Ida Simonella è la classica persona che dimostra la sua età solo quando la senti parlare o la vedi agire.
Minuta, mora, con dei meravigliosi capelli scuri e occhi molto intelligenti. La conosco da poco tempo, sono più le cose che, sino ad oggi, sapevo di lei perché le avevo viste come risultato delle sue azioni che non per conoscenza diretta.
Ha 51 anni ed è Assessore al Porto, al Piano Strategico e ai Trasporti del Comune di Ancona, alla sua prima esperienza politica, da tecnica.
Come nasce Ida Simonella, professionalmente parlando?
Vengo dal piceno, mi sono laureata a Roma in Scienza Politiche, indirizzo Politico ed Economico e subito dopo Master all’Istao, storicamente la seconda Business School italiana, fondata nel 1967 da Giorgio Fuà e ispirata dalla figura Adriano Olivetti. Quella è stata la svolta per me.
Incontrare un personaggio come Giorgio Fuà, da cui apprendi tutto sul piano professionale, mi ha guidata nella scelta dei passi da fare successivamente.
Racconta passo per passo
Dopo il Master, Fuà mi chiede di restare a lavorare in Istao; divento responsabile del Corso di Formazione Manageriale che si chiamava allora Sistema Tessile. Era nato negli anni Ottanta sulla spinta di grandi gruppi industriali italiani del settore, che avevano la necessità di formare figure manageriali per le loro attività. Nel 1993 ero responsabile di questo laboratorio di pensiero e fucina di giovani manager. Personalmente mi sono confrontata con il mondo tessile italiano più sviluppato allora, avevo tra le aziende laboratorio il Gruppo Miroglio, Loro Piana, Ratti, Corneliani, Stefanel, Coin, Malo, Marzotto, Aeffe di Alberta Ferretti, senza dimenticare il distretto locale, guidato dalla Famiglia Girombelli e non solo.
Da qui nasce poi la tua competenza per la logistica e i trasporti?
Un percorso strano. In quegli anni le aziende maturavano una grande sensibilità per i temi della logistica e dei sistemi informativi, strategici tanto quanto altre funzioni (commerciale, marketing, prodotto…). Ho cominciato a guardare la logistica dall’interno delle aziende, e poi lo sguardo si è spostato fuori, all’aspetto macroenomico.
Col professor Pettenati, presidente dell’Istao dopo il prof. Fua’, abbiamo trovato una perfetta sintonia su questi argomenti e abbiamo sviluppato Osservatori specifici sui trasporti e la logistica, e sui porti del bacino Adriatico-Ionio. Un filone che ha prodotto tanti studi interessanti e tanti risultati.
Immagino che non fossero molte le donne con la tua competenza, in quei tempi.
Non molte, a dire il vero. Io sono una persona pragmatica e curiosa, studiare non mi spaventa, ogni sfida, se finalizzata ad aprire nuovi canali di conoscenza e di miglioramento per il mondo imprenditoriale, ma anche pubblico, mi attira enormemente.
In questo periodo nasce poi una grande collaborazione con una grande azienda, vero?
Sì, questa è stata un’altra grossa esperienza, tra la fine degli anni 1990 e il 2002. Mi chiamano in Telecom Finsiel, erano gli anni delle new economy, una proposta da non perdere. Entro in una società del gruppo, dove mi occupo di marketing strategico, e poi anche dei piani industriali di molte aziende del gruppo del gruppo stesso.
Senza peraltro mai recidere la collaborazione con l’Istao negli osservatori sui trasporti.
E la tua vita privata?
L’attività in Telecom, sebbene molto stimolate, mi portava fuori costantemente in giro per l’Italia e occupava tutto il mio tempo. Ho rallentato con il 2002 e la nascita del mio primo figlio. Nel 2005 il secondo. Vivo a Pesaro con marito e figli, ma il fulcro lavorativo è sempre stato Ancona da allora.
E la politica? Quando arriva l’incontro con la politica?
A dire il vero la politica era molto distante da me e l’incontro è stato davvero casuale. Ero in Bosnia-Herzegovina nel 2013, presentavo una relazione sui trasporti nel bacino adriatico ionio al Forum delle Camere di Commercio. Mi contatta l’allora segretario comunale del Pd che mi chiede di partecipare come relatore ad un convegno sul porto di Ancona, organizzato in periodo pre-elettorale. L’Istao mi chiede di andare e io accetto. Parlavo di qualcosa che conoscevo bene. Lì ho conosciuto per la prima volta Valeria Mancinelli, il futuro sindaco di Ancona. Mai viste e sentite prima. Mi sente al convegno e il giorno dopo mi chiama, mi propone di entrare nella sua giunta nel caso fosse eletta. Ci ho pensato una quindicina di giorni, dico la verità, e poi ho accettato la sfida.
Altro cambio vita, quindi…
Decisamente… Sono arrivata da tecnica e piano piano credo di avere acquistato uno sguardo più “collettivo”, pubblico. Un grande insegnamento questa esperienza, impari a tenere insieme tante cose. Conoscere tecnicamente ciò di cui ti occupi consente di mantenere la barra dritta sull’essenziale, ma le sfumature e le complessità da far convivere in una esperienza amministrativa sono decisamente più articolate e da queste non si può prescindere.
Ma in generale servire una città resta una delle esperienze più belle della mia vita.
Potendo tornare indietro, cosa faresti diversamente o cosa non faresti più?
Rifarei tutto, ogni singola scelta, ogni singolo passo.
Cristina Andreoli, consulente aziendale in ambito di marketing relazionale strategico, cultural awareness e tecniche di comunicazione. Ha vissuto e lavorato nelle più belle città italiane e del mondo, ora vive e lavora ad Ancona.