di Cristina Obber
Due tragedie in due giorni. Due bambini investiti da un’ auto davanti alla scuola, in un giorno normale di una vita normale.
Ho letto alcuni commenti di lettori di quotidiani on line, commenti dedicati alle norme stradali o peggio ironici, sull’abilità dei guidatori, in un caso la mamma stessa di un bimbo.
Vorrei invitare questi lettori a prendere in considerazione la possibilità di stare zitti.
Non sempre è indispensabile il nostro commento.
Non lo è nemmeno questo mio, di certo, ma nella rete sacrosanta è la democrazia che permette ad ognuno di esprimere un pensiero a voce alta e io che amo la condivisione spesso lo faccio, ma sempre seguendo delle regole non scritte che forse dovremmo elencare ed aggiornare insieme.
Giammai la censura, ma vi sono momenti in cui è bene autoregolamentarsi e contare fino a dieci se non prima di pensare almeno prima di digitare invio sulla tastiera.
A volte stare zitti è una grande prova di cortesia, di pudore, di sano rispetto. A discapito certo del nostro anelato protagonismo.
E’ un po’ come ai funerali.
Non dobbiamo per forza andarci.
Per forza fingere di essere addolorati o di partecipare ad un dolore dal quale in realtà siamo lontani.
Possiamo stare a casa, senza riesumare frammenti di rapporti più o meno indiretti che non scalfiscono il nostro cuore ma si riversano come il vomito su chi in quei momenti sta male davvero.
Possiamo stare a casa, possiamo stare zitti.
Anche dietro ad un pc, lasciando che la vita degli altri scorra senza il nostro impiccio, che il tempo lenisca la sofferenza altrui senza che ce ne accorgiamo, o peggio, che ce ne rammarichiamo.
3 commenti
Quando ho letto i fatti accaduti mi sono compenetrata nel dolore delle 2 madri e dell’uomo che ha investito il bambino. Roba da uscire pazzi..
Oramai in un mondo in cui se non appari in qualsiasi forma, ti consideri nessuno, dovremmo imparare a rispettare i dolori altrui con un sano silenzio. Frenando quel bisogno di esprimere ovvietà o peggio farsi prendere da luoghi comuni. Ma del resto molti di noi hanno paura che non apparire, equivalga a non sentirsi importanti, insomma a essere considerati dei signor nessuno, dimenticando che uno dei più famosi, intelligenti, coraggiosi eroi si faceva chiamare Nessuno. Ulisse.
nuovi eroi, nuovi miti. quante cose dovremmo rispolverare.