Giuseppe 50 anni , dirigente in banca e spesso impegnato in trasferte chiede una consultazione per il calo del desiderio .’”Quando non mi interessa il sesso, mi sento meno uomo. Infatti, mia moglie desidera più di me fare sesso, così ho trovato la scusa di avere mal di schiena cronico. Penso che sia più facile per Irene accettare la mia mancanza di sessualità. Cosa c’è di sbagliato in me? “
R.
La questione di Giuseppe si realizza spesso in maniera nascosta con una malattia cosiddetta psicosomatica, spesso situazionale, tipicamente dipendente dalle relazioni che sono intorno al paziente si ripercuotono sul corpo trasformandosi in malattie.
Gli uomini sono spesso sotto pressione: nella vita, sul lavoro e in camera da letto. Essere performanti, competenti, e dominanti è un bell’impegno dell’uomo di ogni epoca! Quando si parla di sesso, si suppone che gli uomini siano sempre intraprendenti , a differenza della seduttività femminile che viene percepita dal modo di agire, e viceversa mai ostentata in manifesto invito sessuale per non scivolare nella volgarità. Sarebbe giusto affrancare l’uomo da questo dramma e comprendere le motivazioni del calo del desiderio maschile.
Per la maggior parte degli uomini l’identità e l’autostima sono legati alla sessualità. Questo spiega perché Giuseppe, molto probabilmente, si vergogni quando non ha alcun desiderio. La vera paura che manifestano alcuni uomini, per lo più eterosessuali, è che si possano sentire meno mascolini per effetto del calo del desiderio. In realtà,se il calo del testosterone è ipotetico con l’aumentare degli anni, c’è un elevato sistema di attivazione del circuito dello stress per effetto dell’aumento del cortisolo, anche in giovane età. Dunque, l’ansia da prestazione non è solo nelle generazioni degli ”anta”, bensì è molto frequente anche nella media età.
Tra gli stereotipi che circondano la mascolinità e i cambiamenti di ruoli nel mondo maschile ritroviamo una sorta di acquiescenza all’aggressività femminile, quasi a giustificare un’attesa maschile del “permesso a farlo” o della possibile procrastinazione dell’incontro. Quello che abitualmente è lo schema del desiderio collegato all’anticipazione dell’atto sessuale nella fantasia e nell’immaginario perde il suo elemento potente nella realtà. Questa imprevedibile contrarietà crea un blocco legato alla memoria della defaillance e un feedback negativo alle fantasie che diventeranno oppositive rispetto all’incontro sessuale.
Primo passo per rimodellare l’evento al positivo sarebbe realizzabile coinvolgendo il partner nel dialogo, dopo aver parlato a se stessi.
Giuseppe potrebbe evitare di parlare del dolore alla schiena, e chiedersi perché non desidera la sua donna. Non essere sicuri del proprio desiderio determina la fuga , solo successivamente un’analisi personale, vale la pena di parlare al partner. È tempo di parlare con con lei, cosa potresti dirle?. Forse che sei esaurito alla fine della giornata e hai difficoltà a rilassarti? O dirle direttamente che hai una preoccupazione per la tua performance. Forse hai paura di non essere all’altezza del desiderio della partner, in questo caso spegnere il desiderio dell’altro è molto triste e deludente per la persona che viceversa desidera. Qualcosa dentro di te ti sta spegnendo e non riesci a capire cosa?
Qualunque domanda è un percorso costruttivo per ricollegarsi alle proprie paure e potenzialmente riconoscerle per risolverle. Aprire la conversazione, senza la colpa o senso di difesa e scoprire come ci si sente può condurre ad una trasformazione e ad una eventuale risoluzione del blocco. Tuttavia, esiste anche la possibilità di eludere il problema o credere di averlo risolto in un’altra situazione, in questo caso la trasgressione e l’infedeltà della coppia fanno da sfondo ad un problema personale, che potrebbe ripresentarsi nel futuro.
Controllare il proprio stato d’animo e le sensazioni che provi quando ci si avvicina al partner potrebbe esprimere una rivelazione. Se una persona è ansiosa, depressa, distratta o si sente disattenta, a prescindere dal partner, è meno probabile che sia attivato il desiderio. Inoltre, il comportamento del partner è lo specchio della situazione; in camera da letto si è più leali che con le parole! Una prevedibile condizione di nervosismo è possibile in una situazione di pressione personale. Come non comprendere che nella coppia adulta il sesso è qualcosa che si pianifica. Questo può aiutare a cercare in se stessi un modo giocoso per migliorare il proprio stato d’animo.
Smettere di pensare al sesso: è la parte più difficile da affrontare!
Vorrei raccomandare Giuseppe di mettersi più nel suo corpo e farlo senza ruminare, dimenticando “l’atto” e pensando a semplici punti di partenza per creare con l’altra persona il piacere, senza preoccuparsi di non essere eccitato. Nella sessualità si entra in punta di piedi: la danza, l’esercizio fisico e altri passatempi permettono di abitare completamente il proprio corpo. A Napoli si dice: il sesso non vuole pensieri!