Un modo speciale di… INTERPRETARE SHAKESPEARE (il colore delle emozioni)…
o come come la Modernità nasce perdendo la natura
Workshop di FRANCESCA BARTELLINI (attrice, drammaturga, regista)
Un week end al mese a partire dal 16-17 dicembre nella bella sala di MINIMA TEATRO (Viale Sondrio, vicino Stazione Centrale)
con saggio spettacolo finale a giugno (PER INFO tel 340 86 17 264 o mandare mail a fbartellini@hotmail.com)
Il libro di Francesca Bartellini su Shakespeare :
LA SCOMPARSA DEL SOLE E LA NASCITA DEL FUOCO D’AMORE (o come come la Modernità nasce perdendo la natura)
e’ DISPONIBILE SUL WEB
un modo speciale di… INTERPRETARE SHAKESPEARE (il colore delle emozioni)
Personaggi che fluttuano come Archetipi nel Tempo.
Afferrarne uno e farlo vibrare…Come trovare la chiave del suo modo di essere?
Tra Rinascimento e Modernità si è aperto un varco: abbiamo perso un modo di sentire, un modo di percepire il Mondo e la Natura.
Proviamo a ritrovarlo.
Riafferrare i quattro elementi Aria, Terra, Fuoco e Acqua come costitutivi delle cose e dei pensieri sulle cose.
Non studiamo Shakespeare per trasformare i suoi personaggi in personaggi post-moderni alienati e privi del colore delle emozioni, come fin troppi hanno fatto, ma studiamo questi personaggi per ritrovarne la forza vitale e dirompente che ci permetta di creare nuove forme interpretative.
Portare l’attore quindi ad essere davvero reale in scena e per questo libero di scomporre il suo Io in vari personaggi, un Io elastico quindi, un Io sorprendente che gli permetta di aprire la sua percezione anche a ciò che gli risulta finora sconosciuto, di entrare cioè in una metamorfosi (cambiamento di forme) con la realtà oggettiva e soggettiva.
Il lavoro si articola su scene e monologhi tratti dai testi shakespeariani per permettere l’approfondimento sia individuale che collettivo.
https://www.facebook.com/francescabartellinilab/videos/2000080150267178/
Il mio metodo di insegnamento (Caliban studios)
In generale lavoro su testi classici e contemporanei particolarmente anglosassoni con una ricerca particolare dedicata allo studio e insegnamento di Shakespeare. Essere vero, reale in scena: una decisione che ogni attore può prendere, ma spesso non riesce a prendere. Mi sono formata e ho cominciato a lavorare all’Organic Theater a Chicago, teatro fondato dal grande drammaturgo David Mament. Il mio sistema di lavoro deriva dalla fusione del metodo di John Strasberg (di cui sono stata allieva e assistente e di cui sono amica) sulle nove leggi della creatività, basate su di una specifica interpretazione dello OSA (Organic Script Analysis) con il metodo di Michael Chekhov sulla composizione del personaggio.
Appoggiandomi talora anche sul metodo dell’improvvisazione farò uso della tecnica della memoria sensoriale per liberare il processo immaginativo. Aiutare a capire perchè su ogni attore grava spesso un peso a volte quasi insopportabile che gli impedisce di essere reale, ecco il mio compito. Operarmi affinchè ciascun partecipante al corso possa diventare un attore vero, rilassato e concentrato allo stesso tempo, libero di interpretare qualsiasi ruolo, con la gioia di trasformarsi in ‘altro da sé’.
Scegliere di essere un vero attore è in realtà una decisione etica.
Il recitare e l’interpretare un testo scritto fanno parte di uno stesso processo organico durante il quale accade che l’autore solleciti la propria immaginazione creando nuove realtà attraverso la scoperta di un suo spazio creativo specifico che possiamo definire come intentional dream space. All’interno di questo spazio noi ci proiettiamo consciamente in una realtà immaginata che vogliamo esplorare e capire. Per poter interpretare una qualsiasi scena dobbiamo innanzitutto entrare nel mondo del testo teatrale che abbiamo scelto esplorandolo attraverso ogni nostra sensazione.
E’ solo in questo modo che il testo stesso può indicarci ‘ la via da seguire’. Per tale motivo esiste un legame intrinseco tra il recitare e la drammaturgia stessa, un legame molto antico. La figura del regista compare solo nel XX secolo…