Asia Bibi e la cattiva coscienza d’Occidente
Nuova udienza per Asia Bibi, in Pakistan
Ma chi è, Asia? E, oggi, dov’è? Fra tanti volti femminili abbiamo cercato il suo. Invano. Eppure, nessuna come lei meriterebbe l’attenzione rispettosa dei media.
Il suo sguardo duole come pittura antica. Asia non ha un vocabolario ricercato, il suo lessico è paratattico, usa termini quali sacrificio, offerta. Rivolti sempre ad altro da sé. Mentre il cosiddetto mondo civile è seduttivo, autoreferenziale. Asia parla di Dio, del Dio cristiano. Per questo è estromessa e ripudiata non solo dall’Europa, ma dalle sue congeneri. La platea progressista ed evoluta,quella che, un tempo, lottava a fianco dei terzomondiali vi concede al massimo un’altezzosa indifferenza. E le capanne dei cristiani perseguitati, su cui è stata tracciata una croce con la vernice spray, moderni e laidi presepi nel deserto, sono la più netta smentita alle dissertazioni degli accademici in pantofole e alle urla delle false emancipate. Quelle semplici frasi – Gesù è la nostra luce – brillano più di mille comete. Asia e quelle come lei non contano, non scaldano i cuori. Tutt’al più bruciano, e bruciano vive, come la madre ventiseienne incinta trucidata col marito; sempre in Pakistan, sempre per intolleranza e fanatismo. Sono verità e non immagini. Le ombre le temono, come temono la concretezza e, quindi, l’incarnazione. Asia e le persone come lei, oggi, non sono state ricordate. Questa mutria ha dimostrato l’inconsistenza di tanti buoni propositi. Nessuno ha avuto nulla da dire.
Daniela Tuscano, insegnante e blogger, eclettica e multiforme. Ha scritto quattro libri e si occupa da sempre di politica delle donne, cultura, arte e religione. Vive e lavora in provincia di Milano.