Per fidanzarsi bisogna volerlo in due.
La canicola estiva poggia pesantemente il suo alito su Milano e anche negli interni delle abitazioni è difficile trovare sollievo.
Alessandra ha il compito di far addormentare la sua piccina, compito reso arduo dalla disabilità che rende la figliola nervosa. Mentre le canta la ninna nanna, la mente si arrotola all’indietro, andando fino all’orsacchiotto e alle origini delle sue voglie erotiche.
L’orsacchiotto di Alessandra mancava di un occhio, ma non della coscienza dei plurimi passaggi delle sue manine da bimba. Tutte le sere assisteva alle paffute carezze, quando, messo di traverso sotto il pancino, Alessandra esplorava da sola la propria imberbe intimità.
Trascorsi quarantasette anni, dotata del fascino sfatto di un bel tramonto, Alessandra ricorda ancora l’orsacchiotto con affetto e rinnovate voglie.
Oggi lei è quella che i ventenni definiscono una cougar, succulenta perché ricca, ma totalmente dedita alla figlioletta. Tuttavia, la sua porcellitudine non è sopita, anzi. Per alleviare il senso di fatica che la bimba le procura, ne ha ancor più bisogno. Non avendo tempo di coltivare una relazione amorosa, frequenta da anni i siti di dating.
Il loro motto, sesso facile a portata di un click, è diventato anche il suo. Conosce online un bell’uomo, Ivano Fossati. Ha il nome di un cantante. Lì per lì, suppone sia un fake, come spesso accade in queste piazze di solitudini. Invece si dimostra una persona più che corretta, le conferma di esserle coetaneo, divorziato, con figlia. Anch’egli ritiene come lei che sia indispensabile figliare, perché i figli creano la ricca consapevolezza di un passaporto per l’eternità.
Alessandra desidera non lasciargli il numero di telefono e nemmeno svelare di primo acchito l’indirizzo. Preferisce chattare via sito, rivelandogli solo a tappe le indicazioni necessarie per eventualmente raggiungerla dove risiede. Se durante il percorso, intuisse un qualche pericolo, lo manderebbe appositamente fuori strada. È solita dare il primo appuntamento in un locale pieno di gente. Stavolta però è imprigionata dalla piccola e contemporaneamente dalla voglia, tanta.
Ivano in chat le spiega di appartenere ad una squadra di Vigilantes Privati, incaricata della tutela di Enti che Alessandra conosce, e alle domande di verifica, le racconta orgoglioso dei suoi successi lavorativi in modo circostanziato e con coerenza. Durante il percorso, Ivano confida ad Alessandra le difficoltà in cui lo precipita la ex moglie, e che, ciononostante, rispetta; infine la supplica di non stupirsi se rileverà cicatrici sul suo corpo ad opera di coltelli. Nel ricordare questi incidenti sul lavoro, mantiene la sua centralità.
Alessandra capisce che è un uomo modesto ma coraggioso, che affronta le difficoltà con equilibrio e che sa mettersi in gioco. Quindi risolve di dargli le ultime indicazioni per casa, premettendogli che la troverà mentre farà addormentare la sua bimbetta.
Sulla porta, le si presenta un uomo piacente e sorridente, nonostante il massacrante logorio della ex moglie, le guance impanate da una leggera barba, prodromo di piaceri imminenti. Non molto alto, poco più di lei, ha un fisico asciutto e muscoloso. Alessandra chiude fuori della porta l’estate, col suo caldo atroce costellato da stille di sudore. Un fugace scambio di baci sulle guance le consente di annusare il buon odore personale dell’uomo. Lo fa accomodare, dicendogli che sta andando in cameretta per accompagnare Sonia verso un dolce sonno con la sua storia preferita: Romeo & Giulietta. Ivano le chiede se può seguirla. Alessandra glielo permette, indicandogli una poltrona nell’ombra, in modo che la piccola non possa vederlo. Gli fa cenno di rimanere in silenzio. Nell’ascoltare le parole materne, una lacrima nuota sulla ruvidità della guancia di Ivano. In quel preciso istante, Alessandra ne coglie il luccichio nella penombra.
La figlioletta finalmente si addormenta, non prima di aver commentato: «Che bella storia, mamma». Sì. I due protagonisti muoiono. Ivano ed Alessandra si spostano in cucina, dove lei gli offre una Weiss ghiacciata, che lui declina per motivi di lavoro. Alessandra invece riempie il proprio calice di schiumosa birra, poi mette sul tavolo dei tarallini da spiluccare. Stanno seduti una di fronte all’altro.
Ivano siede muto, in imbarazzo, ad un tratto sembra prendere coraggio e carezza lievemente l’epidermide della mano di lei. Un brivido gliela fa dimenticare lì, invito a proseguire che Ivano non si lascia sfuggire. Il suo indice esploratore percorre dito per dito la mano di Alessandra dalle unghie laccate di rosa carne, risalendo piano fino al gomito. L’alchimia, già scattata col bacio sulla guancia, le conferma che è il momento giusto per. Alessandra appoggia la schiena sulla sedia, solleva i piedi verso Ivano e li propone al suo inguine. Sente la sua onestà: è già imperitura. Un leggero tocco e l’orgasmo è immediato. Ivano sospira.
Dice: «Occorre una doccia». Quella di Alessandra è spaziosa, attrezzata con panchetta di marmo serpentino verde all’interno. Si baciano, spogliandosi di tutto, tranne che dell’acqua e delle loro
voglie, fino ad esaurirle. Esausti, si rilassano abbracciati sotto il calore della doccia. La dolcezza prende il sopravvento sulla furia. Le coccole da bagno, con gli accappatoi profumati di pulito, le creme spalmate sui corpi, l’asciugacapelli, le dita passate e ripassate nelle reciproche chiome piano piano sempre più asciutte, preludono alla notte intensa di passione reciproca. Si spostano in camera da letto, proseguendo l’amore sul talamo di Alessandra, insino a spegnersi nel sonno. Alessandra da anni non dorme in compagnia di un uomo, a nessuno ha permesso di restare per l’intera notte nel suo letto, per lei il sesso non è vera intimità. Con Ivano, ad Alessandra non viene voglia di scacciarlo. Anzi. Pensa che potrebbe esserle un partner perfetto, se solo volesse tornare altre notti. Glielo sussurra piano nell’orecchio, sperando di non svegliarlo. Ad occhi chiusi Ivano ricusa: «Sono il fidanzato di tutte».