sua incapacità di essere “Uomo”, di non essere riuscito a crescere con i suoi compleanni, sorge il dubbio che mai ci riesca, di sapere conoscere se stesso e non doversi riconoscere grazie ad amori senza progettualità.
Povero Leo!
Ma se volete sapere veramente il perché del titolo “Consigli pratici per uccidere mia suocera” dovrete comprare il libro e leggerlo, di certo io non toglierò il gusto della sorpresa.
Giulio Perrone, 2005 ha fondato la casa editrice che porta il suo nome. Con Rizzoli ha pubblicato L’esatto contrario (2015) e Consigli pratici per uccidere mia suocera (2017).