Per testimoniare un pezzo importante della storia delle donne Elena Marinucci, ex senatrice socialista e parlamentare europea impegnata nella lotta per i diritti delle donne, si racconta ad Anna Maria Isastia.
In una fase storica complessa come quella che attraversiamo, troppo spesso vi è disattenzione alle azioni passate, che hanno determinato importanti cambiamenti nella vita della società italiana, e alle protagoniste/i che ne hanno segnato le date.
Nel dare tutto per scontato, specie nelle nuove generazioni, una formazione scolastica che si sofferma più sulla storia antica che a quella del secolo passato, l’indifferenza di generazioni affannate, il dovere della memoria e della testimonianza diventano sempre più importanti.
In particolare, per chi volesse documentarsi sulla storia che le donne hanno contribuito a creare, una lettura/documentazione interessante è sicuramente quella che Anna Maria Isastia, autrice del libro “Una rivoluzione positiva. Conversazioni con Elena Marinucci”, fornisce alle lettrici/lettori.
Per capire perché l’autrice abbia voluto intervistare Elena Marinucci per raccontare un pezzo importantissimo di quel periodo in cui la partecipazione delle donne è stata fondamentale, basta leggere le prime pagine del libro.
Elena Marinucci è stata sicuramente una delle più rappresentative e qualificate interpreti dell’impegno politico nei decenni ‘70/’90. La sua storia, lunga ed appassionata, viene raccontata minuziosamente durante la conversazione con l’autrice che ne documenta accuratamente ogni azione ed ogni data.
Elena Marinucci, docente di diritto, avvocata iscritta all’Unione Donne Giuriste, attiva in politica durante la battaglia sulla legge Fortuna per il divorzio, si avvicina successivamente alla realtà femminista e fonda la”Lega delle donne per il socialismo”.
Un impegno che si è tramutato nel tempo in consapevolezza e adesione politica che in quegli anni si è particolarmente alimentata nell’area del socialismo italiano.
Affermata dirigente di partito (PSI), la sua azione verrà sostenuta dalla politica del suo segretario di allora, Bettino Craxi e del suo gruppo dirigente. La possibilità di muoversi in un regime di “semi libertà” di appartenenza, ha dato la possibilità ad Elena Marinucci di agire secondo un istinto ed una volontà ben oltre il volere dello stesso gruppo dirigente.
Sono state quindi rese possibili, grazie anche alla sua determinazione/tenacia, le migliori intuizioni per alcune importanti leggi e un’ elaborazione politica sul tema delle differenze di genere mai affrontata in modo così palese prima di allora nell’azione partitica. L’esigenza di trovare modalità concrete per attuare una politica paritaria si è trasformata nel tempo ed Elena Marinucci è approdata anche nelle sedi della rappresentanza politica istituzionale.
Nel libro, in particolare, grazie ad una conversazione fuori da schemi difensivi, viene fuori anche il dato caratteriale di una donna forte, determinata che, se fragilità ne avesse avute, non le hanno impedito di andare avanti nonostante tutto e tutti.
Nella sua azione per ottenere una parità di genere, Elena Marinucci era già pari e si è affermata e consolidata all’interno dell’universo politico di quegli anni, fatto prevalentemente di uomini e di cultura separatista. Una donna forte, caratteriale, amicale e pericolosa come ogni politico di razza lo è inevitabilmente.
Le cose fatte sono elencate minuziosamente dalla stessa protagonista e dall’autrice in una sorta di puntuale sottolineatura del fatto e detto, delle date della storia.
Per chi avesse vissuto quegli anni, un tuffo malinconico e orgoglioso nel e del passato, per chi non lo avesse conosciuto un dovere di testimonianza e un’utile informazione.
Elena Marinucci
Ex senatrice socialista e parlamentare europea, impegnata nella lotta per i diritti delle donne e principale ispiratrice della Commissione per le pari opportunità, si racconta ad Anna Maria Isastia Più che una biografia, ne nasce un ritratto italiano dagli anni Settanta agli ultimi giorni del Novecento al cui centro sta la questione femminista ripercorsa dal punto di vista particolare di una donna che ha operato nelle istituzioni e che oggi non intende omettere il racconto degli ostacoli, delle lungaggini, degli avversari incontrati lungo il tragitto
I gruppi di autocoscienza, la discussione sull’interruzione volontaria di gravidanza, la battaglia per la presenza delle donne nelle direzioni di partito, i concetti di ‘pari opportunità’ e di ‘azione positiva’ sono il centro di una rivoluzione che si è fatta strada, grazie all’impegno di donne come Marinucci, tra i banchi della politica. I gruppi di autocoscienza, la discussione sull’interruzione volontaria di gravidanza, la battaglia per la presenza delle donne nelle direzioni di partito, i concetti di ‘pari opportunità’ e di ‘azione positiva’ sono il centro di una rivoluzione che si è fatta strada, grazie all’impegno di donne come Marinucci, tra i banchi della politica.
Anna Maria Isastia
docente di Storia contemporanea all’Università Sapienza di Roma, dopo aver a lungo lavorato sulla Roma risorgimentale e sulla Sinistra democratica, si occupa da tempo di storia della massoneria e di storia della questione femminile. È stata presidente nazionale del Soroptimist International d’Italia ed è componente del direttivo della Rete per la Parità (http://www.reteperlaparita.it/) che ha contribuito a fondare nel 2010. Tra le sue pubblicazioni recenti Cinquant’anni non sono bastati. Le carriere delle donne a partire dalla sentenza n. 33/1960 della Corte costituzionale (2016), curato con Rosa Oliva, e Storia di una famiglia del Risorgimento. Sarina, Giuseppe, Ernesto Nathan (2010).